lunedì 30 giugno 2025

Fotografie analogiche

Tu hai vissuto con me gli ultimi anni della fotografia analogica, sei stata con me alcune volte nella camera oscura amatoriale che avevo ricavato nel bagno della casa in affitto di Riva del Garda. Avevo iniziato molto prima, a Ferrara, ed ero organizzato. Sapevo sviluppare sia negativi sia stampe in bianco-nero. Sapevo ingrandire e valorizzare quello che m’interessava. Ti feci una foto bellissima, a mio parere, nella quale tu sorridi e hai una specie di acconciatura da zingara. Mi dicesti di smettere di stampare fotografie di mio nonno dopo che era morto, che mi facevo male se continuavo. Avevi ragione. La foto è un momento passato, irrecuperabile. Tutte le foto con persone amate andrebbero bruciate, cancellate, rimosse per sempre. Gli album di famiglia andrebbero depurati, cauterizzati, anestetizzati. Andrebbero insonorizzati per impedire alle voci e alle parole di uscirne. Sterilizzati per eliminare ogni forma residua di vita, che non è più vita. Poi è venuta l’era digitale. Col tempo ho smesso di scattare fotografie con la reflex che avevamo comprato assieme. E intanto sono scomparsi dal mercato i reagenti, le pellicole, i cartoncini per la stampa. A te le fotografie digitali non sono mai piaciute. Mi hai sempre detto che ne scattavo tante che poi sparivano e non potevi più vederle. Era vero, in parte. Per te le foto avevano un senso solo se erano raggiungibili sfogliando un piccolo album dove stavano raccolte. Oppure se venivano comunque stampate su carta. Questo avveniva, anni fa. Io continuo a scattare fotografie, ho perso quella creatività che lo sviluppo analogico manuale mi permetteva e ho anche perso un po' l’interesse inziale, che intanto si è trasformato in altro. Ciao Viz, vorrei il tuo sorriso, ancora.

                                                                                                       Silvano C.©

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domenica 29 giugno 2025

Come dovrebbe essere

Dovrei cogliere il tempo che rimane seguendo i consigli di un cantautore, fingere di essere quell’attore che non finge ma è così come il suo personaggio, che sa amare e anche rinunciare a ciò che ama perché così deve andare. Il tempo di una sigaretta, se fumassi, avrebbe senso, mi darebbe coordinate e pause, senza altra spiegazione. Tu andavi sul balcone per fumare, non imponevi il fumo a nessuno, e non lasciavi mai una cicca in giro, né per strada in città, non in spiaggia né quando si andava in montagna, perché siamo andati per città, spiagge e montagne, e per foreste, ovunque ci è stato possibile negli anni giusti. Ora è troppo tardi. Non hai bisogno che te lo dica, lo sai già. Ho mal sopportato alcuni momenti che ora rivorrei indietro. Mi hai dato anche cose non belle, lo sappiamo, e qualche volta ho temuto di perderti, prima di perderti veramente. Abbiamo vissuto assieme veri momenti di terrore, poi superati, e tanti problemi. La vita è breve, alla fine. La tua si è fermata a 64 anni, come se fosse una canzone dei Beatles. Ma tu preferivi Guccini e Brel. E Battisti. La mia si fermerà più tardi, ingiustamente. Quell’attore fingeva di pensare che non avrebbe più amato e invece ha amato. Dopo. A volte si cambia in fretta, a volte non si cambia mai, a volte non so neppure se tutto questo parlare abbia un senso. Colgo il momento, Viz. Il momento è mio, con contraddizioni e bellezza, solo vorrei senza rimpianti e tristezze. Ciao.

