sabato 25 ottobre 2025

Il giorno più lungo

La notte che ci aspetta sarà più lunga, saranno due volte le due, l’ora in più potrà essere dedicata alla pazzia da tanto attesa, al furto con destrezza, a un amore clandestino o al bagno dopo mezzanotte. L’elenco potrebbe essere lunghissimo se sapessi cosa faranno tante persone con più fantasia, più energia e più capacità di me, con maggiore voglia di sperimentare, di provare nuove geometrie non euclidee di rapporti umani, di sfide, di altri inizi. Non è che personalmente sia privo di esperienze, ma ammetto che sono limitate. Non so cosa sia una famiglia allargata, non ho avuto dieci figli, sessualmente parlando credo di essere stato a livello di sufficienza ma non di più, non ho praticato sport estremi e ho ancora paura di volare. Quindi, stanotte, avrò un’ora in più per sognare, magari per andare in bagno e poi riaddormentarmi, e spero che avrò occasione di rivederti come mi è successo di recente, perché eri proprio tu. E dopo arriverà il giorno, forse più lungo o forse più corto, con le ombre della sera che arriveranno prima, se avrò spostato correttamente l’orario sull’orologio. Ciao, Viz.

                                                                                                    Silvano C.©

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giovedì 23 ottobre 2025

Notte e giorno

Sono un animale diurno, da pieno sole, anche l’impietoso sole del primo pomeriggio estivo, lo sai. La notte, che pure mi affascina per tanti motivi, devo dedicarla al sonno. Nelle rare occasioni di viaggi notturni ho sempre rischiato di addormentarmi, se guidavo, ed ho avuto fortuna se non mi è successo. Ricordo ancora con nostalgia le sere di Riva del Garda quando, dopo cena, ci capitava di andare a conferenze o incontri. Quasi sempre rischiavo di appisolarmi, con ovvie pessime figure. a Rovereto, dopo alcuni anni di abbonamento al Teatro Zandonai, decidemmo di smettere malgrado il desiderio di continuare fosse forte. Una volta, in loggione, mi addormentai di brutto appoggiando il viso al velluto rosso del parapetto. Quando mi alzai la guancia si era arrossata quasi come il velluto, e allora capii che dovevo smettere, che una stagione della mia vita era conclusa. Avevo iniziato a Ferrara ad andare a teatro, e per vari anni fui io ad organizzare tra gli amici uscite per concerti, balletti e prosa nell’intera provincia e in quelle vicine. Io e te poi continuammo per molto tempo, sino ad essere costretti a fare i conti con le alzate mattutine che non accettavano le ore piccole della notte. Per anni così sono stato mattiniero, tu un po' meno, e il mio essere diurno si è sedimentato. Della notte ammiro il mistero solo perché lo conosco poco. Durante la notte sogno, mi immergo nelle vite che ho vissuto solo lateralmente, non veramente. Di notte, quando posso, sogno te. Ciao, Viz.

                                                                                                    Silvano C.©

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mercoledì 22 ottobre 2025

I giorni dei morti

Stanno togliendo le erbacce e sistemando i vialetti. Stanno abbellendo i cimiteri per i giorni che verranno, dedicati ai morti. Noi, che morti ancora non siamo, guardiamo. Vediamo chi frequenta giornalmente o quasi le tombe, e notiamo chi arriva di tanto in tanto. Scambiamo qualche parola con chi ha la nostra stessa debolezza, i cimiteri li conosce e ci entra spesso. Magari non serve a nulla, i morti sono altrove, tu non sei dove vengo a trovarti. Eppure si costruiscono lapidi e monumenti funebri, si materializza il ricordo, si vendono fiori. Qualcuno fa uscire l’auto dal garage solo in questi giorni e pochi altri, rallentando il traffico in certe zone. Che dire, la memoria è anche questo, e qualcuno ovviamente non approverà. Ma è vita, ed è morte. Ciao, Viz.

