Volutamente circoscritto.
Il tempo, che non ho ancora
capito se si è giunti ad una sua definizione scientifica certa, ma ne dubito,
sicuramente mi fa mutare. La sua successione di istanti mi confonde e a volte
mi fa pensare che quel paradosso di Zenone potrei farlo funzionare
all’indietro, a mio piacere, anche se tutti sanno che il tempo non torna mai
indietro, tutt’al più ci concede un ricordo, una fotografia.
E l’oggi mi ingabbia, non mi
lascia lo spazio che vorrei, è volutamente limitato.
Ed allora non solo io, ma
tutto era diverso.
E ancora mi sento in colpa,
forse di vivere, oggi, e vorrei che ognuno fosse ricordato. Non amo i
camposanti per ciò che sono, ma per quello che dovrebbero essere e non sono. A loro
manca l’eternità, senza di quella perdono di significato. Non posso ricordare a
tempo limitato, non me lo concedo, e se lo faccio sbaglio. Non voglio essere
ricordato io, ma voglio ricordare mio nonno e mia nonna, mia madre e mio padre,
e soprattutto voglio ricordare te. Senza questo ricordo io perdo di senso, e so
di essere colpevole perché non saprò mai
fare abbastanza per ricordare, anzi, già programmo un lento passaggio nell’oblio,
per qualcuno che ho amato. Non per te, certo, ma per qualcuno sì. E non so cosa
sia giusto. Ma non sono le cose a tenere in vita le persone. Eppure sono le
cose che in qualche modo mi legano a loro, le stupide, inutili, ingombanti
cose.
Sono senza parole.
Ciao,
Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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