Ho salvato in extremis il tuo telefono, e
questo mi rende soddisfatto, nel senso che concludo questo 2018 (che già aveva
portato diverse novità) nel segno di una continuità alla quale non rinuncio.
La Signora, che alcuni in modo meno poetico
chiamano morte, può certamente molte cose, ma non tutto. Alla fine vince quasi
sempre lei, ma intanto non può imporre da subito la sua volontà; pure lei deve
aspettare il suo momento.
Pensavo di trascorrere nella nostra casa (o
vicini, per quanto possibile date le condizioni) la notte di passaggio al 2019.
Dovrò apportare modifiche al programma che mi ero prefigurato, ma la sostanza
non cambierà. Il luogo è ininfluente, e tu mi segui in ogni caso.
Chi mi sta
attorno non conta, in questa situazione, sono affrancato da antiche smanie e la
solitudine è sempre più gradita, preferibile immensamente ad alternative che ti
escludano.
L’anno
che verrà sarà un anno nuovo. Non so quanto sarà positivo e quanto invece sarà problematico,
ma sarà un altro anno da aggiungere alla sequenza che mi tocca. In parte dovrà
seguire un tracciato già scritto, ma, per fortuna, non lo conosco ancora,
quindi mi concedo il lusso di pensare che potrebbe pure essere bello, in alcuni momenti, anche se non
sempre.
Sarà
il terzo senza la tua presenza tangibile, ma è solo il tangibile che manca, la
tua presenza resta. Buon anno, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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