lunedì 14 luglio 2025

solo il caso, o forse l'amore

Avrebbe potuto succedere durante alcuni sorpassi azzardati che, da incosciente, effettuai mettendo a rischio non solo la mia vita. Avrebbe potuto succedere mentre nuotavo, in preda a vera pazzia, tra due isole delle Tremiti e vedevo sotto di me i raggi solari che si perdevano tra le oscurità del fondale. Avrebbe potuto succede al Conero o ancora alle Tremiti, quando da idiota scalai un paio di pareti friabili con le ciabatte. Magari anche quella volta che, a Porto Garibaldi, mangiai pesce avariato ma gratis in una festa d’estate e poi per fortuna lo vomitai, tornato a casa. Probabilmente me la sono cavata solo per caso, o per fortuna. Adesso mi permetto di criticare chi si lancia con una tuta alare dai monti trentini, chi commette imprudenze sui ghiacciai o in mille altri luoghi, ma non ne ho il diritto. La mia pazzia rimane scolpita, e se la rimuovo è solo per evitare sensi di colpa e darmi un contegno da persona saggia, quale non sono mai stato. Le apparenze non mi giustificano, lo ammetto. Ciao, Viz. Ma tu cosa vedevi in me, cosa ti ha spinto a salvarmi?

                                                                                                       Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

domenica 13 luglio 2025

libertà

                    Mi ricorderò di te.

             Ti ricorderai di me.

 Basterà uno sguardo, una parola, una fotografia o una semplice ombra, e ci ricorderemo di quanto è avvento, di come abbiamo vissuto, degli errori e della bellezza avuta in regalo.

Resterò nel ricordo…

Non so se sarà così, la mia è solo emozione irrazionale, nulla d’importante. Sicuramente chi torna, in qualche modo, se torna, non è grazie alla nostra memoria che sceglie e dimentica, che si fa influenzare da ciò che siamo. Chi torna, se torna, lo fa liberamente, sceglie autonomamente, per noi è imprevedibile e incontrollabile. Magari a me capita semplicemente perché incontro qualcuno che ti assomiglia, e per una frazione di secondo sei qui. Arrivi in un sogno nella notte e magari al mattino neppure ti ricordo. Qualcuno mi parla di te, e mi dice qualcosa che ignoravo. Non è il mio ricordo che ti fa restare o tornare, quello è solo nostalgia. Serve altro, che io non posso controllare, che puoi gestire solo tu. Se questo è possibile, e non so se lo sia, tu sei libera di farlo o non farlo, decidi tu come e quando, forse mai, forse non solo per me. Io so semplicemente che ho doveri e che non so se potrò onorarli. Spero egoisticamente di sì. Ciao,Viz.

                                                                                                       Silvano C.©

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sabato 12 luglio 2025

La teoria del miraggio

Col passare degli anni ho mantenuto inalterati alcuni interessi, altri invece sono cambiati. Per certi ho perso ogni spinta, li ho rimossi quasi naturalmente. Qualcuno in passato si è pure offeso ma personalmente non ho perso nulla, probabilmente si è trattato di qualcosa di sbagliato sin da principio. Magari non è esattamente così, ma il mutamento esiste in ogni campo. A volte si tratta di evoluzione verso nuovi livelli, ma se succede che tutto finisca non è una tragedia. L’assetato tra la sabbia di un deserto vede una pozza d’acqua dove non c’è. I suoi occhi cercano e vedono solo quella, magari la sognano o la inventano. In tal modo, se l’acqua esiste ed è raggiungibile, la trova e si disseta, altrimenti niente. Tutto qui, banalmente semplice. Ti devo tante cose, Viz.

