Sembra che ai bambini
interessi essere guardati non per ricevere approvazione, incoraggiamento o
consiglio, bensì per mantenere la continuità di un filo, che non si può
interrompere. E questo serve loro per non sentirsi soli. Sembra poi che ognuno
di noi resti almeno in parte bambino, anche se il bambino gioca a nascondino e
spesso non si manifesta, resta nel suo rifugio e guarda a sua volta quello che
facciamo. Noi che guardiamo noi stessi insomma, da epoche ed esperienze diverse.
Se dico che ti sento e che
avverto di essere osservato, so di mentire e allo stesso tempo di non essere
mai stato tanto sincero.
È anche speranza, innegabilmente, di un mondo come lo vorrei.
È anche speranza, innegabilmente, di un mondo come lo vorrei.
In una favola un genitore voleva
affidare il figlio a qualcuno che lo proteggesse. Non a Dio però, che non porta
via tutto il male del mondo. Non al Demonio, che promette ma inganna e non
mantiene se non a prezzi insostenibili. Lo affidò alla Morte, che lo seguì, lo
protesse sino a quando questi, cresciuto, divenne un medico affermato e
cominciò a curare le persone. Il medico riuscì così per una volta ad
ingannare la Morte, e tento di farlo una seconda volta, ma la Signora non si
fece sorprendere di nuovo. La Morte non si fa ingannare oltre a quanto ha
già stabilito.
Ora io immagino altre favole,
altri mondi, dove l’invisibile sia ovunque, dove ogni cosa che conti veramente
non si veda con gli occhi e, forse, neppure si possa immaginare. Eppure so che esiste.
Se lo penso esiste, ed io lo
penso, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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