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martedì 21 ottobre 2025

A tradimento

Sembra che avvenga a tradimento. Prima le nuvole erano basse, le previsioni meteo promettevano pioggia, l’umore si adattava al meteo e la visione d’insieme non faceva sperare cose belle, solo problemi e difficoltà, come l’apparente impossibilità di connettersi per ottenere una semplice prestazione sanitaria. Poi, senza preavviso, e insperato, arriva il sole ad asciugare l’asfalto, a spazzare le nuvole e a dominare la serata che si avvicina. Tutto quello che prima era impossibile è raggiungibile. Qualche venditore sorride, un vicino si ferma a parlare, un sito diventa accessibile, una password funziona, alcune fotografie finalmente si fanno trovare tra le tante che ho sistemato in cartelle speciali per averle sempre a disposizione ma che, sembra succeda per dispetto, si nascondono quando le cerco. Qualcosa avviene a tradimento, ma in qualche caso questo è positivo. Ciao, Viz.

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lunedì 20 ottobre 2025

Mutamenti solo allo specchio

Cambiare città, cambiare giro, cambiare panorami e sistemi di riferimento, inventarsi una nuova immagine sperando di lasciare altrove le scorie e poi ritrovarsi con la propria parte profonda che non intende modificare nulla. Magari all’inizio, nella novità, si trova spaesata, poi rientra in pieno possesso della situazione e ripropone le medesime paure, gli stessi sogni, le identiche modalità di approccio. Quello che sembrava finalmente perduto ritorna. Solo, nel frattempo, si è invecchiati e il mondo è andato avanti, lasciandosi alle spalle gli illusi. Gli amici perduti oltre mezzo secolo prima non ritornano in presenza ma restano, la loro immagine di noi la conservano e ce la restituiscono. Camminare sotto i portici di una città più a nord alla fine non è tanto diverso rispetto al passeggiare con la nebbia in San Romano. Ciao, Viz. Credo di rimanere sempre lo stesso, cambia solo l’immagine che vedo allo specchio.

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domenica 19 ottobre 2025

Come il cielo

Felicità è parola impegnativa. Sono mai stato felice io? Credo di sì, ed è avvenuto quasi certamente quando non mi chiedevo se lo ero, non mi ponevo il problema. Semplicemente vivevo. Immagino che qualcuno, se lo sia chiesto o no, non sia mai stato felice. La vita non è giusta e non da a tutti nella stessa misura, non prevede una forma di tassazione progressiva e redistributiva. Non lo fanno neppure i nostri governi. 

Tuttavia, se non alla felicità, è più facile pensare alla serenità. E in questo caso mi riesce quasi automatico associare ad alcuni momenti della vita questo stato d’animo, o la sua assenza. Tento di recuperare un poco di serenità, mi distraggo e provo a non scordare ciò che è fondamentale. Stamane il cielo non è sereno, forse lo sarà più tardi, e quando il cielo è sereno ogni cosa sembra trovare il giusto posto. Ciao, Viz.

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sabato 18 ottobre 2025

Telefonare ore pasti

Le strenne, quanti ricordi. Gli atlanti geografici pensati da me come se il mondo non dovesse cambiare mai i propri confini politici. Le visite tradizionali ai parenti, i cesti regalo con i prodotti scelti uno per uno. Gli struffoli conosciuti a casa di un’amica di origini napoletane ma trasferita da anni con la famiglia a Ferrara. Le sedute spiritiche per curiosità e mai vissute seriamente. Le illusioni e le timidezze inutili, il bullismo subito e restituito quasi come rivalsa personale e presto abbandonato perché un intervento puntuale mi ha spinto con la forza a capire, i giochi con le bambine perché i maschi in quel tempo neppure mi vedevano, o io non vedevo loro. Poi ero bravo a rivestire i libri, correvo veloce, non sapevo ancora nuotare ma l’acqua mi attirava. Ho capito che non amavo mangiare le rane, le lumache e neppure le anguille. Amici che sembravano per sempre ma che sono durati poche stagioni, perduti nelle nebbie ferraresi. In quelle nebbie fumai le prime e ultime sigarette, per fortuna abbandonate quasi subito. I primi giornaletti che definire pornografici, ora, mi fa persino tenerezza. Le due vincite in latteria dopo aver comprato i biglietti e dopo aver controllato le uscite dei numeri sulla ruota di Venezia. Le prime foto dei miei nonni e dei miei genitori messi in posa da me. Gli anni del modellismo navale povero che sublimava altri desideri. Anni passati, rimescolati, di attese e di scoperte. Il mondo era diverso, ma non credo fosse migliore. Semplicemente io ero più giovane. E poi il primo telefono di casa, quando ancora ci si poteva collegare alla filodiffusione ed era normale telefonare alle ore dei pasti. Ciao, Viz.

