Quello che so adesso è certamente di più di quanto sapevo
durante i primi anni della mia vita, eppure mi vengono dubbi a proposito di
quel certamente appena scritto. Alcune
cose apprese le ho dimenticate, e questo è un fatto. Inoltre, riguardo al
tutto, la mia conoscenza rimane talmente irrisoria da non permettermi nessuna
valutazione né qualitativa né quantitativa essendo meno di una goccia nell’oceano,
quindi nulla prima e nulla adesso.
Quello che so è che si vive
momentaneamente, e che molte delle nostre ambizioni e speranze sono destinate a
finire molto velocemente quando noi ce ne andremo. Alcune moriranno nello
stesso attimo della nostra morte. Altre attenderanno che siano dimendicate da
chi ci ha amato, in una qualsiasi delle tante forme di amore che, qui, mi
sembra inutile elencare. A chi non le intuisce in modo autonomo io non so che
dire.
Quello che so è che provo
rabbia per chi ho amato ed ora non c’è più. Non sono in grado di combattere
contro il tempo, contro la morte, contro l’ingiustizia profonda della vita. Non
sono (né sono stato) capace di aiutare chi vorrei a modo mio. Non posso nulla
neppure per aiutare me stesso, se non fingere di essere immortale, di recuperare
il corpo di qualche decennio fa, e sorridere qualche volta di più, se ne ho l’occasione.
Quello che so è talmente
inutile che a volte ho l’impressione di sopravvivere. Ti vengo a trovare, ti
chiedo aiuto e consigli, non ti lascio andare anche se non so dove sei.
Razionalmente non so nulla ma,
per contro, so perfettamente quanto di te rimane qui, ora. E un altro mondo non
è possibile.
Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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