Cosa sarò e cosa sei ora non
so dirlo, nessuno ha prove, nessuno lo racconta permettendo di verificare la
verità delle sue affermazioni.
Posso solo dire che non si
vive dopo la morte, la vita è questa che mi resta e che hai avuto, che altri
continueranno dopo di me e dopo di noi.
Dopo però qualche cosa rimane,
e a volte ho una grande curiosità di scoprirlo, facendo finire finalmente quest’attesa
per certi versi assurda, che tuttavia devo riempire di senso ed azioni non completamente
stupide, non tutte cattive, possibilmente in grado di lasciare, dopo di me, un
giudizio accettabile. Non temo, credo, il castigo, né mi illudo di avere premi.
Non so neppure chi e cosa e se sarò, figurarsi il resto… Temo invece che chi
rimane, dopo di me, veda troppi difetti, troppe mancanze, troppi egoismi, e scopra
troppi scheletri nell’armadio. Vorrei che la mia storia fosse giudicata con una
certa benevolenza e così cavarmela, senza gloria e senza infamia. Uno tra i
tanti, da ricordare, ogni tanto e senza esagerare, per alcuni anni prima di
sparire per sempre qui.
Se dico che mi manchi questo
basta per dire che ci sei, in qualche modo? Quando compro qualche cosa che a te
piace(va) posso pensare che sorridi? E se quando ti vedo sorridere so che
veramente tu non sei mai lontana, posso dirlo?
Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
puoi dirlo, perchè nonostante non sia nè credente nè altro anche a me succede, e a luglio saranno trascorsi 6 anni, ma a volte, soprattutto in questa casa che ci siamo costruiti con tanto impegno e anche preoccupazioni, io Aldo lo vedo rinascere nei fiori, nelle melanzane dell'orto, ma soprattutto quando torno a casa dopo un viaggio è come se due braccia mi accogliessero. Si può dire che sia un gioco consolatorio della mente, certo, ma è indubbio che serve.
RispondiEliminaHo perso dimestichezza col blog, leggo solo ora... grazie...
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