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venerdì 17 ottobre 2025

Ridere, sempre

Ho bisogno di sentire una cosa allegra, che mi faccia sorridere. Anche di una stupidaggine, ma divertente. Mi accontento di poco, basta una vecchia barzelletta, una battuta scorretta e censurabile, addirittura di cattivo gusto, purché sia chiaro che è tale e serve solo per sollevarmi un poco il morale. Ci sono troppe cose vere che non vanno bene, la realtà ha la forza del treno in corsa, della mastodontica nave da crociera che solca i mari alla massima velocità, dell’uragano che un tempo aveva nomi di donna. In questo caso ogni mezzo è buono e lecito, a condizione che il fine sia il sorriso. Sono da rivalutare i veri comici, quelli che sembrano scordare le miserie umane o che le deridono facendone occasione non di lacrime ma di allegria. Come nel vecchio avanspettacolo, quando assistetti agli ultimi bagliori di quel mondo prima che tramontasse definitivamente e diventasse altro. Fammi sorridere, e lasciami sempre il tuo sorriso. Fallo in sogno, se in altri luoghi ti è negato. Ciao, Viz.

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giovedì 16 ottobre 2025

L’Alpe di Susi

Noi che restiamo

questo facciamo:

ricordiamo

Tutti gli anni, in questo giorno, tu le telefonavi. Spesso mi inserivo pure io per un augurio veloce per il suo compleanno. L’ultima volta è avvenuto nell’ottobre del 2016, poi hai passato a me questo compito. Oggi non ho mancato, avevo segnato sul calendario all’inizio del mese Susi sul giorno 16. Non ho accennato come facevi tu alla canzone di buon compleanno ma ho detto che l’avevano citata nel notiziario regionale perché avevano parlato dell’Alpe di Susi. Ha sorriso, mi ha detto che stava a Guastalla, per una breve uscita da Carpi. Abbiamo parlato un poco di te e di Santa Vittoria, in Sardegna, poi l’ho salutata. Ecco perché non c’è errore nel titolo, ecco perché le cose sembrano quello che non sono, ecco perché assurdamente qualcuno partito dopo di te ti ha superata. Del resto che non ci sia giustizia a questo mondo l’ho detto pure ieri, e io non posso che ricordare. Ciao, Viz.

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mercoledì 15 ottobre 2025

Altri mondi

Che ci sia giustizia è evidente di no. Neppure in tribunale si fa giustizia ma, nella migliore delle ipotesi, si applicano correttamente e onestamente le leggi umane, magari correggendole sin dove è possibile per migliorarle se si trovano giudici adatti. Neppure di questa cosa tuttavia sono sicuro perché mi è molto difficile a volte avere un’opinione su alcune situazioni e le verità mi sembrano troppe per poterne scegliere una più delle altre. In ogni modo la giustizia in questo mondo non esiste, chiunque può vederlo e non serve fare esempi sulla situazione sociale, politica, economica e via continuando. Non credo neppure in una giustizia superiore. A volte capita il peggio a chi non lo ha cercato. Venendo dove tu non sei ho incontrato una signora anziana (come se io fossi giovane) con al guinzaglio un piccolo cagnolino. Ho scambiato due parole, ho saputo che è il cagnolino è una cagnolina, che ha sette anni e che era di sua figlia. I primi sei anni della sua vita la cagnomina li ha trascorsi con lei poi, circa un anno fa in questo periodo, alla figlia è stato diagnosticato un tumore. Nel giro di tre mesi tutto è finito. La figlia, di cinquant’anni, è morta. La cagnetta ora è con sua madre e di tanto in tanto va a trovare la sua padrona dove non è, esattamente dove anche tu non sei. Ecco una delle peggiori ingiustizie, veder partire prima di noi i nostri figli. Se in altri mondi questo tipo di ingiustizie non ci sono forse, almeno in questo, sono migliori del nostro. Ciao, Viz.

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martedì 14 ottobre 2025

L’ultima estate

Siamo stati alla Festa de l’Unità di Cibeno, una manifestazione piccola al confronto di altre più blasonate, non disertata dalle zanzare che amano molto le persone che escono nelle serate estive e non pensano di portarsi l’Autan. Abbiamo visto grotte e cascate, a volte con zaini sulle spalle degni di una traversata artica. Le coste italiane le abbiamo viste quasi tutte, con l’esclusione solo della Sicilia, che avevo visto anni prima. La Spagna all’interno è stata micidiale, come bellissime le nebbie atlantiche del Portogallo. Quasi sempre abbiamo evitato di partire con altri, noi bastavamo a noi stessi, poi avremmo raccontato al ritorno. Abbiamo visto la Grecia di giorno, molto diversa dalla Grecia notturna che un paio di amici avevano vissuto. Siamo stati in quasi tutta l’Europa raggiungibile in auto e senza volare, e abbiamo speso cifre notevoli solo per il carburante. Tutto questo durante l’estate, tranne l’ultima. Ciao, Viz.

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lunedì 13 ottobre 2025

Mia madre, mio zio e la gatta

Mia madre non l’ho amata abbastanza, le preferivo mia nonna. Mia madre lavorava fuori casa, mia nonna invece mandava avanti la famiglia con la cucina, l'orto, le galline e le faccende. Questo sino ad un certo momento, prima che si rompessero gli equilibri che ricordavo sin da bambino. Se però io non amavo abbastanza mia madre mio padre l’ha amata sino alla fine e anche dopo, lei ha avuto la sua dose di amore, anche se non per merito mio.

Mio zio era, tra i tanti fratelli di mio padre, l’unico laureato, che studiava mentre gli altri cenavano al lume di una candela e poi mangiava da solo, al buio. Ha fatto strada e ha avuto ruoli importanti, a Ferrara. Ho avuto notizia della sua morte un giorno che ho telefonato ai miei durante l’unico viaggio che facemmo assieme a Bergamo, ed era anche la prima uscita che facemmo dopo l’acquisto della nuova fotocamera reflex. Immagino che tu lo ricordi.

La gatta era arrivata non so come a casa dei miei, ma non era la gatta di casa, preferiva restare fuori, approfittando magari del garage. Era un po' selvatica, voleva la sua libertà. Accettava di malavoglia di farsi prendere e tenere in braccio anche se non ricordo mi abbia mai graffiato.

Mia madre si chiamava Pasquina, mio zio si chiamava Pasquino e la gatta si chiamava Pasqui. Mia madre e la gatta li hai conosciuti, Viz, mio zio no, ne hai solo sentito parlare.

