L’elenco dei nomi femminili è lungo, più di quello dei nomi maschili. Cosa possa significare forse è intuibile e le spiegazioni servono a poco. Se vado indietro nel tempo tutto sembra essere stato più veloce, ma non è vero, è una percezione che mi arriva solo dopo. Il presente invece è di una lentezza stordente, sfiancante, che toglie energie per il domani, che arriverà con le sue novità e le decisioni prese. E se torno indietro, quando mi ritrovo in quel cortile dove le mie coetanee erano soltanto femmine, mentre i maschi non li vedevo e loro non vedeva me, i loro nomi li ho scordati, solo uno vagamente credo di ricordare, ma non ne ho certezza. Gli anni maschili sono stati una parentesi, poi sono venuti con prepotenza quelli femminili. Da un po' resto fermo in un universo femminile, coi maschi, coi pochi coi quali mi capita di parlare, spesso arrivo alla noia. Non so dove ho sbagliato, se ho sbagliato, o dove tutto è iniziato. Era solo destino, immagino, una sorta di predestinazione e limitazione, un senso che mi ha marchiato. Di alcune cose mi pento, lo ammetto, ma non mi interesserebbe cambiare nulla di questo, anche se lo potessi, quello che fui e sono è fermato in una fotografia. Solo la fotografia sembra dire il vero mentre racconta il passato. Non solo, probabilmente, ma quella in particolare. Da anni fotografare le persone mi riesce più difficile, e a volte cerco nei miei archivi più recenti le persone, e non le trovo. Eppure c’erano. Solo nei vecchi album le ritrovo, in quelli sono tante. Ma non so perché ti dico tutto questo, forse perché vorrei dirti delle mie paure, so che potresti farmi stare più tranquillo con qualche tua parola. Ora sono solo a parlarti, in realtà parlo da solo quando parlo con te. E mi manchi. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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