giovedì 12 settembre 2019

grazie professore, concludiamo noi



A volte nella vita si spera, ci si illude, si crede che ogni cosa sia possibile, che un elicottero del 118 emergenza arrivi e salvi la vita, che un luminare attento e capace possa fare il miracolo, magari aiutato dalla tecnologia, che un dio possa scendere dalla macchina teatrale e mutare il senso del destino, capovolgerlo secondo il nostro desiderio. Ma non è così.

Partiamo, Silvano, partiamo.
Sistema il camper, io scendo e lo carico di ogni cosa potrebbe servirci, anche di giacconi pesanti se andiamo al mare in agosto, di ricambi per 30 giorni anche se ci allontaniamo per un solo fine settimana, di libri da leggere per sei mesi, di guide per luoghi che non potremmo mai raggiungere stavolta, di fazzoletti, di penne e blocchi per appunti, e …
Partiamo, partiamo in ogni modo ed in ogni caso, è il solo modo, non ve ne sono altri.
Partiamo pensando ad una meta da raggiungere, ma io mi auguro che durante il viaggio tu sbagli strada, che ci perdiamo così da farci scoprire ciò che non ci aspettavamo e non avevamo preventivato.
Partiamo e lasciano altrove i pensieri. Espatriamo da noi stessi, e tentiamo di ubriacarci per ridere, oppure di ridere sino ad ubriacarci, senza alcun motivo oltre al solo dovere di farlo.

Ecco, io so che non è così, lo sappiamo tutti, io lo so benissimo, tu ancor meglio di me. Eppure io immagino veramente di sentire: “grazie professore, concludiamo noi”, tu no?

                 Ciao, Viz.

                                                                                               Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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