Ho condiviso la paura, che è
stata la mia paura.
Ho pensato che non fosse il caso
di farmi commuovere da messaggi parziali che chiedevano solidarietà perché ho
sempre creduto che questa dovesse essere diversa, solida, pensata per tempi
lunghi, non emotiva per silenziare la coscienza.
Ho letto di chi sostiene che noi
italiani nelle difficoltà (che non di rado sono dovute a nostre colpe) siamo in
grado di dare il meglio.
Ho seguito con dolore il
crescendo dei numeri che riguardano i morti, i feriti, gli sfollati.
Ho letto e visto atti di vero
eroismo. Non tutti sono delinquenti, o profittatori, o ladri.
Ho visto, e letto, e sono giorni
che vivo con questo pensiero, dal 24 agosto per essere preciso.
Ora si sa che in Italia metà circa
di tutto ciò che abbiamo costruito non è sicuro, che anche luoghi che
dovrebbero essere sacri, da questo punto di vista, come ospedali e scuole, potrebbero crollare. Pure casa mia è potenzialmente una trappola, e non mi fido
più di nessuno.
Ecco, di questo non ti posso
perdonare, e se tu, come amministratore pubblico o tecnico di un comune hai
avuto il coraggio di mentire o di non fare il tuo dovere sino in fondo anche con i tuoi concittadini
più vicini, coi tuoi stessi amici e parenti, con i più deboli della tua comunità, quelli che contavano su di te, io non ti posso perdonare. Mi hai
tolto la fiducia.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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