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domenica 12 ottobre 2025

memoria e ricerca

Sempre più frequentemente mi capita di pensare o tornare a episodi vissuti negli anni giovanili. Addirittura mi rivedo in un capodanno di oltre sessant’anni fa, il mio ultimo capodanno a Porotto. Questo avveniva prima che la mia famiglia si trasferisse nella zona di via Bologna in una casa di edilizia popolare come capitava a tanti negli anni sessanta, gli anni del Boom. Ricordo non benissimo il gruppo di amici di allora, un disco di Celentano messo ripetutamente sul giradischi a fonovaligia, il Monopoli sul tavolo e quella casa nuova già col riscaldamento a termosifoni che noi avremmo avuto solo più tardi. Ripenso a un’amica di comuni amici persa di vista quasi subito, poco prima del mio trasferimento in Trentino, con la quale una sera uscimmo a cena verso il mare, ma non sono sicuro neppure che uscimmo a cena e ne ho scordato in parte anche il nome. E poi Oriana, sempre amica di amici, che andammo a trovare un giorno nella sua casa vicino a Bondeno dopo essere stati in vacanza assieme, lei col suo ragazzo, che morì poco dopo. Era giovanissima, e bella; la morte dovrebbe evitare queste cattiverie. Un’estate i miei affittarono un appartamento in un paese della riviera veronese del lago di Garda. Fu in quell’occasione che arrivai Trento la prima volta, prima di diventare a mia volta trentino di adozione. Chissà cosa mi porta queste immagini. Intanto ho smesso di venire a trovarti dove non sei più di una volta al giorno. So che è ora, ma un po' mi sembra quasi tradimento. Alla ricerca, forse sono alla ricerca. Di cosa dovrei però capirlo. Ciao, Viz.

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sabato 11 ottobre 2025

Tu non sai chi sono

Tu magari non sai nulla di me, o molto poco. Ti affidi forse a quanto vedi sui social, quindi hai una prospettiva virtuale, parziale e non necessariamente veritiera. Magari sei un amico al quale però non ho spiegato che sto combattendo una lotta contro un tumore perché preferisco non dire troppo e vorrei essere trattato e pensato come una persona sana. Ignori che da giorni ho un forte mal di denti che m’impedisce la concentrazione, o che soffro di mal di testa. Non sai che ho problemi legali per un sequestro della casa nella quale vivo, che mio figlio è stato ricoverato o è stato lasciato dalla ragazza, e la cosa mi fa star male. Ignori che penso a un’amica che non riesce più a mangiare e che ha continue vertigini, e tenta di non farlo pesare a nessuno accettando quanto le capita. Forse non sai neppure chi è mio padre, che ruolo ha mia madre in quella struttura, che potere ha la mia famiglia e che, al bisogno, può intervenire in mio aiuto. Potrei anche essere pericoloso perché fortemente irascibile sotto la maschera di persona educata e disponibile, pronto a ogni bassezza per vendicarmi di un torto che posso pensare di aver subito a causa tua. Tu sai di me quello che sai, che non è tutto, quindi, se vuoi un consiglio, sii sempre educato e corretto quando mi contatti, non sparlarmi dietro le spalle perché queste bassezze prima o poi le scopro e perderesti il mio rispetto, come minimo. Non sai se sono più angelo o più diavolo, non puoi saperlo, e neppure io lo so, dipende da che giorno sto vivendo.

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venerdì 10 ottobre 2025

importanza del lato B

Se non sono morto prima è solo questione di culo. Adesso, coi miei anni, sono certamente più prudente alla guida e so contenermi maggiormente entro i limiti delle mie capacità e del buonsenso quando vado in montagna o al mare, ma non è sempre stato così. Ho voluto per certi aspetti una vita spericolata, ho tentato anche di guidare a fari spenti nella notte oppure di far decollare la Seicento di allora, che apparteneva a mio padre, immaginandomi come Campbell alla guida del Bluebird. Pazzia, non so definirla in modo diverso adesso. Quando di recente ho raccontato a mia zia gli innumerevoli piccoli incidenti avuti in auto in età giovanile, coi danni sempre pagati da mio padre senza farmi pesare mai troppo la cosa, lei è rimasta stupita, mi pensava diverso. Ho rischiato nuotando in mare aperto senza valutare o conoscere le correnti marine oppure scalando in ciabatte e in costume da bagno scogliere ripide e instabili, ho fatto tutto questo e ne sono uscito vivo, senza un graffio. Ma non ho imparato veramente dalle esperienze, anzi, mi sembrava di essere immortale, ero stupidamente fatalista. Solo molti anni dopo ho iniziato ad aver paura mentre guidavo in auto nella nebbia fittissima, eppure ho visto incidenti e morti sulle strade, ma capitava sempre agli altri. Ciao, Viz, mi conoscevi bene ma forse non ti ho sempre raccontato tutto, anche se molto. Poi sapevo essere veloce nel traffico, mi sentivo un pilota e qualcuno mi diceva che ero bravo mentre altri invece un po' avevano paura. Questo è successo.

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giovedì 9 ottobre 2025

Devi sapere

È stato un piacere, credo pure un onore, ma quando è ora è ora. Nessun rimpianto, entro certi limiti, nulla da recriminare su come vanno le cose adesso, ma occorre anche accettarle come vengono senza abbandonare mai un sano realismo e la disponibilità a soffrire ancora un po', anche a stare decisamente male. E tutto questo pensando agli altri, sempre, sorridendo appena se ne presenta l’occasione.

Aznavour cantò una sua canzone tra le più famose quando ero ancora giovane e non capivo quasi nulla della vita, vedevo tutto soltanto col paraocchi personale a mia misura. E già allora la ascoltai ripetutamente, malgrado la mia limitatezza la sentii mia. Adesso che lei sta percorrendo un momento difficile, lei che è e fu nostra amica, senza inutili cattiverie mai, anzi, sempre pronta a correggere quelle altrui, adesso le telefono spesso, e lei appena può risponde, o subito o poco dopo. Oltre non voglio andare. Ciao, Viz, la vita è così.

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mercoledì 8 ottobre 2025

Una chiamata al telefono

Prima o poi il telefono resterà muto, è nell’ordine delle cose. Già le poste ormai non mi recapitano quasi più corrispondenza privata, e pure io ho smesso di inviarne, ma il telefono no, è la prova dell’esistenza in vita la voce che risponde all’altro capo della linea, magari senza filo. Già, anche il filo ormai sembra non servire più, tutto attraverso segnali nell’aria, anche nel vuoto. Non si tratta di accettare o no la cosa, tanto succederà comunque. Ma fa male. Non è solo il nuovo che un po' mi disorienta, anche se mi piacerebbe fissare all’infinito le situazioni, le case, le strade, le persone, gli amori e le amicizie, no o non solo. È l’assenza che prima o poi arriverà. E quella non avrà rimedio. Si tratterà di trovare nuovi motivi per andare avanti, per tentare di coprire, ma le ferite si accumuleranno, e già non sono poche. Ciao, Viz

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martedì 7 ottobre 2025

Nessuno è normale

So che quella di Basaglia non è una battuta e che da vicino nessuno è normale, ma io conosco persone decisamente strane, o quantomeno molto particolari. Ad esempio so di chi pensa che il massimo dell’eleganza sia non essere visto, cioè mimetizzarsi sempre tra la gente senza dare appigli che lo possano far emergere o ricordare un attimo dopo averlo perso di vista. Un altro non ama camminare per strada sentendo qualcuno che parla dietro di lui, sia si tratti di un gruppo di persone sia di chi discute al telefono. Si ferma immancabilmente e si fa superare, poi riprende a camminare immerso solo nei propri pensieri, non in quelli altrui. Lo stesso poi, raramente, vorrebbe capire cosa dicono gli altri, ma in questo non è molto bravo e quasi mai riesce ad ascoltare i discorsi altrui che gli interesserebbe sentire. Un altro, come lui, quando andava al cinema sceglieva sempre le file in fondo. Ci teneva ad arrivare primo per poter essere ultimo. C’è chi, quando si tratta di andare a pranzo o a cena, ama farlo presto, magari un po' prima del tempo solito, anche a rischio di trovare i locali ancora semivuoti. Qualcuno ama essere ammirato, omaggiato, lodato, e pur sapendo che non tutto è sempre sincero ci casca continuamente. A volte in passato scambiò un piccolo truffatore per amico, e finì come ognuno può immaginare. Vedo chi confonde l’amicizia, non la riconosce, non la difende e non la cura come dovrebbe, e in aggiunta ha il pregio di legarsela sempre al dito anche quando sarebbe il caso di lasciar perdere. Un altro tende ad arrivare sempre prima dell’orario fissato, preferisce aspettare piuttosto che far aspettare, tuttavia non ama i ritardatari seriali. E se ti dicessi che tutte queste persone sono in realtà una sola, che tu conoscevi molto bene, cosa mi diresti ora? Ciao, Viz.

