giovedì 25 aprile 2019

iperbolicamente



Ti guando e ti allontani sempre di più.
Non so cosa fare, come reagire, come rallentare questo processo. So che è una guerra perduta ancora prima di iniziarla, nella quale posso ottenere solo qualche effimera vittoria, di retroguardia, giusto per dire di non aver abbandonato la lotta senza aver prima provato ad imporre la mia debole volontà.
Mi consola ben poco sapere che è un destino comune, che pure io sarò scordato. Eppure la vita come la conosco è esattamente l’opposto. La vita vuole mantenersi, e con essa anche il ricordo di sé stessa, tanto che fatico a distaccare questi due momenti anche sul piano logico. 
Noi innalziamo monumenti, scriviamo la storia, ricordiamo i nostri morti, e nella musica e nell’arte andiamo ben oltre i nostri pochi anni. 
Gli insetti programmano il futuro dei loro figli. 
Le piante lentamente mantengono la loro presenza e si muovono come solo loro sanno muoversi, molto più efficacemente di tutti noi.
E più ti allontani più in qualche modo predisponi il tuo ritorno, e per certi versi ti ritrovo. Non so spiegarlo in modo razionale, posso solo dire che alcuni indizi mi spingono a sperarlo possibile.
Ciao, Viz.
                                                                                               Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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