sabato 10 settembre 2011

Non riesco più a difendere la RAI

 
Ho sempre inteso come punto di onore la difesa della televisione pubblica, e quindi del pagamento del relativo canone. Ora però i dubbi mi crescono giorno dopo giorno. 
Vedo personaggi che ho seguito, più o meno discussi, non sempre condividendo le loro idee, ma ritenendoli comunque voci importanti, abbandonare o essere abbandonati dalla RAI. Cito solo Augias, Saviano, Santoro e Dandini. In parte anche Fazio. Per uno come me, non interessato allo sport se non per avvenimenti eccezionali come le Olimpiadi, poco attirato dall’intrattenimento come viene inteso da raiset, cioè ai telefilm seriali, ai reality, ai programmi dove ci si umilia per vincere qualche euro, ai telegiornali di regime ed a molte delle cose che passa la RAI, cosa resta?
A volte, la sera, mi butto su RAI-Storia, o seguo le trasmissioni di Philippe Daverio, poco, troppo poco per giustificare un intero palinsesto nel quale i tre canali principali  sono spesso inguardabili. Spesso capita che mi guardi qualche film, che possiedo, che prendo in prestito o che passa nella programmazione.
Se non ci fosse la televisione,  specialmente un certo tipo di televisione privata, probabilmente non avremmo questo governo, è una realtà che è nota da tempo. 
Ora stiamo arrivando a livelli abissali mai raggiunti prima, come la mitica ed ancora oggi ineguagliata discesa del batiscafo Trieste nella fossa delle Marianne, nel 1960.       

                 
                                                                                                        Silvano C.©
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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