Il tempo comprende il suo
ricordo, in qualche modo conserva memoria di sé. Questo avviene in senso cosmologico,
ma è facile vedere che riguarda tutti noi molto direttamente e giornalmente.
Da giovanissimi non è molto
evidente, l’esperienza è ancora limitata e chi lo intuisce, se ci riflette, vi
arriva solo teoricamente.
Quando invece si è vissuto e
ciò che è ormai dietro supera quello che resta davanti la prospettiva muta.
E, per quanto mi riguarda, in
tutto questo mantengo sempre una certa dose di rivendicazione contro qualche
cosa o contro qualcuno, unita a rabbia e dolore.
E poiché ciò che voglio di più
mi è negato, mi irrigidisco come un mulo e non intendo fare un passo oltre al
punto dove sono. Le cose, le vicende, le giornate, le persone, le attese stesse
mi superano, mi vanno avanti. ed io no.
Pure io in realtà seguo il
flusso, non potrei farne completamente a meno, ma resisto.
Ed ho trovato, esattamente
ieri sera, un altro modo.
Per farti restare, perché sempre
lì mi sono fissato e non mi smuovo, anche se spesso fingo o sorrido, ho aperto
una vetrinetta, ho guardato i nostri libri in disordine assoluto. Moltissimi tu
li hai letti, tra quelli, io troppi di meno.
Ed ho pensato che se ora, o
tra un mese o un anno, io rileggerò un libro che ti ho comprato, che tu hai
letto ed io ancora no, ti ritroverò, un po’.
Esattamente come ti rivedo in
certe corsie, o in certi locali, o semplicemente in camera quando io sono di
sopra.
Non tornerò mai più a Vieste perché
a Vieste tu ci sei, ed io so che ci sei.
Quindi leggerò, e ti
ritroverò.
Ciao, Viz.
Silvano C.©
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