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lunedì 6 ottobre 2025

Lockdown

Quale occasione migliore per poter seguire certi istinti e certe ambizioni di isolamento e solitudine di questa? In fondo l’ho sempre cercata e, anche nei miei momenti di maggior socialità, ho vissuto in parte come un dovere il divertimento a comando legato alla data sul calendario, alle ricorrenze che sembrano generare felicità e serenità. In certi momenti solo gli sfigati stanno da soli, oppure chi ha un motivo serio per farlo, come un ordine di servizio sotto le armi come militare di leva. Molto è legato alla mia psicologia malata che vede dietro ogni finestra illuminata di notte una famiglia felice, un gruppo di persone che stanno bene e non hanno problemi o come una coppia che festeggia qualche situazione bella. Poche le persone che a parole e coi fatti hanno dato importanza nulla a questo modo di vedere alcune feste; le ho incontrate ma sono poche. Se non si può uscire di casa e se le disposizioni del governo vietano alcune riunioni e, di fatto, dicono che è meglio non incontrarsi al chiuso con nessuno, allora sono giustificano e coperto. Non è una mia debolezza o un mio limite, è così per tutti. Qualcuno che per lavoro entra in crisi profonda e comincia con l’odiare e il negare quanto avviene lo posso capire, certo, ma nel mio piccolo mondo se non vedo nessuno non è più per mia scelta. La giornata si può concludere senza che mi senta in colpa o in stato di inferiorità. Il confinamento finirà, lo so, e tu per certi versi sei fortunata a non doverlo vivere, eppure la mia mente bacata mi fa pensare a questo. Ciao, Viz

                                                                                                    Silvano C.©

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sabato 4 ottobre 2025

Sin dove arrivammo prima che ci fermasse il mare

Noi che andavamo all’Ikea per mangiare al suo self service e così sentirci in vacanza tra altri turisti per qualche ora, fingendo di non sentire solo frasi in italiano.

Lì immaginavamo dove mettere un armadio di cartone, noi che avevamo già la casa piena in modo inverosimile.

Poi guardavamo il sapone che sembrava una stecca di cioccolato, lo compravamo, e prendevamo le piccole matite e i metri di carta, poi tentavamo di scorgere lo sguardo divertito di altri che osservavano alcune soluzioni d'arredamento decisamente strane.

Ricordavamo l’ultima volta che avevo montato un mobiletto seguendo le istruzioni come se si trattasse di una scatola di Lego. Solo un po' più grande.

In Svezia non siamo mai stati ma ne abbiamo visto la sua costa oltre lo stretto, restando in Danimarca. L’Ikea diventava il nostro surrogato.

Ricordo la confezione di biscotti a forma di lettere, che la mattina a colazione usavo per scriverti piccole parole, solo nostre.

E quei nomi per noi assurdi dati ai mobili, agli utensili, agli strofinacci, una specie di giostra delle meraviglie per adulti mai cresciuti.

Ora non andremo più assieme all’Ikea, per almeno un motivo fondamentale, e lasciamo a nostro figlio il tempo per farlo. Ciao, Viz

                                                                                                    Silvano C.©

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venerdì 3 ottobre 2025

E i vecchi amici? E noi?

