sabato 8 marzo 2025

Pagliacodis

Ho, abbiamo, sempre avuto una certa attitudine nel dare a persone, cose o situazioni nomi di fantasia, a volte ironici, a volte per prendere decisamente in giro, altre semplicemente per condividere un nostro vocabolario privato. Non credo sia eccezionale, molti lo fanno. Personalmente ricordo ancora Trombetto, il Lupo, il Mona, la Slasticiarna, il Pollo. Il Lupo, col suo particolare incedere, lo incontro ancora di tanto in tanto, ma lui non sa perché lo abbiamo soprannominato così, e a me spiace che tu non sia ancora qui con me a vederlo. Il suo vero nome non l’abbiamo mai saputo. Paglicodis invece non è frutto della nostra fantasia ma di quella di Licia, e non era riferito ad una persona specifica ma a qualcuno che avesse manifestato il particolare atteggiamento di chi ha la coda di paglia. In fondo si tratta solo di questo, di parole che creano una bolla di inclusione e condivisione, nessuna cattiveria vera ma il desiderio di parlare e comunicare in modo meno formale, più intimo. Chissà quante volte, del resto, noi stessi siamo stati oggetto, a nostra insaputa, di simili privati appellativi. Ciao, Viz. Nella vita capita anche di peggio.

                                                                          Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

venerdì 7 marzo 2025

Il posto giusto

Se un posto è giusto probabilmente non resterà vuoto a lungo. Arriverà il gatto che si metterà dove c’è più caldo o più fresco. Arriverà l’amico che aspettavi e non sapevi di aspettare, anche se un po' ci speravi. Arriverà l’amore, e se non resterà sempre presente come vorresti resterà comunque, quello per fortuna rimane anche dopo, sarà con dolore ma non solo con dolore. Arriverà un seme portato dal vento che farà nascere un albero, e questo non resterà isolato se attorno c’è lo spazio adatto. Ogni cosa troverà posto e spazio, e se non avverrà forse non mancherà a lungo perché lentamente se ne andranno anche le persone che se ne ricordano. Trovo difficile dire cose, le parole servono forse a chiarire ma prima occorre aver capito. E poi succede che le parole sgorghino senza ostacoli, che irrompano e si fermino solo un attimo per riprendere fiato. Come una guida che ama il suo lavoro e vuole raccontare e trasmettere entusiasmo, non solo conoscenze. Basta farlo nel posto giusto con le persone giuste. Ciao, Viz.

                                                                          Silvano C.©

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giovedì 6 marzo 2025

Il tempo si misura in attimi?

Quanto dura un attimo? La risposta non può che essere soggettiva, e anch’io potrei darne diverse di risposte in funzione di quello che vivo. Può essere un secondo, uno tra i tanti che mi sfuggono e neppure me ne accorgo. Può durare molto di più e ora sembrarmi breve, troppo breve. La felicità dura attimi, quello lo dicono in molti. E il dolore quanto dura? (Quello che penso?) Sempre troppo. Il tempo si misura anche in secoli e in frazioni di secolo. Un quarto di secolo, due quarti di secolo, tre quarti di secolo… sembrano intervalli lunghissimi, eppure anche questi durano un attimo. Una vita si può misurare in quarti di secolo? A quanti quarti abbiamo diritto? Nessun diritto, solo casualità e circostanze a favore o contro, a insindacabile giudizio non mio. Ciao, Viz. Inizio a ragionare sui quarti di secolo.

                                                                          Silvano C.©

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mercoledì 5 marzo 2025

Una sera memorabile

Tanti anni, tantissimi anni. Oltre metà della mia vita. Del futuro non so nulla ma del passato ricordo molto, ed è solo il passato il tempo che è mio, che posso tenere da parte. Tu mi dirai che è stupido, che si vive nell’oggi, che è inutile fasciarsi la testa prima che succeda qualcosa o rimpiangere quello che si è perduto, serve essere nel presente, approfittare di ora e lasciare che scenda la sera, quando è il momento. Di tante cose che vorrei dire oggi è che penso ad una sera del 1979, quella sì che fu memorabile. Ciao, Viz.

                                                                                                                Silvano C.©

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martedì 4 marzo 2025

Cosa c’è in tavola?

Anche questo è passato, quasi non me ne sono accorto se non per i tipici dolci che non ci siamo fatti mancare a tavola. Un tempo, molto tempo fa, li avevi preparati anche tu, e ammetto che non ti diedi la soddisfazione che avresti meritata. Troppo tardi, ormai. Colpa mia, che ho sempre ritenuto la cucina una proprietà privata nella quale non ammettere altri, nessun altro, senza eccezioni. Nelle cucine altrui, quando capita, entro e curioso. A volte imparo così a preparare piatti nuovi, oppure capisco che a certi livelli non sono destinato ad arrivare. E so apprezzare quello che mi piace, oppure il rispetto di alcune tradizioni, o ancora ogni tipo di cibo che mi riporti chi non c’è più. Questo è ogni piatto importante, non conta se ricco o povero. Contano i piatti, contano i libri, contano le telefonate e le visite, contano gli auguri al momento giusto, contano le passeggiate e i sogni di andare chissà dove. Ogni cosa conta, purché conti. Ciao, Viz.

