Quello
che sembra, che mi fingo sia, che mi ubriaco in tutti i modi per farmelo
credere, non è. Tu lo dici ancora, a modo tuo, e non ti credo né ti ascolto. Saresti
mai venuta a trovarmi in modo ossessivo come faccio io? Non posso dirlo, so
solo che non lo hai mai fatto con nessuno. E so anche che, quando vedevo,
ritrovavo, cercavo (e magari ristampavo) le foto di mio nonno tu mi dicevi di
non farmi male. Non farmi male.
Non
devo farmi male. E questo, in tanti, ognuno a modo suo, al telefono o di
persona, me lo vuole dire, far capire, convincermene.
Ed
io ribadisco che ho la testa dura, che non mi lascio convincere, che rivendico
il diritto di star male, di piangere, di ricordare e di vivere nel passato. Mai
solo nel passato però, mai, quello no; sono sufficientemente egoista per saper
vedere il mio interesse ad ottenere un mio vantaggio, a pensare a me, insomma.
Ma,
in ogni caso, ritengo giusto e doveroso non scordare in alcun modo, e fuggire
da quello che mi può allontanare in modo irreparabile. E non cerco sostituzioni
di persona, sarei meschino ed ingiusto. Sei tu il mio metro, incommensurabile.
Ed
ora ti dico una parola: Neuschwanstein…
ti ricorda nulla?
Pronunciandola mi facevi ridere. Ed ora penso che in
qualche modo, in una forma molto approssimativa, un po’ per prenderti in giro
ed un po’ per fare una cosa diversa, tra non molto un piccolo castello, con una
vera luce, lo vedrai. E non lo vedrai solo tu.
Sparirà dopo poco? Qualcuno mi dirà, come è già
successo in un altro caso, che non è decoroso e non si fa? Perderò tempo per nulla?
Ecco, posso rispondere solo all’ultima domanda: no. Il tempo che ho dedicato e
dedico a te non è mai stato né sarà mai per nulla. Ciaospetta Neuschwanstein,
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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