Passa
la regina in parata tra folla festosa. Affianca il suo re, preziosamente
adornata di regali vesti, ammirata, invidiata. Morta.
Scrive
un testo che entra nella storia della letteratura italiana, un nuovo classico,
attinge dal passato e ricorda chi eravamo; è indiscutibilmente un grande, tuttavia i suoi ultimi anni sono di
povertà. Morto.
Erige
per sé e per la famiglia, sull’isola di San Michele, un monumento che vorrebbe affidato
ai secoli. La vita però ha le sue vie misteriose, le segue e non sempre ricorda
ciò che fummo. Il monumento, senza eredi che ne possano rivendicare diritti,
entra nel patrimonio pubblico e messo all’asta.
Lui che lo aveva voluto viene tradito dal tempo. Morto.
Lui che lo aveva voluto viene tradito dal tempo. Morto.
Incontro
chi mi racconta col sorriso di una sua lotta terminale dalla quale non potrà
che uscirne sconfitta. Ci intendiamo, anche se nessuno potrà mai capire sino in
fondo nessun altro essere umano. Ognuno di noi è unico. E mi ricorda la zia di
mio padre che pure io impropriamente chiamavo zia. Aveva comprato prima del tempo
consueto un loculo, aveva previsto e deciso, aveva scelto chi ricordare e chi
scordare. Ora io la ricordo, e altri con me, sino a quando vivremo. Morta.
E
penso a quando pure io sarò altrove o in nessun luogo. Morto.
E
penso che tu ora sei altrove. Sarei molto curioso di poter vedere, poter
discutere con te della situazione, commentare, sorridere delle mie idiozie che
ancora mi sfuggono, come rumori e odori inopportuni, o peggio. E sei in una
condizione che mi attende. Mi hai preceduto. Sei morta.
Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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