La
logica elementare, visto che non siamo eterni e che viviamo immersi nello
scorrere unidirezionale del tempo, suggerisce che se ora siamo significa che
veniamo da qualche parte ed andiamo verso qualcosa.
Sembra
banale, ma per qualcuno non lo è, appare difficilissimo da capire e dovrebbe
essere ripetuto ogni giorno.
In
politica, in economia, nei rapporti sociali, in amore e nell’amicizia, nella
stessa preparazione personale lavorativa e professionale non si può
improvvisare se non si parte da quello che si è capito di ciò che è successo
prima.
Ovviamente
è facile farsi rapire da abili affabulatori che nascondono i fatti a loro
esclusivo tornaconto, anche se di qualcuno occorre per forza fidarsi. Ed è
altrettanto facile farsi trattenere dalla troppa prudenza, rifiutando così il nuovo
solo perché essendo nuovo non è mai stato provato prima.
In
questi giorni di grandi mutamenti (e difficili, per molti aspetti) non mancano
gli impazienti che vorrebbero avanzare verso un futuro di novità che mi ricorda
troppo altre passate illusioni e novità, in alcuni casi tragiche.
Io
mi limito ad osservare che oggi il pensiero di Marx non è più applicabile alla
lettera, come non lo sono i Testi Sacri o la Carta Costituzionale scritta ormai
70 anni fa, prima della guerra fredda, prima del terrorismo delle BR, prima di
avvenimenti che hanno mutato per sempre il nostro mondo. Marx aveva torto? Non credo.
I Testi Sacri dicono idiozie? Neppure questo credo. I padri costituenti hanno
sbagliato? No, nel modo più fermo penso di no. Eppure non possiamo dare per
verità intoccabile ciò che ci viene dal passato, perché il nostro compito è di
vivere e mutare il mondo, magari nel modo più dolce e lieve possibile, ma
dobbiamo mutarlo.
Abbiamo
due sole alternative, da questo punto di vista. O viviamo, e il mondo, con la
nostra semplice presenza, ne verrà influenzato, oppure scegliamo la morte, e
così lasciamo il mondo agli altri, che in ogni caso ne disporranno, nostro
malgrado.
Il
nostro destino è avere dubbi, è cercare di interpretare quello che è avvenuto
ieri, di capire quanto è stato fatto, e poi scegliere, sperando ingenuamente di
non fare errori (oppure, più onestamente, accettando pure di commetterli).
Ed
ora cosa devo fare io? Non lo so. E cosa devi fare tu? Lo so ancor meno.
“Pedro, adelante con
juicio”
La vignetta è di Altan
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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