mercoledì 20 novembre 2024

Jacques Brel tra le rose e il rosmarino

Ci sono laghetti alpini che frequentammo mai abbastanza, e passi e rifugi. Ci sono in Italia e in altri Paesi luoghi nei quali lasciammo parte del nostro cuore, con una speranza sottintesa di ritornarci ancora. Ci sono stati festival ormai irripetibili che frequentammo, nei quali ci sembrava di essere a casa nostra e che quel tempo non sarebbe mai finito. Poi tantissime sale cinematografiche, ovunque ci capitava di passare e di avere una sera disponibile, come avvenne a Firenze o in Umbria. Dolci e piatti tipici particolari, ai quali siamo rimasti legati e che abbiamo condiviso come nostro patrimonio comune, senza mai scordare i vini, o le birre. L’insieme della memoria è complesso da gestire, a volte sembra di non ricordare più nulla ma, aprendo una finestrella, ritornano episodi e persone, come se fossero ancora qui con noi, adesso. E in questo modo torni pure tu, con i borghesi di Jacques Brel, con le tante rose rosse o di altri colori, e col profumatissimo rosmarino, l’immancabile rosmarino con le patate fritte. Ciao, Viz.

                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

martedì 19 novembre 2024

luci

È quasi un anno che ogni sera le vedo, senza differenze tra giorno feriale o festivo, tra estate e inverno. Quando scende la sera quelle piccole luci si riaccendono discretamente. Sono posizionate sul palazzo accanto al nostro, all’ultimo piano in un appartamento sulla destra. Non ricordo di aver mai visto nessuno dietro la cortina di rampicanti finti sulla quale si trovano, ed evidentemente quella barriera svolge perfettamente la sua funzione. L’anno scorso mi avevano piacevolmente stupito per la loro delicatezza, e tra tutte le luci natalizie che vedevo in giro quelle erano le meno invasive. Se non si guardava in quella direzione non si notavano mentre altre richiamavano l’attenzione quasi con prepotenza. Alcuni di noi sembra che debbano partecipare ad una gara con gli addobbi luminosi delle feste, e a volte pure io ho messo ghirlande multicolori e intermittenti, spesso curando più la quantità della qualità dell’insieme. Quelle lucette però, dopo la fine delle feste dello scorso anno, non sono state rimosse, e sono ricomparse accese ogni sera. Le vedo anche adesso, se mi affaccio al poggiolo. È una piccola cosa, per oggi, non ho novità particolari da raccontarti se non che attendiamo la neve, sembra. Le auto devono essere pronte e mi sto attrezzando. Ciao, Viz.

                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

lunedì 18 novembre 2024

Coincidenze

Per qualcuno non esistono, parlo delle coincidenze. A me capita di interessarmi di piccoli villaggi inglesi dove vi sono chiese anglicane a volte risalenti a secoli fa e poi di ritrovarmi a leggere un libro che parla appunto di una di queste chiese e delle vicende che vi si svolgono all'interno e attorno. In tutto questo mi sembra, in alcuni momenti, di cadere in quel film piacevole e divertente di alcuni anni fa: La famiglia omicidi, con una strepitosa Maggie Smith, un sempre piacevole Rowan Atkinson ma senza scordare Kristin Scott Thomas e vari altri. Il film è di quasi vent’anni fa, alcuni attori sono nel frattempo scomparsi non perché Maggie Smith li abbia uccisi, e pure lei è mancata da poco. 

Ho divagato, come spesso mi succede. Scambio un testo scritto per un dialogo che conservo con te, a tua insaputa. Se avessi capito prima quello che sarebbe successo poi non so cosa avresti pensato, in particolare di queste parole affidate alla lettura di pochi e non solo alla mia (tua) memoria. Mi avresti un po' preso in giro e anche criticato, è il minimo. In questo meta-racconto suddiviso in micro-parti non so restare dentro le righe, è evidente. Questo però non è una coincidenza, so che avviene così per mia natura. Ciao, Viz.

                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

domenica 17 novembre 2024

Km0

Penso ad una bella casa di riposo per anziati, moderna, non come i vecchi ospizi. Ognuno degli ospiti con la propria stanza, e per chi lo vuole anche uno spazio cucina personale. Ovviamente è consigliato stare negli ambienti comuni e socializzare, ma senza nessun obbligo. Esattamente fuori dal suo muro di cinta, discretamente nascosto da una siepe altissima che fa pensare ad un giardino, c’è il cimitero.

Stanco della moglie e di un rapporto che si trascinava da troppo tempo senza entusiasmo iniziò prima inconsciamente e poi sempre più chiaramente a cercare altro. Intendeva dare un taglio col passato, voleva sentirsi giovane e fare cose che non aveva mai fatto prima, magari una crociera, magari vivere in un’altra città. Talvolta chi cerca trova, e lui trovò una donna per la quale provò da subito attrazione. La cosa fu reciproca, divenne quasi subito seria, capì che era arrivato il momento della sua svolta. Lasciò la compagna con la quale stava e creò una nuova coppia. Trascorsero vari anni e il suo entusiasmo iniziale si raffreddò, capì che ormai era stanco di un rapporto che si trascinava da tempo senza entusiasmo e iniziò prima inconsciamente e poi sempre più chiaramente a cercare altro…

Un giorno, in vacanza su una splendida piccola isola, decisi di cambiare un po' aria e di spostarmi in un altro posto, magari solitario, magari chissà chi avrei potuto incontrare, magari un amore che non avevo mai avuto? Iniziai a camminare, mi stupii di vedere la natura apparentemente lasciata in pace dall’uomo anche se il sentiero qualcuno lo aveva creato ed io stavo seguendo esattamente quello. A volte il mare spariva dietro qualche spuntone di roccia o qualche macchia di alberi, poi riappariva, sempre magnifico. Camminai e non mi ritenni soddisfatto pienamente da nessuno degli angoli incontrati sinché arrivai dove avevo sperato, un posto che pensavo solitario e più bello di quello che avevo lasciato. Mi bastò fare solo pochi passi per capire che ero partito esattamente da lì. Ciao, Viz.

