lunedì 31 marzo 2025

Senso di vuoto

Qualcuno va al cimitero una sola volta nella vita, ci si trova talmente bene che poi ci resta per sempre. Peccato che a quel punto sia morto e non possa più raccontare il suo segreto, se si tratta di un segreto.

Qualcun altro decide di svuotare una pozza, e se ha manie di grandezza un intero lago. Ci si mette d’impegno, secchio dopo secchio e deviando anche il più piccolo rigagnolo che potrebbe far risalire il livello dell’acqua. Secondo alcuni spreca tempo, i cambiamenti in atto stanno lavorando per arrivare allo stesso risultato e così rischia di sprecare inutilmente la vita.

Per quanto mi riguarda non faccio né una cosa né l’altra, aspetto e mi dedico a una forma di resistenza che consiste nel tentare di non cambiare nulla, fingo che sia così e mi innervosisco quando il mutamento arriva. In questo immagino di essere un perdente. A volte poi vengo sommerso da pensieri che mi tolgono la concentrazione. Quando si diradano mi sento vuoto e perdo il desiderio di fare. Spero che poi torni. Ciao, Viz. Mi serve sempre il tuo sorriso, specialmente in certi momenti.  

                                                                          Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

domenica 30 marzo 2025

Ovunque e non solo


Conosco un tale che,

per lecito bisogno di leggerezza,

divenne un pallone gonfiato

(Tire Michelin)

 

Vorrei perdere tempo con te, andare in giro senza una meta, annoiarmi un po' la domenica pomeriggio e vedere gente diversa, di tanto in tanto. Programmare viaggi impossibili e magari anche qualcuno realistico. Volare per una volta in aereo. Entrare in un ristorante stellato per una cena dimenticando quanto ci costerà. Far tornare chi è partito. Immaginare e poi realizzare l’impossibile. Continuare a parlare per distrarti e, allo stesso tempo, essere capace di confondere pure la Signora, o solo a convincerla a tornare più tardi, un mese dopo, un anno dopo, mai. Come col principio del Diavoletto di Cartesio applicato alla mongolfiera alzarmi con te e guardare dall’alto prima Rovereto, poi la Vallagarina, poi superare l’Altissimo e vedere il Garda e più a sud Verona. E poi oltre, portati dal vento, dove vorrà, a suo giudizio. Tornare a Carpi, a Ferrara, a Stava. Tornare ovunque e non solo. Ciao, Viz. Mi serve sempre il tuo sorriso  

                                                                          Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

sabato 29 marzo 2025

necesse est

Col tempo capisco cose che prima non mi era possibile. Serve empatia che purtroppo, e per mia colpa, raramente dimostro. E non mi basta vedere o essere vicino, devo anche vivere sulla mia pelle alcune esperienze senza le quali sono come un sordo al concerto o un cieco nella galleria d’arte. Penso di aver frainteso le motivazioni vere di alcuni comportamenti, di averle fatte mie solo in parte. Ricordo un tempo nel quale pensai esattamente che se qualcuno voleva che capissi qualcosa, piuttosto di accusarmi di non aver capito avrebbe dovuto spiegarmi la situazione. E in fondo è ancora così. Sembra capisca solo in percentuale quanto mi succede e quanto succede agli altri. Causo in tal modo dolore inutile, per mia stupidità. Se desidero far male a qualcuno, magari sbaglio ma sicuramente non è per caso. E poi, quasi sempre, il desiderio di farlo mi si scioglie davanti alla resa o quando mi rendo conto che quella persona ha già perduto e non serve ci metta anche il mio carico. Ora credo di capire che voler salvare gli altri da una preoccupazione può anche semplicemente essere una forma di autodifesa, come se il dolore non ci fosse, non solo per gli altri ma anche per me stesso. Chissà se è così. Magari continuo a sbagliare. Ciao, Viz. Mi serve sempre il tuo sorriso. 

                                                                          Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

venerdì 28 marzo 2025

La realtà

Un appuntamento al buio, formalizzato, può riservare sorprese. Immagino sia un’alternativa agli altri canali più o meno tradizionali, come le esperienze in comune di ogni tipo o l’incontro occasionale a una festa, a teatro, al cinema, in biblioteca o semplicemente in strada. A volte l’appuntamento non è con una persona, e magari è atteso oppure inaspettato. Ma perdo tempo e mi disperdo per non dire, perché in effetti non voglio dire ma solo distrarmi. Il metodo per raggiungere lo scopo è darmi compiti che rientrano nella routine, rispettare la ripetitività, rendermi utile a qualcuno o semplicemente dedicarmi alle faccende domestiche. La sintesi è che non conosco il futuro, per mia fortuna, e questo tuttavia mi destabilizza. So cosa potresti dirmi, o lo immagino. So in parte quello che hai vissuto, o lo immagino. E oltre l’immaginazione non so arrivare, se non adattami alla realtà. Ciao, Viz.   

