Dovrei cogliere il tempo che rimane seguendo i consigli di un cantautore, fingere di essere quell’attore che non finge ma è così come il suo personaggio, che sa amare e anche rinunciare a ciò che ama perché così deve andare. Il tempo di una sigaretta, se fumassi, avrebbe senso, mi darebbe coordinate e pause, senza altra spiegazione. Tu andavi sul balcone per fumare, non imponevi il fumo a nessuno, e non lasciavi mai una cicca in giro, né per strada in città, non in spiaggia né quando si andava in montagna, perché siamo andati per città, spiagge e montagne, e per foreste, ovunque ci è stato possibile negli anni giusti. Ora è troppo tardi. Non hai bisogno che te lo dica, lo sai già. Ho mal sopportato alcuni momenti che ora rivorrei indietro. Mi hai dato anche cose non belle, lo sappiamo, e qualche volta ho temuto di perderti, prima di perderti veramente. Abbiamo vissuto assieme veri momenti di terrore, poi superati, e tanti problemi. La vita è breve, alla fine. La tua si è fermata a 64 anni, come se fosse una canzone dei Beatles. Ma tu preferivi Guccini e Brel. E Battisti. La mia si fermerà più tardi, ingiustamente. Quell’attore fingeva di pensare che non avrebbe più amato e invece ha amato. Dopo. A volte si cambia in fretta, a volte non si cambia mai, a volte non so neppure se tutto questo parlare abbia un senso. Colgo il momento, Viz. Il momento è mio, con contraddizioni e bellezza, solo vorrei senza rimpianti e tristezze. Ciao.
Silvano C.©
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