sabato 4 ottobre 2025

Sin dove arrivammo prima che ci fermasse il mare

Noi che andavamo all’Ikea per mangiare al suo self service e così sentirci in vacanza tra altri turisti per qualche ora, fingendo di non sentire solo frasi in italiano.

Lì immaginavamo dove mettere un armadio di cartone, noi che avevamo già la casa piena in modo inverosimile.

Poi guardavamo il sapone che sembrava una stecca di cioccolato, lo compravamo, e prendevamo le piccole matite e i metri di carta, poi tentavamo di scorgere lo sguardo divertito di altri che osservavano alcune soluzioni d'arredamento decisamente strane.

Ricordavamo l’ultima volta che avevo montato un mobiletto seguendo le istruzioni come se si trattasse di una scatola di Lego. Solo un po' più grande.

In Svezia non siamo mai stati ma ne abbiamo visto la sua costa oltre lo stretto, restando in Danimarca. L’Ikea diventava il nostro surrogato.

Ricordo la confezione di biscotti a forma di lettere, che la mattina a colazione usavo per scriverti piccole parole, solo nostre.

E quei nomi per noi assurdi dati ai mobili, agli utensili, agli strofinacci, una specie di giostra delle meraviglie per adulti mai cresciuti.

Ora non andremo più assieme all’Ikea, per almeno un motivo fondamentale, e lasciamo a nostro figlio il tempo per farlo. Ciao, Viz

                                                                                                    Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

2 commenti:

  1. Ricordo malinconico in cui si intrecciano amore e grande complicità; la figura del figlio sul finale apre uno spiraglio di positività, rispetto ad un tempo che è passato e può vivere solo nel ricordo.

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