                                                                                                       Silvano C.©

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giovedì 10 luglio 2025

doni

Non credere sia quello che credi, quasi mai lo è. E anche se non sbagli troppo stai sicuro che vedrai qualche maschera, scambierai ombre per alberi, una frase non la capirai se non dopo aver vissuto, prima no. Solo l’irruenza inconsapevole dell’esordiente fa immaginare la sicurezza che, anno dopo anno, verrà perduta. Ne ho visto troppi così, pure io lo sono stato. Mi deridevano e pensavo di reagire nel modo giusto, avevo certezze irrevocabili e non trattabili che sono sparite nella nebbia che, solitamente, scende in certe giornate. A volte, durante alcune nevicate, ho avvertito il silenzio che dicono ovattato, forse perché i fiocchi ricordano l’ovatta che dovrebbe assorbire i rumori. Sia come sia le cose mutano. Ho indossato io stesso maschere che pensavo fossero quelle giuste per il momento e per il ruolo. Sono stato quello che dicevano di me. E intanto mentivo, raccontavo illusioni e non realtà. Ma ci credevo. Qualcuno ha iniziato a vedermi diverso, a leggermi come non mi piaceva. Mi ha fatto male, forse mi è servito ma intanto mi sono allontanato. Alcuni li ho perduti così. È inutile tentare di ritrovarli, non sono più quello che erano, e neppure io lo sono più. Una volta mi feci una maschera di cera, una cosa un po' macabra. Era il periodo nel quale, con la cera ammorbidita e colorata, costruivo candele e piccoli oggetti. Era la zia di mio padre che mi procurava grandi quantità di cera, che raccoglieva dove sapevo. Quella maschera e tutti quegli oggetti e le piccole candele li ho perduti da tanti anni. Ma la maschera virtuale non l’ho mai perduta, ha col tempo assunto forme diverse, alcune di queste ancora esistono, resistono. Tutto questo si potrebbe definire un dono, complesso e in parte falso, menzoniero. Di tanto in tanto qualcuno mi smaschera, io lascio passare il tempo e tento di far finta di nulla, pur accusando il colpo. Forse il mio solo vero dono è l’abilità artigianale che, in certe occasioni, ho saputo usare. Gli altri doni, quelli più importanti, li ho ricevuti da chi mi ha amato, perdonato, accettato e sopportato, e anche cercato. A tutti devo gratitudine, quella sì. Ciao, Viz.

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mercoledì 9 luglio 2025

vita

Per apprezzare la tranquillità occorre aver avuto problemi, poi superati. È il contrasto che genera esperienza e conoscenza. Quando tutto nell’intero universo si sarà ridotto a particelle uguali, senza interazione tra loro, fredde e senza luce, la vita avrà fine. La natura è mutamento, continua evoluzione. Se questi cambiamenti finiscono tutto diventa inutile. Nulla deve andare da un luogo a un altro. Ogni interesse decade. Due che stanno litigando esistono. Chi ama e viene amato esiste. La guerra è tra vivi. Costruire è indice di attività vitale, sia si tratti di un palazzo sia si tratti di una tana. Soffrire è vivere, e anche stare bene lo è. Il bicchiere non sarà più mezzo vuoto o mezzo pieno alla fine di tutto, semplicemente non ci sarà più alcun bicchiere. Sino a quel momento molto potrà succedere, anche se tutti noi ci fermeremo prima e non lo vedremo. E poi non è neppure detto che tutto finisca, è solo una delle tante ipotesi. L’ignoranza esiste, viva l’ignoranza. Ciao, Viz.

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martedì 8 luglio 2025

Beata ignoranza

L’ora giusta quale dovrebbe essere? L’ora perfetta, che non lascia retrogusti amari, quella che permette una visione ottimista dei fatti che capitano, l’ora che non dovrebbe finire mai? Risposta non c’è. Può arrivare dopo una notte nella quale il vento forte ha mosso oggetti sul balcone e nella quale la testa non ha permesso al corpo di riposare o di riprendere sonno dopo le cinque di mattina. Può arrivare da qualche parola di un amico. Può capitare di trovarcisi senza un vero perché, semplicemente per azione del SIARP, il sistema inconscio automatico di rimozione pensieri, o preoccupazioni. Ma quell’ora diventa interi giorni felici e senza idee nere se capita di essere protagonisti di un matrimonio voluto e condiviso, se si programma una vacanza desiderata da tempo, se si è in pace. Che poi non so cosa sia la felicità, non la so definire. Così non so cosa sia l’amore, e non so tante altre cose, che tuttavia m'illudo di conoscere o aver conosciuto. Mi accontento della mia ignoranza. Anche l’ignoranza, a ben vedere, potrebbe aiutare a vivere un’ora giusta. Ciao, Viz.

                                                                                                       Silvano C.©

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lunedì 7 luglio 2025

Problemi

Mi è capitato di pensare ai labirinti, e poi mi è capitato di leggerne una semplice considerazione in un romanzo noir che sto leggendo. Per qualcuno le coincidenze non esistono, ma su questo non saprei che dire. Il fatto è che nel romanzo ho letto che per uscire da un labirinto è sufficiente guardarlo dall’alto mentre di recente avevo spiegato che si può uscire da ogni labirinto statico euclideo semplicemente rispettando una regola quasi banale. Ma mi riferivo allo stare all’interno del labirinto e nel tentare di uscirne senza alzarsi in volo. Se si aggiunge una terza dimensione, l’altezza, allora tutto cambia. E se cambia il punto di vista possono apparire soluzioni altrimenti invisibili. Cose note, nulla di rivoluzionario. Del resto è di questo che credo di aver bisogno, di conoscenze confermate e che non fanno nascere nuovi problemi. Ci pensa la vita reale a creare i problemi veri. Ciao, Viz.

                                                                                                       Silvano C.©

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