Sebben
tu non mi creda, sempre qui io resto, a spiar il tempo e il vento. Un giorno
andrò con loro, un giorno, come conviene ad ognuno di noi, e non temo la morte,
bensì la vita, e l’attesa, e il dubbio. Non dovrei temerla, lo so, ma certo ha
un senso. Inutile invece temer la morte, che del dopo non sappiamo nulla, forse
è essa stessa nulla, ed eternità oltre il tempo.
Non
vedi tu le nostre biblioteche quanto son colme delle vite passate? Le nostre
strade sono accompagnate da palazzi costruiti da chi non è più e per chi li ha voluti.
Un monumento, una targa marmorea, la discussione se quello fu un santo o un
malfattore, o solo un uomo, l’ammirazione per chi tanto è riuscito a lasciarci
in tanto poco tempo.
Non
aver paura della nostra storia, di ciò che fummo nei nostri antenati, perché
ora noi siamo quelli, esattamente quelli, ma con un po’ di più ed un po’ di
meno. La nostra storia ci ha fatti crescere, ci ha maturato in quel che siamo,
e dobbiamo riconoscerla nelle mille piccole e grandi cose che ci stan d’attorno.
Come tu pensi a me, non dipende da te, ma da ciò che hai imparato ed hai fatto
tuo, seguendo quel maestro o quell’impostore. Sei responsabile delle tue scelte
quindi, non di ciò che sei.
Puoi
sceglier in modo diverso, quello puoi, hai sempre una scelta, perché noi fummo
quando non eravamo, già da allora, già da quando il vento ed il tempo iniziarono
a soffiare ed a muoversi.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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