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sabato 28 giugno 2025

sulla Foresta Nera

Poche cose posso dire sulla Foresta Nera, a partire dal suo nome mitico, almeno per me. Quando avemmo l’opportunità di passare in quei luoghi un po' modificai il modo di immaginarla, visto che in parte l’avevamo vista da turisti ma non da escursionisti seri e disposti a camminare a lungo tra i suoi sentieri. La prima immagine che conservo con piacere e nostalgia è quella relativa alla sosta in una piazzola con gli scoiattoli quasi addomesticati che si avvicinavano. Un venditore di piccoli semi adatti a loro stava lì, per i turisti che li compravano allo scopo di attirare questi animaletti che arrivano subito a prendere con le loro zampette i regali che si aspettavano. Si avvicinavano con attenzione, prendevano e si allontanavano. Nostro figlio si divertì moltissimo e pure lui ricorda quei momenti. E pensare che ho sempre giudicato male i turisti che comprano cibo per i piccioni in piazza San Marco. Chiedo venia. E poi ricordo una sosta lungo la strada in un negozio che assomigliava, più in grande, alle casette dei mercatini di Natale. Dei tanti oggetto messi in vendita ci colpirono, per la loro bellezza, gli orologi a cucù. Ne avremmo comprato volentieri uno, piccolo piccolo, ma vedendo il prezzo dovemmo desistere. Ci sarebbe costato quasi come l’intera vacanza, e sicuramente non ci era rimasto denaro sufficiente all’acquisto e poi per le spese necessarie al viaggio di ritorno. E questo è quanto posso dire, sperando tu ricordi in qualche modo quegli anni. Io ti parlo, questo faccio. Ciao, Viz.

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venerdì 27 giugno 2025

Non ho quel telefono

Non so quanto sia giusto imporre la propria presenza, e non so neppure se piuttosto non sia meglio evitare di farlo per scrupoli e menate mentali. Si ha bisogno degli altri, gli altri hanno bisogno di noi, occorre pensare agli altri mettendo da parte gli egoismi di bottega... queste sono considerazioni logiche e condivisibili, che quasi mai ho messo in pratica, o almeno non in modo continuativo. E adesso pover’uomo? Senza riferimenti letterari, fuori luogo oltretutto, personalmente non dovrei lamentarmi né rimpiangere le cose che non ho fatto e considerare invece che qualcosa ho concluso e ho ricevuto amore, oltre all’amicizia. Nessuna situazione resta immutabile. Non c’entrano i principi della termodinamica, è semplice constatazione. L’umore sale o scende durante il giorno, basta poco a farlo cambiare. Ho poco da dire però in certi momenti, mi ripeterei, solo voglio continuare a dirti che mi manchi. Mi basterebbe poterti telefonare, di tanto in tanto. Ciao, Viz.

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giovedì 26 giugno 2025

Scelta impossibile

Le diapositive di quel periodo nel quale smettemmo di scattare normali fotografie da stampare, una penna stilografica, il souvenir della Jugoslavia, una tua camicia rotta, una mia maschera subacquea con boccaglio di più di quarant’anni fa… potrei continuare l’infinito elenco semplicemente annotando quello che vedo entrando in una stanza, una qualsiasi stanza, magari aprendo qualche cassetto, rovistando in uno scatolone. Dovrei buttare senza pietà per me stesso, che la pietà per gli altri in questo caso non c’entra. Magari dovrei per non costringere altri a farlo al mio posto, me l’hanno detto. Però questo l’ho fatto già per altri, ho già buttato quello che i miei non avrebbero mai gettato, faceva parte della loro identità e ricordava un percorso unico ma sovrapponibile a quello di tante persone. Delle loro foto a Venezia, in molte delle loro toccate e fuga in quella città ormai irraggiungibile come lo era allora, io ne ho varie copie, sempre nelle stesse posizioni e nello stesso luogo. Scelgo di non scegliere, la vita lo farà malgrado me e io, come tutti, lo subirò. Alcune cose le vedrò altre no, forse le capirò o forse, negli ultimi tempi, neppure mi renderò conto di esserci ancora. Non ho molte alternative su alcuni aspetti della vita, si tratta di una dicotomia binaria senza sfumature, tutto o nulla. Aspetto. Ciao, Viz.

