domenica 31 maggio 2020

lite

Cosa mi racconti?
Non so, dimmi tu.
Un cosa allegra, hai sempre la faccia da funerale…
Non ho la faccia da funerale, è la mia faccia di sempre, non mi sembra neppure di essere arrabbiato più del solito.
Io però sono stanca di questa cosa, e di come mi tratti.
E come ti tratterei, scusa? Non mi sembra di aver fatto niente, assolutamente niente di sbagliato. Non adesso, almeno.
Ed ora fai silenzio? Inizi e poi non spieghi?
Non credo sia necessario spiegare, e se non vuoi capire non posso obbligarti.
                                                          --
Qui mi fermo, oltre sarebbe troppo, troppa fantasia, troppa chiarezza, troppa sincerità o troppa invenzione. La realtà è diversa, e la realtà che vivo non è quella che vorrei, o almeno non tutta. Un dialogo funziona solo se si è in due a parlare, ed una lite riesce sicuramente più completa se si litiga in due.

Litigare da solo non funziona, e litigare con te non mi è più possibile. Io rivorrei indietro le mie tante liti con te, quelle che alla fine spesso mi hanno visto fare la figura dell’idiota. Riflettendo a mente fredda non poche volte ero costetto ad ammettere il mio torto, e con questo certe volte speravo di aver chiuso la faccenda. Non sempre era così, ovviamente, perché non tutte le parole si possono perdonare e molte lasciano un segno, o un senso di colpa.

Di tante litigate ne ricordo una in particolare, una nella quale certamente sono andato oltre le righe, nella quale i toni erano sbagliati, ma ora rifarei esattamente come quattro anni fa. Sbagliando, certo, ma la rifrei. Mi spingeva la volontà giusta, quella che alla fine sono certo hai dovuto ammettere pure tu, anche se non abbiamo più approfondito. Andare a fondo, anche ora, mi fa male, ho sbagliato persino a voler ricordare. Eppure è stata solo una telefonata,  sbagliata nella forma, non in quanto provavo.
Mi manca quella lite. Ridammela Viz.

                                                                                               Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

sabato 30 maggio 2020

…se telefonando



Se fosse tanto semplice risolvere un’incomprensione, spiegarsi e farsi capire, se fosse veramente possibile…

Se uno scatto d’ira potesse essere ricondotto a più miti consigli prima ancora di potersi manifestare, semplicemente imponendosi di contare sino a 10, o sino a 100, anche sino a 1000 se necessario.

Se ora potessi dire, in tutta sincerità, che quella volta in fondo non feci nulla di male lasciandomi prendere dal nervoso, che quei gesti persino ridicoli non furono nulla, che la giornata non ne fu influenzata, che nessuno ne fu ferito, se…

Se ora potessi scendere dalla stanza dove quasi nulla è mutato, e potessi trovare che nelle stanze sotto nulla è mutato o quasi neppure lì, se questo ora potesse avvenire.

Se telefonando potessi…

Solo che non posso, Viz.

                                                                                               Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

venerdì 29 maggio 2020

camminare



Camminare per le strade che ho conosciuto solo grazie a te mi permette di stare meglio.

Recuperare alcune foto, rivedere un palazzo, una piazza, ritornarci virtualmente anni dopo ben sapendo che molto di ciò che era in parte si è perduto mi aiuta.

È vero che occorre sempre guardare avanti, sarebbe un errore micidiale smettere di farlo, ma non sarebbe meno sbagliato fare solo quello, e scordare il passato.

Demolire la storia conservata da mura con secoli di vita per riedificare sullo stesso sito un palazzo in vetrocemento che si illude di essere il solo futuro mi fa paura, e certi urbanisti ed architetti andrebbero rinchiusi negli edifici che progettano per gli altri senza alcuna possibilità di evadere.

Mi piacerebbe guardarli come animali allo zoo dietro le grandi vetrate tra arredamenti moderni ad ascoltare solo musica del XXI secolo, a sfogliare esclusivamente riviste di moda recente, indossare rigorosamente tessuti-nontessuti, avere tra i piedi opere d’arte mai entrate in un libro di storia dell’arte, e assolutamente nulla, tra gli oggetti a loro disposizione, che vada più indietro degli anni cinquanta del secolo scorso, e solo perché mi sento buono.

Per me la vita è altro, è ovviamente un pò questo ma anche molto altro.

Ridatemi ciò che ero, anche il mio io più stupido, e ve ne sarò grato…

Ciao,  Viz.

                                                                                               Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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