sabato 17 agosto 2019

nulla



Cosa si immagina prima di entrare nel nulla, prima di attraversare quella porta metaforica che alcuni chiamano morte? Si ha paura, si crede di trovare una forma diversa di esistenza, o si ha invece la certezza di sparire nel nulla? Immagino restino le mille cose incompiute, le persone che resistono ancora tra i vivi, il desiderio di vedere alcuni anni più avanti e di esserci comunque in qualche modo, perché quando arriva il momento è sempre prematuro.
Tu cos’hai immaginato, temuto, sperato? Ti vengo a cercare in modo costante dove non sei perché così mi fingo, ed ho bisogno di credere, ma so che sei altrove. Il corpo fisico è dissolto, la voce rimane solo nel ricordo, le immagini sono di un tempo non presente e fanno male, gli odori, i suoni, la sensazione intera non ha più modo di realizzarsi.
A me resta orgoglio e tristezza, e troppo altro. Potrei scriverti queste parole ogni giorno, più volte al giorno, ogni volta uguali ed un po’ diverse. Non lo faccio perché continuo a dirtele, ed anche perché tento di scrivere altrove, di trovarmi interessi che mi distraggono, come scoprire una storia di cento anni fa o un punto di una città che dovrei conoscere e che invece mi sfugge.

Oggi spaghetti con le vongole, quelli bianchi, senza pomodoro. Oltre non dico, sai ogni cosa.
                 Ciao, Viz.

                                                                                               Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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