Non passa un solo giorno. Non uno
solo.
Mi creo abitudini riempitive, ed
ho modificato da tempo il mio percorso abituale che ormai mi riuscirebbe strano
ignorare o cambiare.
So che alcune cose mie potrebbero
essere intese come maniacali.
So pure che in parte queste non
allontanano il dolore, ma lo mantengono.
Il mio fine primario però non
è evitare il dolore (se potessi ne farei a meno) ma è un altro, ed il dolore ne
è una componente vitale.
Ma non è fine a sé stesso,
egoisticamente non sono predisposto per questo.
La fantasia non mi manca, e la
uso.
E poi mi distraggo, anche.
Ricado in alcuni miei antichi
vizi, e li accetto come male minore.
Tento di arrabbiarmi meno, con
tutti, e puntualmente non mi riesce. È nella mia natura.
Tu la conoscevi bene, e sapevi
attendere.
Vorrei che pure adesso mi
richiamassi su quanto non faccio, o sui miei errori. Vorrei un tuo consiglio. Una
tua parola. E non posso aver nulla di tutto questo. Quindi aspetto. Non posso
fare altro.
Tento di non sprecare troppo
il tempo, ma è impossibile riuscirci, per me.
Allora resisto, spero di
utlizzarmi almeno per un futuro lontano, che non mi toccherà direttamente ma
sul quale ho ancora un po’ di potere.
Ti ho già spiegato quello che
posso, per ora.
Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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