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mercoledì 25 giugno 2025

Ci credo, non ci credo

Che uno specchio rotto porti anni di guai non lo so, sicuramente non va bene passare a piedi nudi dove ci sono frammenti di vetro. Sotto le scale solitamente non vado, a meno che non debba aiutare chi ci sta sopra a lavorare. Se un gatto nero mi attraversa la strada tento di richiamarlo e fargli una carezza. Qualcuno scappa ma qualcun altro gradisce. Non faccio caso a dove metto i piedi quando cammino per strada, cerco di scansare buche o ostacoli ma non faccio caso se mi appoggio al centro o sul bordo delle piastre di porfido, marmo o cemento. Non so se credo agli oroscopi o ai biscotti della fortuna. In uno di questi recentemente ho trovato il bigliettino con la scritta che mi arriveranno belle notizie. Se succederà sarà meglio, ovviamente. Ciao, Viz.

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martedì 24 giugno 2025

Bastano cinque pini

Le prime estati che io ricordo confusamente le associo ai frutteti vicino a casa, al lavoro nei campi dei miei, come braccianti agricoli, al ronzare degli insetti e alla terra arsa dal sole. Le vacanze erano intese semplicemente come assenza di scuola, non come viaggio o villeggiatura o momento di svago lontano da casa. Solo molto più tardi, dopo un triste anno di colonia estiva e l’inizio della scoperta di Porto Garibaldi le cose cambiarono. Magari ora confondo i tempi, cosa venne prima e cosa dopo, ma la vacanza al mare fu per me il primo tipo di vacanza, associato a tante diverse sensazioni. Una di queste è il profumo della vegetazione vicino alle spiagge, o nelle pinete allora più estese, con le dune per arrivare al mare. Oggi mi bastano cinque pini, alti, vicini, che vedo dalle finestre adesso per riportarmi un po' di quella memoria, e anche dei viaggi e delle vacanze che facemmo assieme. Quando passo accanto a loro e calpesto i loro aghi secchi sparsi a terra, quando sento il loro profumo, allora mi basta chiudere gli occhi un attimo per ritornare indietro nel tempo. Ciao, Viz.

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lunedì 23 giugno 2025

Nuotavo, un tempo

Poco alla volta il mondo mi cambia letteralmente sotto i piedi, mi toglie riferimenti e persone, mi fa balenare possibili problemi anche grossi, mi fa stare in attesa di qualcosa che avverrà, non avverrà, avverrà in parte e sarà comunque non come l’immaginavo. Anni fa entravo in qualche bar, ho smesso e ormai è solo per qualche occasione molto rara. Compravo uno o più giornali ogni giorno, ora uno alla settimana e solo perché ha un inserto che mi interessa anche se pure quello sta cambiando. Votavo per un partito che ha cambiato nome e segretari, ed è mutato rispetto ai tempi di mio padre. Litigavo coi miei ma ora non ci sono più, e mi mancano. Se potessi rivederli ora ci litigherei meno, forse. Avevo qualche certezza che il tempo mi ha di fatto demolito, costringendomi ad una sorta di egoismo indotto del quale sono l’unico responsabile. Nuotavo a lungo, non nuoto più da anni. La tua presenza era la certezza, ma ti ho perduta troppi anni fa e tutto il resto, da quel momento, ha colori diversi. Per ora ti saluto. Ciao, Viz.

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domenica 22 giugno 2025

Morirò in una canzone

Morirò?

Morirai, è certo, io sono già morta del resto.

Mi stai aspettando?

Questo non lo saprai sino a quando avverrà, se avverrà, nessuno al mondo può darti informazioni su questo ipotetico incontro. Solo la fantasia o la speranza, la fede o l’illusione, solo le infinite incertezze sono in grado di entrare in gioco, ma se fossi in te lascerei perdere.

Quindi morirò.

Certo, l’ho detto, tutti muoiono. Solo chi non nasce non muore. Sul quando e come, tuttavia, non ne sai nulla o non abbastanza. Hai già vissuto dodici anni più di me, dovrebbero bastarti, in questo la vita non è giusta, non lo è mai stata.

So di aver paura e so che vorrei essere ancora utile, sai per chi…

So tutto, in questo caso, non serve ricordarmelo. Faccio il tifo a modo mio, se ti consola, ma io conto poco e tu meno di me.

