Qui, nell’attesa, le giornate
trascorrono. Mi butto a pesce in ricerche senza alcun altro fine della ricerca
stessa. Mi ubriaco di informazioni, che poi, naturalmente, tra alcuni giorni, mi
usciranno dalla memoria.
E incontro persone che mi
parlano di morti, oppure della vita dei vivi che si accavalla a quella dei
morti.
Ed è esattamente la mia vita.
Mi capita di fare spesso
battute del tipo: “Ma non sarebbe meglio parlare di vacanze?” oppure “Preferirei
pensare a cose allegre…” ma, devo ammetterlo con onestà, io da un po’ vedo
esclusivamente ciò che voglio vedere, parlo solo di quello che mi interessa e,
se capita diversamente, dopo poco mi annoio. Tento di rispettare un giusto
equilibrio nel modo di comunicare, ed ascolare quanto mi dicono gli altri senza
imporre solo i miei argomenti, ma la realtà è che in alcuni casi la mia è una
educazione di facciata. Di alcune cose non mi potrebbe interessare di meno.
Persino dai culi, cosa
gravissima, ora sono meno attratto. Li guardo sempre, sia chiaro, e non me ne
sfugge nessuno, ma sono più distaccato anche con loro. Pure se alcuni culi
hanno una loro vita autonoma e quasi assurgano a simbolo, siano una
sublimazione assoluta, a volte mi viene il dubbio che invece esistano anche
altri valori. Un paio di giorni fa, in uno dei miei abituali passaggi in
ospedale, ho visto una donna, giovane, con un borsone appoggiato al fianco che
le sollevava un po’ la gonna, ma non troppo. Lei ovviamente non se ne rendeva
conto ed io, altrettanto ovviamente, passando l’ho guardata. Pochi minuti dopo,
ritornando sui miei passi, ho visto che lei stava salendo le scale. Le ho fatto
notare il fatto della borsa e della gonna, poi ho proseguito per la mia strada.
Lei mi ha ringraziato e la cosa è finita lì. Forse le ho fatto un piccolo favore,
forse ho fatto un piccolo dispetto ad altri uomini, non so. L’associazione mentale
con altri episodi analoghi o situazioni reali,
immaginari o letti del passato strideva, in qualche modo.
Il vento del tempo soffia, a
volte è solo brezza, altre volte è tempesta.
Che poi, a dirla tutta, ho
appena trovato per caso, rivedendo la nostra Puglia in rete, le ostie ripiene. Se
le ricordi, perché certamente non puoi in alcun modo averle scordate, sappi che
sono tornato alcuni minuti sul Gargano. E su quelle ostie ho lasciato il segno
del tuo passaggio. L’ho fatto al posto tuo, ma so che approvi.
Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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