Cambiare città, cambiare giro, cambiare panorami e sistemi di riferimento, inventarsi una nuova immagine sperando di lasciare altrove le scorie e poi ritrovarsi con la propria parte profonda che non intende modificare nulla. Magari all’inizio, nella novità, si trova spaesata, poi rientra in pieno possesso della situazione e ripropone le medesime paure, gli stessi sogni, le identiche modalità di approccio. Quello che sembrava finalmente perduto ritorna. Solo, nel frattempo, si è invecchiati e il mondo è andato avanti, lasciandosi alle spalle gli illusi. Gli amici perduti oltre mezzo secolo prima non ritornano in presenza ma restano, la loro immagine di noi la conservano e ce la restituiscono. Camminare sotto i portici di una città più a nord alla fine non è tanto diverso rispetto al passeggiare con la nebbia in San Romano. Ciao, Viz. Credo di rimanere sempre lo stesso, cambia solo l’immagine che vedo allo specchio.
Silvano C.©
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