Per tentare di parlare d’altro mi piacerebbe comporre una canzone sul tema, e farla cantare alla voce di Aznavour o di Sinatra. Tu magari preferiresti Brel o Guccini, e solo l’ultimo, se volesse, potrebbe ancora farlo.

L’idea di una canzone non mi spiace, ma niente di tragico o triste, solo un po' di naturale malinconia.

Va bene, so che morirò come succede a tutti e a tanti è già successo, e per ora ti saluto. Ciao, Viz.

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giovedì 19 giugno 2025

Uccellini

E io ripenso alle difficoltà dei nostri ultimi anni assieme, a come entrambi sentissimo il peso della realtà che stava mutando. Eravamo ingrassati e non più quei due giovani allegri e con la vita da costruire davanti, piuttosto ci sentivamo in dovere di difendere quello che avevamo raggiunto mantenendo il ricordo di tutto, addolcendolo e ignorando i problemi crescenti. Tu non hai potuto vedere poi come sono andare alcune cose con nostro figlio, non dispero che in qualche modo tu lo abbia saputo, ma non potrei giurarci, nessuno potrebbe. Ricordo una colazione al bar, vicino all’ospedale Santa Chiara di Trento, con gli uccellini che ci volavano attorno a cercare briciole e a portarci l’allegria della quale avevamo bisogno come dell’aria. Ciao, Viz.

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martedì 17 giugno 2025

… se rinasco

Se rinascerò e le condizioni nelle quali mi troverò saranno le stesse già incontrate immagino che farò nuovamente tutto come prima, stessi errori e stesse cose positive, stesse intuizioni e stessi insuccessi. Le persone saranno le stesse, le incontrerò e le perderò come è già avvenuto, senza che ci possa far nulla. Se rinascessi e avessi la possibilità di cambiare dovrei aver la consapevolezza di quanto già vissuto, ma dopo i primi mutamenti sarei nuovamente in un terreno inesplorato, senza punti di riferimento legati ad una vita precedente, e dovrei vivere la nuova vita. Alla mia età potrei già essere morto da anni, da molti anni. E tu, in un futuro incontro, potresti essere invece ancora viva. Oppure potremmo essere vivi e trascorrere assieme gli ultimi anni da vecchi brontoloni, io sicuramente non brontolerei di meno.  Ecco, Viz, tanto per immaginare vite parallele che non conoscerò mai se non con la fantasia.

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lunedì 16 giugno 2025

Verde, azzurro e bianco

Non ho scattato alcuna foto, tu non ne hai bisogno. Se puoi vedi già, se non puoi non potrai mai più vedere. Quindi ti voglio raccontare lo spettacolo visto stamane, tornando a casa dopo aver fatto un po' di spesa. Il monte era colorato di varie tonalità di verde, con prevalenza di quelle più chiare verso la cima. Il cielo era di un azzurro magnifico, come solo in certe giornate col vento. E una nube, bianca candida, stava proprio a fare da corona al monte. Ci andammo assieme, alcune volte, non molte. Da quella cima si vede Riva del Garda e Rovereto, magari spostandosi solo un pochino. Più in alto di quel punto sono salito raramente. Non sono nato montanaro e non amo l’alpinismo, mi accontento e mi basta poter andare, quando capita, sui sentieri tracciati e magari raggiungere un rifugio. Ecco, Viz, oggi solo verde, azzurro e bianco.

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domenica 15 giugno 2025

Solo cose belle

Ammetto che a volte non mi spiace affrontare difficoltà, problemi più o meno gravi, preoccupazioni reali o inventate. Neppure mi spiace non avere occasioni di incontrare più persone, o di fare viaggi in luoghi che alcuni sognano. Un problema in banca, una lavatrice che si rompe o un danno all’auto non mi fanno ridere ma li trovo accettabili. So che è assurdo, ma mi piacerebbe condividere con te solo cose belle, e con te presente ovviamente. Quindi le cose belle, quando capitano, mi fanno un po' sentire in colpa. Non mi piace sentirti esclusa. Questo mi fa aver meno desideri rispetto a un tempo, tendo a rinchiudermi, arte nella quale eccello, e in parte per questo potrei essere accusato di non voler vivere. So che è un’accusa seria e grave e che il mio atteggiamento ha potenziali conseguenze negative che non sempre il personale egoismo sa contrastare, magari lavorando sottotraccia. Non so in che altro modo dirti che le cose belle del passato non posso eguagliarle adesso. Al massimo tentare di imitarle, ma senza esagerare, per non entrare inutilmente in crisi oltre quanto già mi senta. Ciao Viz. Solo e comunque cose belle.

