Dov’eri?
Qui,
sempre qui. Lo sai.
Però
sembrava che tu non mi parlassi più. So che stavi qui, ma avevo paura che non
volessi che gli altri lo sapessero.
Non
essere ingiusta. Non passa un solo giorno, non uno. A volte penso che non mi va
di leggere libri che qualcuno ha scritto dopo di te, anche se capisco che è una
semplice idiozia, perché la vita non si ferma se qualcuno muore. La vita cerca
altra vita, pare, ma a me sembra sempre più importante non perdere la memoria.
Quella
non si perde mai, e anche quando si perde non si sa di averla persa, è come se
non fosse successo.
Mi
vuoi contraddire?
No,
non è quello che voglio. Mi mancano solo le discussioni con te, tutto qui.
Anche
a me.
E
poi chi ti dice che non discuta con te, ogni giorno? Sei certo che non avvenga?
Non
ho più certezze. Non so cosa avviene sul serio. Non sono né ateo né credente,
odio gli integralisti di ogni genere, non credo nella sola scienza, non credo
in una sola patria, non immagino un mondo migliore solo perché esclude le
differenze e così tranquillizza la prudenza paurosa ma, allo stesso tempo,
ricerco le mie radici, il mio passato, la mia vita con te e, lo ammetto, anche
la mia vita prima di te.
Lo
so, il mito della tua indipendenza, della tua libertà…
Non
è un mito, tu l’hai capita e l’hai resa possibile. Senza di te non sarebbe
successo. Anche adesso vivo di rendita. E così sino alla fine, tra alti e
bassi, tra depressioni e sorrisi, tra nuove scoperte e pianti. Sino a quando
sparirò.
Non
aver fretta per quello. E poi mica si sparisce una volta sola, succede molto
lentamente, poco alla volta, e non è mai detta l’ultima parola da questo punto
di vista.
Cioè?
Cioè
io non sono andata via del tutto. Tu mi trattieni qui, altri lo fanno in modo
diverso, tu non sai dove rimango, non conosci tutti i luoghi dove mi nascondo. A
volte poi mi trovi, e mi spiace se questo ti fa male, ma poco a poco ti ci stai
abituando, ed il dolore in parte ti aiuta, non riesci a farne a meno.
Sai
a cosa pensavo? Che siamo stati due idioti. Io più di te, ovviamente. O forse
solo io, ad essere onesto, perché tu lo avevi capito. A volte vedo giovani
coppie e mi fanno invidia. Vedo giovani donne e le ammiro; qualche volta vedo
in loro una tua espressione, un tuo modo di camminare, una cosa che indossano
simile a quelle che indossavi tu, oppure vedo un’auto che passa e ti scorgo
alla guida, oppure…
Ho
capito, credo di…
Non
so se hai capito. Poi mi capita di vedere amici che vivono momenti di
conflitto, tra loro, e tento di far capire quanto sia stupido cadere in certi
errori, che poi pagheranno con rimpianti, o forse no, sono solo io che proietto
il mio modo di vedere che non è comune agli altri.
No,
non lo è mai. Ognuno si sceglie la sua strada. Tu, o meglio noi, non siamo
stati la misura del mondo. Il mondo segue strategie che non si possono
generalizzare, prevedere, categorizzare, se non in modo impreciso.
Cioè
non posso cambiare gli altri, mi dici. Ognuno si deve rompere le corna nel modo
che preferisce. Eppure se potessi impedirlo…
Non
puoi. È già molto se ti rendi conto di quanto sei stato stupido, in certi
momenti. Lascia che gli altri sbaglino a modo loro. Tutti sbagliamo, ognuno in
modo originale ed ognuno come tutti gli altri.
Vabbè.
Però le fragole di bosco, quelle selvatiche, quelle che sono nate dalle
piantine che conosci bene ora stanno poco a poco crescendo. Sto curando il
nostro posto delle fragole, e la cosa mi impegna specialmente in questi mesi di
caldo. Ma sono soddisfatto. Oggi una pianta ha fatto spuntare un piccolo
fiorellino. A breve ci sarà una piccola fragolina. Io innaffio, e le piantine
si riproducono. Spero che nessuno si senta infastidito, o le danneggi. Mi spiacerebbe.
Ma intanto nel mio vivaio casalingo ne sto facendo crescere molte altre. E non
dirmi che non sai dove sono. Sono sempre qui.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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