Ti guando e ti allontani
sempre di più.
Non so cosa fare, come
reagire, come rallentare questo processo. So che è una guerra perduta ancora
prima di iniziarla, nella quale posso ottenere solo qualche effimera vittoria,
di retroguardia, giusto per dire di non aver abbandonato la lotta senza aver prima
provato ad imporre la mia debole volontà.
Mi consola ben poco sapere che
è un destino comune, che pure io sarò scordato. Eppure la vita come la conosco
è esattamente l’opposto. La vita vuole mantenersi, e con essa anche il ricordo
di sé stessa, tanto che fatico a distaccare questi due momenti anche sul piano
logico.
Noi innalziamo monumenti, scriviamo la storia, ricordiamo i nostri
morti, e nella musica e nell’arte andiamo ben oltre i nostri pochi anni.
Gli insetti
programmano il futuro dei loro figli.
Le piante lentamente mantengono la loro
presenza e si muovono come solo loro sanno muoversi, molto più efficacemente di
tutti noi.
E più ti allontani più in
qualche modo predisponi il tuo ritorno, e per certi versi ti ritrovo. Non so
spiegarlo in modo razionale, posso solo dire che alcuni indizi mi spingono a
sperarlo possibile.
Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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