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sabato 14 giugno 2025

…tuttavia

Come ho utilizzato il mio tempo per te? Di recente ho l’impressione di dedicare adesso più tempo alla tua memoria, di parlare con te come se mi potessi rispondere come allora, di quanto feci quanto eri qui, e mi potevi criticare o sostenere, obbligandomi a prendere atto che in alcuni casi le mie erano fantasie, allucinazioni, paure senza motivazione, oppure mi facevi capire che esistevano altri problemi, più importanti. Da quegli anni il tempo ha portato mutamenti, alcuni belli altri no. Pensavo che avrei trascorso con te parte della mia vecchiaia, e questo non è avvenuto. Adesso fingo di essere stato attento, ma non lo ero, o non abbastanza e non sempre. Fatta la tara della mia stupidità di fondo, della quale non sono completamente responsabile, resta il peso netto delle vere azioni, di quanto ho fatto consapevolmente o con leggerezza. Adesso ti posso dedicare qualcosa, ma non è come portarti un regalo come un fiore, un libro, un cioccolatino o una scatoletta. Quello non mi è più concesso, e amerei farlo ancora, tuttavia. Ciao Viz.

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venerdì 13 giugno 2025

Vacanze intelligenti

La mia opinione personale e discutibile è che non esistano, cioè non c’è modo di andare in vacanza spostandosi dai luoghi dove si vive e farlo in modo che tutti lo ritengano intelligente. Già definire l’intelligenza è difficile, quindi abbinare i due concetti si presta a molte interpretazioni, troppe. Dal punto di vista della sostenibilità qualsiasi spostamento provoca inquinamento aggiuntivo, specialmente in aereo, in nave, in auto, in treno e in bicicletta elettrica. Vanno bene le vacanze a piedi e in bicicletta tradizionale, a condizione di non utilizzare mezzi pubblici, perché si ritorna a quanto detto prima. Per quanto riguarda la sistemazione una volta arrivati alla meta occorre escludere il campeggio fuori dalle aree attrezzate o in luoghi naturali dove magari non ci sono divieti, questo provoca comunque modifiche ambientali, e se invece si utilizzano alberghi, pensioni, appartamenti, campeggi o simili si tratta pur sempre di spendere denaro, cosa che non tutti si possono permettere. Le vacanze intelligenti non devono essere adatte solo ai ricchi, quelle sono esclusive e creano differenze sociali inaccettabili. Per mangiare bisognerebbe comprare nei punti vendita che si trovano per strada, evitando ristoranti e simili, per il solito motivo della spesa che non tutti possono sostenere. Detto questo è ovvio che praticamente nessuna delle vacanze fatte prima da solo e poi con te si possono definire intelligenti. Noi viaggiammo in auto, in nave, in treno e in camper. Inquinammo, spendemmo e consumammo quanto i miei nonni, ad esempio, non avevano mai potuto permettersi. Loro le vacanze intelligenti le fecero semplicemente senza spostarsi mai, curando orto e animali, salutando noi che partivamo. Vivere inquina, alla fine, modifica l’ambiente, e pure da morti spesso ce ne andiamo con una vampata finale, tanto per non smentirci.

Cambiando leggermente discorso, oggi stavo tornando a casa dopo aver fatto la spesa e ho visto un camper con due persone, due anziani che si stavano godendo la pensione come avrei avuto piacere di fare io con te. Ho scambiato poche parole con loro. Ho detto che li invidiavo, e quando ho chiesto dove andavano mi hanno risposto Croazia. Ecco, pure io ora vorrei fare qualche giorno assieme a te di vacanza più o meno intelligente, ma alcune ingiustizie non imputabili a nessuno che lo hanno impedito, ormai da anni.

