martedì 4 dicembre 2012

volevo essere...


Ma quando si soffre si è sempre soli. È come se l’altro percepisse il dolore da lontano, e volesse proteggersene. Lo sente, ma lo nega. Se ne allontana. Torna al proprio lavoro. Gli affari. La politica. Il giornale… come per evitare il rischio di precipitare anche lui in un buco nero.
Soprattutto quando non riesce a capire cosa succede, quelle lacrime improvvise, quel brusco “non è niente”, quella paura che si spalanca

(Volevo essere una farfalla, Michela Marzano)
                                                                                                               
                                                                                                        Silvano C.©

( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

2 commenti:

  1. Nella vita mi è capitato di condividere con persone afflitte da sofferenze mute, ma visibili nei tratti del viso e nel profondo degli occhi. Da buon crocerossino mi sono soffermato, ho condiviso con queste tratti di percorso di vita, uscendone debilitato nel fisico e nello spirito. Ho imparato a non farlo più! Perchè, pur senza generalizzare, ho capito che queste persone non saprebbera vivere diversamente, che il loro dolore è un alibi per atteggiamenti al di fuori delle righe e del normale buon senso. Sono brave persone, ma sono quelle che ti rovinano la vita perchè non ti riesce di dire loro il vaffanculo che meritano.
    @mariorossi (Francesco)

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  2. non è facile aiutare. per me almeno è difficile se prima non trovo la forza dentro, e spesso ho paura. mi riesce difficile però giudicare chi soffre, mi viene più facile farlo con chi ritengo meno debole e in mala fede
    Silvano

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