sabato 4 maggio 2019

Un orso, una gatta, un tuffo. Tristezza e serenità intrecciate.



Non so per quale motivo in casa è arrivato quell’orso, eppure non mi sono spaventato e lui, del resto, non sembrava per nulla aggressivo. Direi piuttosto un po’ rassegnato, o forse in attesa di qualche cosa.

Ho visto che aveva perso un po’ di pelo, esattamente come la gatta. Alla gatta faccio il pelicure, quando serve, ed ho avuto l’idea di farlo anche all’orso.
Tu mi hai detto di stare attento, ho sentito la tua voce dietro di me. Avvertimento inutile però; avevo già deciso e non pensavo di fare una cosa pericolosa.
Con la spazzola più robusta che possiedo ho iniziato a passare sulla pelliccia dell’orso, per ripulirla dal pelo caduto. Lui non ha gradito. Mi ha fermato la mano con la sua zampa e mi ha sfiorato con le sue unghie. Poi, quasi per farmi star fermo e contemporaneamente tranquillizzarmi, mi ha preso la mano nella sua zampa, per trattenerla, delicatamente. Io non ho avuto paura, solo ho capito di essere in una situazione strana, fuori dalla realtà.

L’orso, ad un certo momento, mi ha parlato, ha pronunciato una sola e semplice frase, che poi ho ricordato, anche dopo.

“Muori, non parti.”

Ho impiegato pochi istanti a capirne il senso. Ancora adesso non so spiegare se la condivido o no. Ho perso un po’ del mio antico integralismo, e malgrado questo ho quasi l’impressione di non essere mai mutato ma solo adattato alle situazioni.

Poi ricordo che io e l’orso ci siamo tuffati in acque profonde. Lui ha scelto di non ribellarsi alla gravità. Mi è sembrato sereno e consapevole quando si è lasciato affondare mentre io ero un po’ triste per la sua scelta. 
Lui non era partito ed io sono rimasto, a tentare di capire se avevo inteso correttamente quello che voleva dirmi. 
Poi anche la tristezza è sparita, e mi è restato il ricordo dell’orso. Avevo avuto l’impressione che fosse rassegnato appena lo avevo visto ed ora ho solo alcune domande, senza facile risposta.

E così Viz il tuo invito alla prudenza era inutile, come hai capito, ed ora mi piacerebbe sapere chi era quell’orso.
                                                                                               Silvano C.©   

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