Ciao Viz, noi viaggiammo tuttavia.

                                                                                                       Silvano C.©

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giovedì 12 giugno 2025

progetti per il futuro?

Il presente è egoista, nessun legame se non con l’oggi, nessun vincolo di gratitudine, l’odio per i torti subiti è sparito per sempre perché si ha come unico obiettivo il benessere immediato, stupido e limitato. Non si programma per il futuro, quello avverrà, se avverrà, domani. Se desidero un rapporto sessuale tento di realizzarlo ma non è detto che poi rispetti vincoli morali per questo. La morale presuppone un prima, un dopo, un perché, non si fonda sull’egoismo come il presente. Anche l’egoismo ovviamente ha aspetti controproducenti, ma questi riguarderanno ciò che ancora non si vede. Un’abbuffata potrebbe darmi un’indigestione ma ora non lo avverto. Se voglio una cosa in vendita e non ho il denaro forse la rubo e non rifletto sulle conseguenze. Nulla mi spinge a investire in assicurazioni per la vecchiaia se sono giovane nel presente egoista. Non c’è alcun motivo nel produrre un’opera d’arte se non il piacere immediato o la ricompensa istantanea. Nessun cimitero, nessuna chiesa, nessun castello, nessuna semina e nessun raccolto, nulla per il domani. Il presente così è per i morti che non sanno ancora di esserlo, del resto tutti in qualche modo, in un ipotetico domani, saremo morti, quindi che differenza può fare? Ciao Viz, vivemmo tuttavia anni belli, un po' pazzi, e facemmo progetti per il futuro.

                                                                                                       Silvano C.©

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mercoledì 11 giugno 2025

Ricordi e pazzie estive

In estate andare da Rovereto a Riva del Garda comporta tempi lunghi legati al traffico turistico, ma se si ha un appuntamento è necessario andare. Poi succede che il giorno scelto sia anche giorno di mercato, giusto per complicare un po'. Ma mi ha fatto piacere rivedere i nostri luoghi, pur se cambiati in modo irreversibile. Ho evitato di passare vicino alla casa nella quale vivemmo qualche anno, mi avrebbe fatto tristezza, ma sono passato per la zona di Sant’Alessandro, dove stavi quando ti conobbi. E poi per via Disciplini, via Florida, ho rivisto la Montanara e la Rocca. In quel bar pasticceria da anni non producono più topolini, ed è un peccato, erano buoni. Altri locali sono cambiati, un negozio di souvenir ora vende scarpe, una drogheria adesso vende abiti, e le persone che conoscevamo sono andate via quasi tutte. Alcune per sempre. Quando è stata l’ultima volta che ci andammo assieme? Ciao Viz, furono anni belli, e un po' pazzi.

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martedì 10 giugno 2025

Quello che fu

Per anni andammo in campeggio assieme dopo esserci andato prima da solo ma con altri. Anche in campeggio mi piaceva costruire come se dovessimo rimanere anni invece di giorni. Costruivo con teli tenda, rami legati e altro che trovavo sul posto. Anche nei nostri anni trascorsi nelle case in affitto spesso costruii mobili piccoli e grandi su misura, come se quella fosse la nostra casa per sempre. E invece no, niente è per sempre, e alcuni di questi mobili, anche quelli comprati e non costruiti artigianalmente li dovemmo adattare alle nuove misure e ai nuovi spazi. Ma perché quando ci si sistema non si può finire di cambiare, sostituire, modificare? Neppure al camposanto, una volta arrivati alla fine della vita, si viene lasciati in pace. Passati alcuni anni arrivano gli spostamenti, forse definitivi. Un po' di pace, per favore, un po' di tranquillità. Ciao Viz, continuo a vivere l’immensa nostalgia di quello che fu.

                                                                                                       Silvano C.©

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lunedì 9 giugno 2025

Obsolescenza

Se me lo avessero detto più di settanta anni fa non ci avrei creduto o, magari, allora avrei pensato di essere o eterno o come minimo immortale, malgrado avessi già avuto i primi incontri con la morte. Del resto sino ad allora io non ero mai morto, i miei non erano morti, la vita andava avanti e sembrava che ogni anno ne durasse dieci. Prendevo le misure al maialino che cresceva. Assistetti alla sua ultima ora, perché così era normale nei cortili di campagna di un tempo. Per noi fu una festa, non per lui. Lui non ebbe il tempo di invecchiare, quel tempo che è concesso in modo imprevedibile a qualcuno sì e a qualcuno no. Un’operatrice impegnata nelle cure palliative ha detto, in un’intervista, che lei si prende cura di chi affronta un momento difficile che non sa capire, pieno di paure, e che lei per prima non sa dire perché chi segue ha un destino diverso dal suo. Poi ha spiegato che semplicemente quelle persone a lei affidate probabilmente vivono quello che lei vivrà in futuro. Un po' come gli alpini dicono dei loro compagni che sono mancati, sono solo partiti prima di loro. Il destino comune, se ci è favorevole, ci fa invecchiare. Altro non aggiungerei, perché il solo ricordare le cure palliative mi fa male. Ciao Viz, con immensa nostalgia.

                                                                                                       Silvano C.©

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domenica 8 giugno 2025

Nostalgia

Col caldo estivo la memoria s’addormenta sotto un’ombra e gli insetti le ronzano attorno ma non la svegliano. La memoria diventa immemore e sogna il suo tempo in parte finito e in parte da concludere. Alla fine il luogo conta poco, varia ad ogni istante e imprevedibilmente. La spiaggia diventa la riva di un fiume, un’autostrada francese e la baita di Stava. Poi si ritrova sotto quella finestra in via Ferrara, a Carpi, dove di tanto in tanto cadevano pentole, oppure nel mare dove non si vede il fondo ma non perché l’acqua è torbida. Quello che conta veramente non è il luogo ma con chi. E allora resta poco da dire. Le mille persone con le quali sono venuto in contatto in tanti anni non la sanno addomesticare a loro misura, lei si muove, scarta di lato, si perde e poi ritrova te. Ma tu come hai fatto a perderti?  Ciao Viz, con immensa nostalgia.

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sabato 7 giugno 2025

Un angelo

Fare l’angelo è un mestiere come un altro ma occorre esserci portati. Non si tratta di vocazione e forse in nessun caso è corretto parlare di vocazione per alcuna attività umana, magari sbaglio, tuttavia non è un mestiere per tutti. Non è per tutti, del resto, fare il muratore o il programmatore, il pilota di elicottero o il maestro, ma chiunque esercita queste attività lo fa perché, si spera, ne ha le doti necessarie. Persone che non sanno perché fanno un certo lavoro o che lo svolgono senza il necessario impegno meglio lasciarle perdere, a queste non affiderei nessun incarico, se potessi, ma non posso. L’angelo al quale faccio riferimento all’inizio è quello che ti aiuta quando ne hai bisogno, che tu chieda o non chieda. È quello che ti offre indicazioni, sostegno fisico e morale. Quell’angelo ti accompagna nei tuoi ultimi mesi e giorni, ti allevia il dolore con i mezzi che possiede, ti rende più lieve un passaggio al quale tutti prima o poi arriveremo, ti lascia addormentare con più serenità. E quello che sarà dopo non dipende più da lui, lui è solo un angelo, ha altri al di sopra. Ciao Viz, con enorme nostalgia.

                                                                                                       Silvano C.©

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venerdì 6 giugno 2025

La banalità è un rischio

Credo qualcuno debba dirti che evitare di vivere per non trovare dolore è stupido, oltre che inutile.

Non serve neppure fuggire dall’amicizia temendo che possa finire.

Anche l’amore non deve essere evitato semplicemente pensando che può avere conseguenze non piacevoli.

La realtà dei fatti, devi capirlo, è che vivere è rischioso, che gli amici sono fondamentali ma possono anche sparire e che l’amore, cercato o no, alleva consapevolmente anche il dolore. Non si ama se non si teme di perdere, e non ci si può far nulla. Una delle qualità che rende unico l'amore è che è fragile come il cristallo più fine eppure resistente agli uragani, ma non se ne conosce il vero limite di rottura. Per la durezza delle pietre esiste una scala, per quella dell’amore no, troppo legata a fattori non definibili.

