venerdì 23 agosto 2019

inerzia



Rimango legato in modo indissolubile ad un ristorante di infimo livello che portava un nome importante e mal speso. È stato chiuso ormai decenni fa in una città di turismo dopo, ne sono certo, un’ispezione dell’ufficio di igiene o in circostanze analoghe.

Vedo ancora i resti di antiche sale cinematografiche, un po’ inquietanti quando sono in abbandono ed appaiono come nei loro ultimi momenti di attività gloriosa, oppure come fantasmi che si sovrappongono nella mia memoria alle nuove costruzioni che le hanno cancellate, che mi hanno cancellato, che hanno ignorato chi ci è entrato per anni.

Non mi interessa più ritornare in lidi che, col turismo carnivoro, la sparizione delle spiagge consumate dal mare, l’urbanizzazione inarrestabile e la tua assenza sarebbero inaccettabili, tristi, spietati.

Vedo spesso da lontano un luogo dove, quando fui un militare di leva, trascorsi alcune settimane, e dentro di me immagino che lassù, se tornassi, mi ritroverei com’ero. Non è servito tentare di tornarci sul serio, non troppi anni fa con te, e provare ad avvicinarmi. Rovi, sterpaglie, divieti sui cartelli senza nessuno a farli rispettare e recinzioni abbandonate mi hanno fermato. Il ritorno in quel luogo non è servito a convincermi del tutto che ora non è più com’era.

Ora la lontananza mi conserva cristallizzati tutti i miei passati. È una lontananza di tempo e di spazio, doppiamente incolmabile. Ma è anche la mia resistenza, la mia battaglia di retroguardia per non cedere alcune parti di me che altri, certamente più saggi e pratici, in situazioni analoghe lasciano per loro natura alle spalle e vivono in case bianche, eleganti e quasi spoglie, mancanti di una vera storia e solo con un presente di buon gusto, senza polvere che tradisce il trascorrere del tempo.

Altro è difficile dire, è doloroso, non mi va ora. Tu però sai esattamente dove vorrei arrivare, anche se mi fermo qui.

                       Ciao, Viz.

                                                                                               Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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