Quando sarò morto. A chi importa quando questo avverrà e come mi si penserà? Julio Cortázar ha scritto di non pronunciare il suo nome quando lui sarà morto. Meglio dire altre parole e lasciarlo finalmente libero di riposare. Non sono Cortázar però, sarei già morto. Sarei uno dei massimi scrittori del XX secolo. Sarei ricordato come lui malgrado quelle sue parole. Ti scrivo adesso con meno assiduità, meno regolarità. Pensarti lo faccio sempre, non passa giorno. E passo anche. È solo questo mio dialogo scritto che non deve essere un impegno, non può esserlo. Quando sarò morto quindi non so se m’importerà più di quello che sono o sono stato. So che m’importa di te e di come è andata. Ho scavato con chi ha vissuto tratti di percorso con te, prima di me. Ho provato dolore. Non so se ti ho costretta a restare contro i tuoi desideri, magari non lo saprò mai. Il dolore però non dovrei cercarlo, quello è stupido farlo. Me lo hai spiegato chiaramente, poche volte ma in modo netto, impossibile fraintenderti. Quindi che ci posso fare se è così? Magari migliorarmi, cambiare, correggermi. Quella è la risposta, è solo quella. Ciao Viz, mi manca un sorriso, il tuo.
Silvano C.©
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