                                                                                            Silvano C.©

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sabato 16 novembre 2024

Obbligati ad ammazzare

La vita è strana, non la so definire anche se il secolo scorso fui dottore in biologia. Quello che sembrava semplice dandomi una visione ridotta della realtà, limitandomi a pochi parametri misurabili ed osservabili, diventa incommensurabilmente indefinibile se iniziano le vere domande ed i primi dubbi. Ma si può venire al mondo per uccidere gli altri, della propria o di altre specie, cioè per far finire la vita? Ma che razza di condanna è questa? Ne parla Saramago citando l’aquila e la Morte. Se sapessi dare una risposta seria e completa sarei tra gli immortali, o addirittura tra i mai nati ed eterni, oltre il tempo e lo spazio. Invece sono qui in questo mondo immorale che tenta di fingersi diverso, tra chi aspetta la morte e chi sembra pronto a darla, magari per sua inevitabile necessità o forse per assoluta incapacità di capire il minimo. In certi gialli classici uno dei temi dominanti è la ricerca del movente. In alcuni fatti di cronaca il movente è assente, sembra quasi si tratti di un gioco, del bisogno di un’esperienza diversa o di vincere la noia. L’aquila deve predare se non vuole morire, è la sua natura. La Morte, nella mia rappresentazione che a volte umanizzo chiamandola Signora, lo fa perché qualcuno deve farlo e non prova emozioni. Eppure, non essendo vegano, pure io uccido per vivere, o delego questo compito ad altri cercando di non pensarci. Mia nonna uccideva polli e conigli, la vedevo quando lo faceva, provavo un po' di pietà per quei poveri animali ma poi lo dimenticavo presto, e li mangiavo. Quando assistetti ad un paio di autopsie durante i miei studi rimasi colpito dall’odore dei nostri visceri, e per giorni non potei più consumare carne di pollo o di coniglio, lo stomaco mi si chiudeva e si rifiutava. Qualcuno fa questo di mestiere e non ci fa più caso. Io capii allora che non era quella una delle mie strade future. Resta il mistero, per me senza risposte, del perché si debba uccidere per poter vivere. Ciao, Viz.

                                                                                            Silvano C.©

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venerdì 15 novembre 2024

ha un buco

lo so, non ha un valore venale, è vecchio ed ha pure un buco.

È in canapa, tessuto che ormai non si usa quasi più. Malgrado si pensi erroneamente che la canapa sia ruvida non è così, è morbido e resistente.

Ha un buco perché è stato usato a lungo a casa dei miei, e da quando l’ho preso e portato a casa nostra ho continuato ad usarlo, ed è normale che si sia consumato. Tutto si consuma, anche noi, anche mia madre che lo ha ricamato si è consumata di lavoro e di tempo. Anche tu.

Credo che smetterò di usarlo ma lo terrò nel cassetto accanto agli altri strofinacci più commerciali, non ha senso nasconderlo, non voglio che sparisca, la sua funzione di ricordarmi lei non è finita.

È un pezzo unico, è stato cucito a metà per unire tra loro due strofinacci più piccoli.

Ha due fettucce per appenderlo ai gancetti di cucina, non una sola.

Lo so che è una cosa piccola, quasi insignificante per chiunque, ma mi ricorda lei, partita molti anni fa, molto prima di te. Ciao, Viz.

                                                                                            Silvano C.©

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giovedì 14 novembre 2024

stacco, un poco

Stacca ogni tanto, non lavori a cottimo per produrre ogni giorno qualche nuovo pensiero su paure o preoccupazioni. Non sei tenuto ad indagare tra le ombre che si nascondono dove non vuoi entrare. Non è un vincolo sentirti sempre in colpa per i mille errori che hai fatto e continui e continuerai a fare. Se vivi è naturale che sbagli, è solo la Signora che ti può sollevare da questa eventualità, ed è sbagliando che hai la prova di essere in vita. A forza di sbagliare, devi darmene atto, di tanto in tanto ci azzecchi, è un puro fatto statistico. Quindi tinte meno scure, cieli più azzurri, uscite più frequenti e possibilità nuove, nessun obbligo oltre al normale mantenimento degli impegni per te vitali. Sino a quando avrai almeno uno scopo nulla può essere considerato perduto, nulla. Chi in qualche modo è partito ed ha avuto un senso trova sempre il modo per rigenerare motivazioni darsi continuità. Se non succede poco male, significa che è giusto così e non vale la pena pensarci. Quindi, tanto per staccare e fare qualche cosa di diverso e sicuramente utile, oggi potresti stirare.

                                                                                            Silvano C.©

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