Col caldo estivo la memoria s’addormenta sotto un’ombra e gli insetti le ronzano attorno ma non la svegliano. La memoria diventa immemore e sogna il suo tempo in parte finito e in parte da concludere. Alla fine il luogo conta poco, varia ad ogni istante e imprevedibilmente. La spiaggia diventa la riva di un fiume, un’autostrada francese e la baita di Stava. Poi si ritrova sotto quella finestra in via Ferrara, a Carpi, dove di tanto in tanto cadevano pentole, oppure nel mare dove non si vede il fondo ma non perché l’acqua è torbida. Quello che conta veramente non è il luogo ma con chi. E allora resta poco da dire. Le mille persone con le quali sono venuto in contatto in tanti anni non la sanno addomesticare a loro misura, lei si muove, scarta di lato, si perde e poi ritrova te. Ma tu come hai fatto a perderti? Ciao Viz, con immensa nostalgia.
Silvano C.©
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