giovedì 6 dicembre 2018

disposizioni testamentarie



Non ne abbiamo mai avuto bisogno, non ne abbiamo mai sentita la necessità. 
Ci confidavamo le idee di fondo, e concordavamo. Su certi temi non abbiamo mai avuto il minimo dubbio sul come agire in determinate situazioni. Avevamo pure il conto cointestato, come quasi tutto il possibile. Quindi poi, quando mi chiesero, quando la burocrazia mi distrasse per troppi mesi con pratiche a volte logiche altre snervanti, risposi sempre che non avevi lasciato alcun testamento. Ancora oggi certe scadenze a lungo termine, ma mi piace pensarle come entità dotate di vita inorganica e con la coda lunga, mi inseguono.
Ora la cosa mi pesa, un po’. Mi sento addosso la responsabilità di mantenere le tue volontà che vanno ben oltre un qualsiasi particolareggiato e puntiglioso atto notarile. Si avvicina a grandi passi il Natale, il terzo senza la tua presenza, ed ho deciso, mi hai fatto capire, che è ora di mettere anche le luminarie sul balcone. Un paio di anni fa, il 17 dicembre, non le accesi più. Un anno fa neppure le esposi, rimasero in cantina. Quest’anno, porca miseria, basta. Devi rivederle, devi poterle rivedere, ed un po’ festeggiare. Devo smettere di comportami come se avessi il morto in casa, questo non lo hai mai accettato, quindi, certo di rispettare le tue volontà mai scritte, accenderò le luminarie. 
Per tutto il resto, per quello che tu vorresti realizzare o definire o indirizzare sei pregata di farti capire, ed io, cascasse tutto quello che deve cascare, eseguirò. Se mi avessi detto di dare le tue scarpe nuove a qualcuno ora sarebbero già consumate. Lo stesso per un libro, una giacca, un qualsiasi altro oggetto tuo. 

Ma non hai avuto il tempo (o forse sì ma non lo saprò mai) di immaginare il dopo di te. Mi fa male pensarlo. Se hai avuto questi sogni premonitori hai saputo tenermeli ben nascosti. Non hai ceduto alla debolezza che avrebbe rovinato alcune ore, poche ma importanti.
Quindi, ora, sarà così. Io muterò il minimo indispensabile, non progetterò nulla di innovativo se non sarò obbligato e comprerò ben poco di nuovo, come ad esempio libri di recente pubblicazione, salvo le ovvie eccezioni. Per vestirmi ho troppo nell’armadio, e mi fa piacere, poi, sapere che tu mi hai visto con quella particolare camicia o giacca etc. Mi innervosisce consumare calze che tu mi hai regalato. E non dirmi, per favore, che non ti parlo. Lo faccio ogni giorno, ti vengo a trovare quando esco, con la luce del giorno o col buio della sera che scende. E mi tornano alla mente momenti, tanti momenti, brutti, belli, difficili, ma che rivorrei tutti indietro, perché tu eri qui, e mi dicevi di cosa avevi bisogno o perché stavo sbagliando. Ora tento di ricordare e di mantenere la memoria non solo nostra ma di tutti. Tento di far rivivere la storia comune, mi getto in discussioni a volte senza speranza di spuntarla, ma lo faccio perché devo. 
E sai perché devo, lo sai. Mi devo ubriacare e non pensare.
Ciao, Viz.

                                                                                    Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana