Sembra che ogni cosa si possa comprendere,
dopo, che ogni errore avrebbe potuto essere evitato, dopo, e che i successi
ottenuti a prezzo di fatica, impegno, paure e speranze fossero alla portata di
tutti, dopo.
Ma è un’illusione che regge poco e resiste per
pietà autoreferenziale o come bisogno innato di superare e di continuare a
vivere, perché questa è una certezza: occorre continuare a vivere.
La vita di molte persone che ho conosciuto, o dalle
quali sono stato soltanto sfiorato perché hanno toccato la mia curiosità, i miei
sentimenti e le mie passioni, e che in definitiva mi hanno aiutato, si è
conclusa, ed ora sembrerebbe possibile farla scorrere di nuovo, dall’inizio
alla fine, come se tutto fosse già scritto. La fortuna e la sfortuna. Le cadute
e le reazioni. I tradimenti e gli amori.
Sembra che ogni evento umano, ogni essere umano,
potrebbe essere riassunto in modo facile, per noi, ora, che sappiamo o crediamo
di sapere cosa è avvenuto. In una sua celebre
frase Bassani scrive: «I morti da poco sono
più vicini a noi, e appunto per questo gli vogliamo più bene. Gli etruschi,
vedi, è tanto tempo che sono morti che è come se non siano mai vissuti, come se
siano sempre stati morti».
Io
non ci vedo il rischio di pensare che alcune persone siano sempre state morte,
piuttosto quello di poter ignorare il tempo, di poterlo concentrare e dilatare,
di vederlo come una pagina riassumibile in un attimo, mentre non esiste modo
alcuno di ignorare ogni singolo secondo della vita chi ci ha lasciati.
Se
non sappiamo - e non possiamo certamente sapere tutto - questo non ci autorizza
a semplificare e ad ignorare la nostra ignoranza. Una vita non è un attimo.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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