Basta con le frasi fatte e ripetute sino alla
noia, ormai stomachevoli, con le parole di pietà e di vicinanza, con l’invito a
donare e a non essere insensibili. Basta con gli immancabili e macabri servizi
fatti sulla pelle di chi ha perso tutto o quasi tutto, che sono servizi
fotocopia fatti esattamente come con le alluvioni in Sardegna, con le alluvioni
a Genova, col terremoto a L’Aquila, col terremoto in Emilia, e mi fermo.
E, principalmente, basta con le accuse a tutti.
Accuse al governo, ai furbi, a chi non ha programmato per tempo la messa in
sicurezza, a chi ne ha approfittato, ai giornalisti che fanno il loro lavoro a
volte correttamente ma altre volte peggio degli sciacalli, solo per la loro
visibilità.
Basta con i social dove ogni idiota dice la sua
ed ottiene tanto più seguito quanto più stronzate o falsità dice, spacciando
per il frutto intellettuale di un genio i suoi deliri.
Se si cerca un colpevole per i crolli e le
tragedie del terremoto delle ore 3.36 del 24 agosto 2016 mi costituisco, quello
sono io. Smettete di cercare altri colpevoli ed assolvetevi tutti, in prima
persona. La colpa è solo mia.
Sono morte sotto le macerie molte povere persone,
poche veramente ricche, da quello che vedo, perché i ricchi hanno la
possibilità di comprare o vivere in case costruite con moderni criteri
antisismici, o comunque edificate con materiali di buona qualità, seguendo le
normali procedure di buon senso da rispettare nelle costruzioni eseguite a regola d’arte. Basterebbe solo
questo, la scelta di materiali adatti e il non affidarsi a muri innalzati senza
un collante statico corretto (conoscenze che già gli antichi romani possedevano) per evitare tanti possibili lutti.
Sono colpevole, dicevo, perché vivo in una
casa non sicura al 100%, perché durante le riunioni condominiali non pianto
grane sino a quando non ottengo che tutto sia in sicurezza e certificato da
ditte specializzate (e fare i rilievi costa, ma nessuno vuol spendere), perché non
mando a quel paese il condomino che di fronte ad una ristrutturazione
milionaria, non pagata da lui, rifiuta di pagare, di tasca sua, meno di mille
euro per far inserire nella fondamenta un sistema che annulli o riduca molto l’effetto
della liquefazione del suolo, cosa gravissima per gli edifici, in caso di
sisma.
E sono sempre colpevole perché compro un
appartamento che costa un po’ meno esattamente perché è meno sicuro, e perché non
mi posso permettere di investire in sicurezza sulla casa ma posso comprare un’auto
e su quella, volente o nolente, rispetto i termini delle revisioni e la tengo
in ordine. Sono colpevole se accetto,
con la mia casa singola, che il vicino non curi la sicurezza della sua casa,
accostata alla mia, e che in caso di terremoto mi coinvolga nel crollo.
Sono colpevole se penso che sia improbabile che
un terremoto mi colpisca, e quando poi, una volta che il mio immobile crolla o
viene danneggiato, mi metta a piangere accusando la fatalità, la sfortuna, il
destino, e non la mia miseria, la mia incapacità di far fronte a lavori di
messa in sicurezza, di proteggere, con evidenti sacrifici, me e le persone che
amo, oltre a tutto ciò che possiedo. Ecco, credo di essere l’unico colpevole. Non
cercatene altri, non accusate altri, la colpa è mia.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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