Il rischio, ogni rischio intendo, deve essere valutato e alcuni rischi occorre saperli correre, non esiste alcuna alternativa diversa.

E poi che aggiungere? Poche semplici cose. La manutenzione e la cura della casa è importante. Occorre buttare, vendere, riciclare e fare spazi. Serve eliminare ciò che da anni non si usa più. Tutto questo ti sembra banale, lo so, ma so anche che non lo fai

                                                                                                       Silvano C.©

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giovedì 5 giugno 2025

Sempre diversamente

Sempre diversamente, sembra che ogni giorno l’assenza si mostri come nuova o mai percepita prima.

Bastano piccoli contrattempi come la caduta di un vaso, il blocco del motore di una tenda da sole in un giorno di pioggia, la foratura di una gomma della bicicletta o le suole delle scarpe che decidono, esattamente quel giorno, e assieme, di staccarsi sbriciolandosi.

Le novità fanno sembrare nuovi anche stati d’animo e sentimenti, ma si sa che non è così. Alcune cose sono importanti, e non le cito per scaramanzia, altre lo sono molto meno, come ad esempio un problema all’auto.

Vivere l’assenza è un’esperienza che non auguro a nessuno ma che tocca a tutti, prima o poi, si spera il più tardi possibile.

Un’amica mi ha raccontato che dove si reca per le sue cure oncologiche ha visto una coppia di giovanissimi che stavano vicini, ha saputo che erano sposati da poco e che avevano poco più di vent’anni. Lei pallidissima e lui stretto a lei. Ecco, questa è una cosa seria, una vera ingiustizia. Quei due ragazzi non andavano colpiti nei loro anni di gioia e spensieratezza, di progetti e felicità. Loro, se così era il destino, andavano colpiti molti anni più tardi.

Quello che succede arriva sempre diversamente, o almeno così appare, ma è sempre la stessa cosa. Ciao, Viz.

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mercoledì 4 giugno 2025

passo comunque

Se piove aspetto che spiova

Se fa freddo mi copro come si deve

Se fa caldo esco nelle ore più fresche al mattino e alla sera

Se nevica ho le calzature adatte anche per la neve

Non ci sono motivi per non venire a trovarti dove non sei

Per qualcuno più razionale di me invece non ci sarebbero motivi per venire, lo so, ma io giustifico la cosa anche col bisogno di camminare, e passo appena uscito o prima di rientrare

Il motivo vero è trattenerti

Il motivo forse più vero è di non farmi perdere l’abitudine, e temo la possibilità di scordare la strada, o scordare te

Nulla è più discutibile di questo, perché dovrei dedicare più tempo alle tante persone che in realtà potrei vedere anche in occasioni speciali, alle quali invece dò buca. E quando capita qualcuno mi richiama, per questo

Camminare e pensare anche a te, e non solo a te, ma a tante altre cose, mi aiuta. Negli ultimi mesi ho camminato meno del mio solito, devo riprendere, se la fortuna lo vorrà

Ciao, Viz.

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martedì 3 giugno 2025

…come se fosse una recita

Occorre andarsene senza disturbare, senza imporre nulla a nessuno. Niente obblighi, indicazioni o suggerimenti, solo bei ricordi per chi li vorrà mantenere e magari neppure quelli. Domani non si sa cosa succederà. Qualcuno che per lavoro fa previsioni si basa su dati osservati, valuta dal punto di vista statistico, ma certe conseguenze non gli sono note perché non sono mai state osservate. Quando si tratta di invisibile e i tempi sono infiniti, ammesso lo siano, le certezze lasciano spazio ad altro. Quindi, comunque vada, sarebbe bello, come ultima battuta, poter dire è stato un onore, e poi lasciar calare il sipario, che saranno altri a controllare e poi a sistemare la scena per gli spettacoli futuri. Questo solo, per oggi, Viz.

                                                                                                       Silvano C.©

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