Ma si può piangere da idioti per un paraurti? Verrebbe da negare, non è possibile dare importanza ad una simile stupidaggine, eppure lo feci. Ho pianto di rabbia e nervoso, per un attimo, a causa di una mia manovra sbagliata grazie alla quale sono andato a sbattere col paraurti posteriore della Polo, allora quasi nuova, contro un muretto basso che sapevo che c’era ma non vedevo esattamente dove. È successo nel 2016, ti avevo accompagnata alle tue analisi, sarei ritornato poco dopo a riprenderti, mi ero allontanato per comprarti in quel forno un paio di cornetti freschi per la tua colazione, che avresti fatto a casa al ritorno dall’ospedale. Erano troppi mesi che la cosa continuava, c’era speranza e anche molta paura rimossa, il non detto superava e incombeva sul detto, ero nervoso e non per colpa tua ma a causa della situazione che non sembrava volersi risolvere. L’auto era quasi nuova, meno di due anni dalla sua immatricolazione, e quella manovra aveva prodotto una crepa nel paraurti posteriore di plastica. Poche lacrime per un paraurti, roba da vergognarsi sinché si campa, eppure, eppure, solo ora capisco che non è stato il paraurti. La causa scatenante e confessabile era quella, la causa reale e indicibile era un’altra. In seguito ho trovato un carrozziere che con una spesa minima mi ha sistemato l’auto ma nessuno ha sistemato i tuoi problemi. Ed io perché ho pianto per quel paraurti allora? È così, Viz, noi che lo vivemmo possiamo dirlo, ma a te non avevo mai raccontato tutto. Non meritavi anche questo. Così è, così poi è stato.
Silvano C.©
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