Telefonavo ai miei ogni sera attorno alle sette. Durò per molti anni. Poi mancò mia madre. Poi mancò mio padre. Ricordo il numero che componevo direttamente sul telefono, ma se lo richiamo ora mi arriva un messaggio automatico che m’informa che il numero è inesistente. Lo so che è inesistente, sono stato io a chiudere quell’utenza, sono la persona più informata su quel numero di telefono, non serve dirmelo, fatemi piuttosto parlare con mio padre o con mia madre.
Telefonavo di tanto in tanto a un’amica, conosciuta a Ferrara e poi trasferita a Bologna. A volte era lei che mi chiamava sgridandomi che non le telefonavo, oppure quando ero io a farlo mi diceva che era da molto che mi pensava ma che mi conosceva, e che aspettava che mi decidessi. Anche lei è mancata quasi un anno fa, ma da più tempo ormai non poteva più farlo. E con lei al telefono era un continuo stuzzicarci a vicenda. Quelle discussioni mi mancano.
Altre persone le sento di tanto in tanto, anche amici un tempo molto vicini, o un’ultima zia. Con loro il rapporto non si è spezzato, solo un po' diluito.
Poi ci sono quelli che l’ultima volta che li ho sentiti sono stato io a chiamare, e da allora più nulla. Pazienza.
Succede che le persone si diradino nella vita perché s’invecchia. Alcuni se ne vanno per sempre e non si desidera sostituirli. Non è giusto perché con loro si avevano cose da condividere, esperienze e ricordi.
Tra le tante telefonate che mi mancano maggiormente ci sono quelle che ci facevamo quando per qualche motivo eravamo lontani, e così stavamo più vicini. Mi manca la tua voce al telefono. E mi manca sempre il tuo sorriso, Viz.
Silvano C.©
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