                                                                          Silvano C.©

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giovedì 27 marzo 2025

temi

Le domande che non ho fatto quando avrei potuto (e dovuto) farle

I racconti ascoltati senza prestare sufficiente attenzione ai particolari

Gli oggetti che ho salvato, per poco, ma che adesso non mi svelano tutto

Le fotografie che ho scattato e regalato

Le cose che mi sono state rubate e non ho mai più ritrovate né ho potuto sostituire

I libri prestati e mai riavuti indietro

I libri comprati, e poi ricomprati ancora perché smarriti nel mio grande caos

Le favole che adesso nessuno mi racconta più come quando ero piccolo

Gli amori mai nati ma che avrebbero potuto nascere cambiando ogni cosa

La città di Belluno, dove per caso non mi sono mai trasferito

Dire, fare, baciare, lettera e testamento

Le asole, i ricami, gli orli e le bambole

L’inutilità dei cimiteri, che ricordano chi stiamo dimenticando, e che molti non amano frequentare

Le parole scritte come queste, non su supporto cartaceo, per quanto tempo resteranno leggibili?

So di dire cose che interessano a pochi, so però che isolarmi tra gli altri, con te, cercando di evitare pure gli amici, è stata una mia colpa e una mia scelta. Non ho idea se ogni cosa avrebbe potuto avere un altro corso partendo da un atteggiamento diverso, non lo saprò mai. E sono troppe le cose che non saprò mai. Per fortuna un po' la memoria mi aiuta nascondendomi quello che è avvenuto, come è giusto che sia. Ciao, Viz.   

                                                                          Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

mercoledì 26 marzo 2025

Assenza e presenza, per sbagliare meno

Il cielo diventa scuro. Le nuvole si addensano e la giornata primaverile e finalmente non fredda, tanto da poter tenere le finestre aperte come da tempo non succedeva, vira verso l’instabilità. Potrebbe significare altre cose, non solo quanto osservo, ma se volessi vedere segni dove non ci sono motivi oggettivi né corrispondenze dimostrabili sarei stupido. Non nego tuttavia questa mia stupidità, evidente a molti e anche al sottoscritto. Quando mi dicevi: guarda che ti conoscono, capivo cosa intendevi, lo capivo e so che avevi ragione. A lungo ho cercato l’anonimato dopo aver perduto, col primo e specialmente col secondo trasloco della mia famiglia, i primi rapporti con gli altri per me allora fondamentali. Credevo che un condominio dove si vive senza veri rapporti personali fosse una condizione/soluzione, e sbagliavo. Credevo che lavorare lontano da dove vivevo fosse una scelta corretta, e sbagliavo. Alcune cose mi sono capitate, non le ho elaborate correttamente e per certi versi le ho trasformate in mie scelte, ovviamente sbagliate. Pensavo che andare altrove significasse poter quasi rinascere. Ormai ho poco da aggiungere su quanto avvenuto, lo so. Posso solo immaginare che con te presente il mio sbagliare sarebbe meno importante, anche se mai assente. Ciao, Viz.   

                                                                          Silvano C.©

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lunedì 24 marzo 2025

Cose successe e anche no

Ti ho vista che passavi per strada e poi sparivi dietro l’angolo. Ti ho vista veramente oppure ho voluto vederti?

Stanotte ti ho sognata e assieme abbiamo fatto compagnia a Willi perché Licia era andata via per sempre. lo abbiamo aspettato e, quando è arrivato, tardissimo, lo abbiamo invitato a cenare con noi, che era quasi mezzanotte e avevamo preparato molta pasta. Sapevamo che sarebbe passato. Poi mi sono perso nel teorema di Pitagora facendo calcoli e immaginando tabelle.

Vorrei ritrovarti con tutti i tuoi pregi e i tuoi difetti. Tutti i tuoi difetti, perché i miei li superano abbondantemente e sai che mi piace sempre prevalere.

Ti ripenso in quelle foto e nei momenti nei quali te le ho scattate. Le diapositive invece non le guardo più, mi sento colpevole e lo sai. Una di quelle foto la tengo, in bianco e nero, stampata da me, nel portafogli che uso sempre più raramente.

Mille cose assurde trovano un senso solo se le vedo con i miei occhiali, quelli che nessuno sa trovare e che non presto mai. Sono occhiali un po' reali un po' metaforici.

Sono stato un falegname, per poco e in modo amatoriale, mai un poeta né uno scrittore. Quindi ti ho costruito qualche oggetto di legno, qualche scatoletta, qualche mobiletto, ma non ti ho dedicato mai nessuna poesia, nessuna poesia seria intendo. Non sono né poeta né scrittore, e tenere un blog non mi rende tale.

Quando sento odore di fumo mi manchi. Il fumo ormai quasi lo cerco, ma non posso più comprarti quei pacchetti di sigarette un po' particolari che poi mi guardavi strana. Cose che sono successe. Ciao, Viz.   

                                                                          Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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