                                                                                                                      Silvano C.©

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lunedì 3 marzo 2025

carnevale

Taci e non dir nulla

Il silenzio per me non è silenzio, non lo è mai stato

Domami forse lo diventerà, quando le luci si spegneranno

Oggi però le luci sono accese, di notte ci sono le stelle e, più vicini, i lampioni

Ma il vero silenzio non l’ho ancora provato. Se tutto tace resta il rumore di fondo, con le voci di tutti, con la memoria che porta allegria e dolore.

Anche in attesa della fine del carnevale non ci può essere silenzio, tu mi parli ancora, tutti spingono e si ingorgano tentando di uscire e dire. E raramente ho amato il carnevale.

Nel silenzio che non c’è risento Licia e Roberta, Sandro, Alfredo che non sopporto né sento più da tempo, Daniele e Angela, Katia e Romeo, mi arrivano ancora la voce di mia madre e mio padre, di mio nonno e mia nonna, e risento te, meno di quanto vorrei.

Quindi non devi dir nulla, continuo a sentirti ma mi manchi, mi contraddico e, quando vengo a trovarti, non trovo più i gatti che meno di un anno fa trovavo a farti compagnia. Ora forse si sono avvicinati a te e allontanati da me. Mi mancano i gatti e mi manchi ancor di più tu.

Non ho voglia di far festa per carnevale. O meglio. Mi piacerebbe poterti aspettare con un piatto di maccheroni fumanti mentre scendi dalla corriera a Sarche, un giorno di carnevale di troppi anni fa.

Ciao, Viz.

                                                                          Silvano C.©

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domenica 2 marzo 2025

La cura

Usa gli occhiali, senza sai che non noti tutti particolari. Poi prendi magari quell’attrezzo che soffia vapore ad alta pressione, è utile per rimuovere piccole incrostazioni tra rubinetto e lavandino, nelle fessure tra piastrelle, negli angoli vicino al piatto doccia. Dedica almeno una decina di minuti alle operazioni che vedrai come più urgenti, non rimandare. Se poi i minuti diventano anche dodici o quindici non è un problema, che urgenze hai in un pomeriggio nel quale nessuno ti cerca? Hai lo spruzzino con la soluzione anticalcare, lo so, utilizza pure quello. Sai già che questo lo puoi fare, lo devi fare, ti fa bene farlo. Se la cosa ti cura mi chiedi? Non so se sia una cura vera, non lo so, ma un po' ti distrae, ti dedichi ad un lavoro utile e sicuramente, dopo, una parte della casa sarà più pulita. Questo sai fare e puoi fare, basta poco ogni giorno, e tra non molto è primavera. È la stagione giusta. Ciao Viz. Questo me lo sono detto da solo, non prendermi in giro però, sorridi.      

                                                                                     Silvano C.©

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sabato 1 marzo 2025

Un nuovo foglio del calendario

Si avvicinano quei giorni pieni di memoria, quelli che da molti anni hanno assunto sempre maggior significato e che, purtroppo, hanno anche iniziato a perdere pezzi e persone con le quali ricordarli. Ogni azione al riguardo è inutile, lo so. Dovrei essere più pragmatico e meno autoreferenziale e autolesionista, dovrei. Guardare avanti sempre e mai indietro. Per alcuni versi ci riesco bene, e anche la pigrizia mi aiuta a non tornare in alcuni luoghi che conoscemmo assieme. Mai cercare la felicità dove si è vissuta senza sapere di viverla, è cosa risaputa. Quei luoghi ci ha pensato il tempo a farli sparire o a deformarli senza pietà. E poi tu non ci saresti. Quindi, adesso, che ci andrei a fare? Ma quando il calendario arriva a questo mese non posso nulla, tutto sembra convergere in un unico punto nero che assorbe ogni cosa, la fa sparire e subito riemergere uguale e diversa. I tuoi biglietti li conservo, conservo i tuoi libri che in parte leggo, quello che ti piaceva non è andato altrove, parte è come allora, e qualche volta sembra che tu, da sotto, mi chieda qualcosa. Nulla è come prima ma tanto, anche se tu fossi qui, non sarebbe comunque com'era dieci, venti o trenta anni fa. Così è che va il mondo e con lui la vita che ci tocca. Ciao, Viz.

                                                                                          Silvano C.©

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