Stanno tutti male. Tutti, nessuno escluso. In tempi recenti vedo poche persone direttamente, mi muovo meno e socialmente sono un orso. Tutti gli amici coi quali sono in contatto e coi quali col tempo non ho sfilacciato i rapporti hanno problemi, per lo più di salute. L’eccezione sono i morti, gli amici che ho perduto perché ormai partiti definitivamente. Complice la mia età sento al telefono chi è in cura da anni con chemioterapia e sta rifiutando di continuare perché il peso e gli effetti delle medicine sono sempre più insostenibili, con la debolezza, le vertigini, le febbri e la sempre minore voglia di mangiare si sta poco a poco spegnendo. Riconosco le parole, le situazioni, la forza di continuare ma senza insistere, senza accanimento. Tu Viz sai perfettamente il perché, lo so. Il compagno di un’amica che è mancata poco più di un anno fa si cura da anni con problemi enormi, con alti e bassi, recentemente sempre più bassi. Due amiche vicine combattono da tempo con malattie rare e difficoltà anche a fare le scale. Un’amica di Ferrara, oltre alle altre cose, ha pure avuto problemi coi denti, e il dolore in questi casi non scherza. Poi non posso dimenticare chi entra ed esce da ospedali e cliniche per interventi, visite e controlli. La vita chiede sempre il conto di quello che ha concesso, difficilmente se ne esce senza problemi e salvando quella ridicola dignità che sembra un nostro diritto inalienabile. Basta entrare in una corsia di degenza per capire che qualcuno a volte ti deve anche pulire il culo, e tu devi lasciar fare, capisci perfettamente che una cosa del genere solo poco tempo prima neppure l’avevi preventivata. Poi i giorni passano, uno dopo l’altro, e qualcuno è un vero regalo, qualcun altro un peso da accettare e superare. Ciao, Viz. Col tempo che passa capisco cose che prima non capivo, e ancora non so nulla. Aiutare gli altri è una soluzione che qualcuno mette in atto, e gode della mia stima. Oltre non so dire.

                                                                                                    Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

giovedì 2 ottobre 2025

Nessun obbligo in nessun luogo

Il non-luogo, per definizione, non esiste. Per me può stare dove altri non lo vedono mentre invece si fonde chiaramente e si sovrappone a quanto è visibile a tutti, rimanendo trasparente. Allora può diventare la stanza di una casa dove ho vissuto e che non mi appartiene più, con i mobili, le foto alle pareti, i segni della vita di allora. Ma può anche essere un sentiero di montagna che percorremmo assieme e che, adesso, rimane nel mio archivio fotografico. Mio e di nessun altro. Pure tu ti lamentasti che da quando ero passato al digitale le foto non le vedevi più, non le stampavo più, non le raccoglievo in piccoli album. Un non-luogo è quello che, in forme diverse, mi torna in sogno, mi fa illudere di essere dove non sono, mi trasforma in attore di una storia della quale non sempre capisco il senso. Ma potrebbe anche essere lo spazio cercato nella fuga dalla realtà che non basta più, che ha superato ogni possibilità di essere accettata. So che la realtà ha sempre ragione, che è oggettiva, ma non sono obbligato a crederci. Ciao, Viz.

                                                                                                    Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

mercoledì 1 ottobre 2025

Età dell’oro

Alla ricerca dell’età felice, che forse non fu felice come nel ricordo.

Alti e bassi, attrazione e stanchezza, condivisioni e separazioni, verità e bugie. In una parola amore e odio, a volte non così separati come dovrebbero. 

Il centro di gravità permanente non esiste, inutile farne il centro della ricerca, va bene in una canzone, è utile a indicare un ideale sapendo che si tratta di emozioni. 

Potrei elencare molti miei difetti, che per pietà non farò, basta che li vedano quelli che mi conoscono. E ugualmente potrei fare coi miei pregi, non sono tutto e sempre sbagliato, magari solo un buon diavolo che a volte sa dove mettere i coperchi. 

Un personaggio in cerca d’autore, forse, anche se non credo di meritare di essere protagonista di alcuna opera da mettere in scena. So recitare poco e male, in pubblico parlo ma senza molta scioltezza. Vidi alcuni grandi attori come sanno dominare il palcoscenico, la platea, i palchi e il loggione. Quasi tutti ormai sono morti. Andavo a teatro negli anni giovanili, e ormai quel tempo è finito. 

Era un’età felice? Adesso mi verrebbe da rispondere sì. Tu eri con me. Ciao, Viz.

                                                                                                    Silvano C.©

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