Te
lo vado dicendo da giorni, molti giorni, troppi giorni. Un mese e più. Non passa
giornata che non tenti di trascinarti al di qua della linea oscura con una
scusa o con l’altra. E prego, a modo mio, non riconoscendomi in nulla di ciò
che si intende per fede, e, malgrado questo, senza alcun bisogno di negare. Non
ho prove di alcun genere, mi creo modelli indimostrabili e a volte, per periodi
più o meno lunghi, mi ci appoggio, mi illudo.
A
proposito di modelli poi ne avrei da dire, perché ciò che per me è regola di
vita, o modo che mi permette di andare avanti nelle giornate senza dover
pensare ad ogni mia singola azione, in realtà è, appunto, un modello, una costruzione
che funziona sinché funziona, che altri giudicano sicuramente inadeguata; gli
altri ne hanno altri, non peggiori né migliori, altri.
Accetto
chi prega, in parte invidio chi lo fa, ma oltre non vado.
Accetto
la fede, l’ateismo e il distacco laico di chi non vuole imporre nulla.
Odio
profondamente l’integralismo acritico e prevaricatore, che non è umano, ma è
una prova dell’esistenza del male, o del maligno, se ne servisse una,
contraddicendomi.
È
da giorni e giorni che vago in questa terra di nessuno. Ti parlo continuamente,
certo, non ho mai smesso di farlo, ma con te mi posso permettere di ripetermi
quasi all’infinito, di chiederti spiegazioni, di lasciami andare alla nostalgia
ed al peggio che mi passa per la mente, oltre che all’orgoglio di alcune
riflessioni, che non mi consolano ma almeno un po’ mi aiutano. Continuare a
farlo pubblicamente invece annoia, stanca, allontana, è ripetitivo ed inutile.
Poiché
non so pregare anche se entro nelle chiese, e visto che non ho fede, io posso
concepire solo una preghiera atea, per quello che vale o conta o serve. Tu sorridi,
lo so. O forse non lo fai, per rispetto, e non so più nulla.
Certo
è che io tento da tempo di buttarmi in ricerche sul passato per allontanare il
presente che non mi piace, mi annullo, o vorrei farlo, dandomi uno scopo. Ho già
un impegno fondamentale, al quale voglio fare onore e che già da solo è un
motivo più che sufficiente. Ma mi manca la tua voce, la tua voce anche solo al
telefono. A questo non trovo rimedio, e mi allontano un po’ dai ritrovi in
rete. Non hanno colpe le altre persone, in questo, è solo colpa mia e della mia
incostanza. Degli altri ho bisogno, malgrado tutto. Ed alcuni mi sopportano, o mi sono più vicini.
Ed
altro non mi va di aggiungere, per ora.
Non
serve dire ogni cosa, ver
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.