mercoledì 15 ottobre 2025

Altri mondi

Che ci sia giustizia è evidente di no. Neppure in tribunale si fa giustizia ma, nella migliore delle ipotesi, si applicano correttamente e onestamente le leggi umane, magari correggendole sin dove è possibile per migliorarle se si trovano giudici adatti. Neppure di questa cosa tuttavia sono sicuro perché mi è molto difficile a volte avere un’opinione su alcune situazioni e le verità mi sembrano troppe per poterne scegliere una più delle altre. In ogni modo la giustizia in questo mondo non esiste, chiunque può vederlo e non serve fare esempi sulla situazione sociale, politica, economica e via continuando. Non credo neppure in una giustizia superiore. A volte capita il peggio a chi non lo ha cercato. Venendo dove tu non sei ho incontrato una signora anziana (come se io fossi giovane) con al guinzaglio un piccolo cagnolino. Ho scambiato due parole, ho saputo che è il cagnolino è una cagnolina, che ha sette anni e che era di sua figlia. I primi sei anni della sua vita la cagnomina li ha trascorsi con lei poi, circa un anno fa in questo periodo, alla figlia è stato diagnosticato un tumore. Nel giro di tre mesi tutto è finito. La figlia, di cinquant’anni, è morta. La cagnetta ora è con sua madre e di tanto in tanto va a trovare la sua padrona dove non è, esattamente dove anche tu non sei. Ecco una delle peggiori ingiustizie, veder partire prima di noi i nostri figli. Se in altri mondi questo tipo di ingiustizie non ci sono forse, almeno in questo, sono migliori del nostro. Ciao, Viz.

                                                                                                    Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

martedì 14 ottobre 2025

L’ultima estate

Siamo stati alla Festa de l’Unità di Cibeno, una manifestazione piccola al confronto di altre più blasonate, non disertata dalle zanzare che amano molto le persone che escono nelle serate estive e non pensano di portarsi l’Autan. Abbiamo visto grotte e cascate, a volte con zaini sulle spalle degni di una traversata artica. Le coste italiane le abbiamo viste quasi tutte, con l’esclusione solo della Sicilia, che avevo visto anni prima. La Spagna all’interno è stata micidiale, come bellissime le nebbie atlantiche del Portogallo. Quasi sempre abbiamo evitato di partire con altri, noi bastavamo a noi stessi, poi avremmo raccontato al ritorno. Abbiamo visto la Grecia di giorno, molto diversa dalla Grecia notturna che un paio di amici avevano vissuto. Siamo stati in quasi tutta l’Europa raggiungibile in auto e senza volare, e abbiamo speso cifre notevoli solo per il carburante. Tutto questo durante l’estate, tranne l’ultima. Ciao, Viz.

                                                                                                    Silvano C.©

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lunedì 13 ottobre 2025

Mia madre, mio zio e la gatta

Mia madre non l’ho amata abbastanza, le preferivo mia nonna. Mia madre lavorava fuori casa, mia nonna invece mandava avanti la famiglia con la cucina, l'orto, le galline e le faccende. Questo sino ad un certo momento, prima che si rompessero gli equilibri che ricordavo sin da bambino. Se però io non amavo abbastanza mia madre mio padre l’ha amata sino alla fine e anche dopo, lei ha avuto la sua dose di amore, anche se non per merito mio.

Mio zio era, tra i tanti fratelli di mio padre, l’unico laureato, che studiava mentre gli altri cenavano al lume di una candela e poi mangiava da solo, al buio. Ha fatto strada e ha avuto ruoli importanti, a Ferrara. Ho avuto notizia della sua morte un giorno che ho telefonato ai miei durante l’unico viaggio che facemmo assieme a Bergamo, ed era anche la prima uscita che facemmo dopo l’acquisto della nuova fotocamera reflex. Immagino che tu lo ricordi.

La gatta era arrivata non so come a casa dei miei, ma non era la gatta di casa, preferiva restare fuori, approfittando magari del garage. Era un po' selvatica, voleva la sua libertà. Accettava di malavoglia di farsi prendere e tenere in braccio anche se non ricordo mi abbia mai graffiato.

Mia madre si chiamava Pasquina, mio zio si chiamava Pasquino e la gatta si chiamava Pasqui. Mia madre e la gatta li hai conosciuti, Viz, mio zio no, ne hai solo sentito parlare.

                                                                                                    Silvano C.©

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domenica 12 ottobre 2025

memoria e ricerca

Sempre più frequentemente mi capita di pensare o tornare a episodi vissuti negli anni giovanili. Addirittura mi rivedo in un capodanno di oltre sessant’anni fa, il mio ultimo capodanno a Porotto. Questo avveniva prima che la mia famiglia si trasferisse nella zona di via Bologna in una casa di edilizia popolare come capitava a tanti negli anni sessanta, gli anni del Boom. Ricordo non benissimo il gruppo di amici di allora, un disco di Celentano messo ripetutamente sul giradischi a fonovaligia, il Monopoli sul tavolo e quella casa nuova già col riscaldamento a termosifoni che noi avremmo avuto solo più tardi. Ripenso a un’amica di comuni amici persa di vista quasi subito, poco prima del mio trasferimento in Trentino, con la quale una sera uscimmo a cena verso il mare, ma non sono sicuro neppure che uscimmo a cena e ne ho scordato in parte anche il nome. E poi Oriana, sempre amica di amici, che andammo a trovare un giorno nella sua casa vicino a Bondeno dopo essere stati in vacanza assieme, lei col suo ragazzo, che morì poco dopo. Era giovanissima, e bella; la morte dovrebbe evitare queste cattiverie. Un’estate i miei affittarono un appartamento in un paese della riviera veronese del lago di Garda. Fu in quell’occasione che arrivai Trento la prima volta, prima di diventare a mia volta trentino di adozione. Chissà cosa mi porta queste immagini. Intanto ho smesso di venire a trovarti dove non sei più di una volta al giorno. So che è ora, ma un po' mi sembra quasi tradimento. Alla ricerca, forse sono alla ricerca. Di cosa dovrei però capirlo. Ciao, Viz.

                                                                                                    Silvano C.©

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sabato 11 ottobre 2025

Tu non sai chi sono

Tu magari non sai nulla di me, o molto poco. Ti affidi forse a quanto vedi sui social, quindi hai una prospettiva virtuale, parziale e non necessariamente veritiera. Magari sei un amico al quale però non ho spiegato che sto combattendo una lotta contro un tumore perché preferisco non dire troppo e vorrei essere trattato e pensato come una persona sana. Ignori che da giorni ho un forte mal di denti che m’impedisce la concentrazione, o che soffro di mal di testa. Non sai che ho problemi legali per un sequestro della casa nella quale vivo, che mio figlio è stato ricoverato o è stato lasciato dalla ragazza, e la cosa mi fa star male. Ignori che penso a un’amica che non riesce più a mangiare e che ha continue vertigini, e tenta di non farlo pesare a nessuno accettando quanto le capita. Forse non sai neppure chi è mio padre, che ruolo ha mia madre in quella struttura, che potere ha la mia famiglia e che, al bisogno, può intervenire in mio aiuto. Potrei anche essere pericoloso perché fortemente irascibile sotto la maschera di persona educata e disponibile, pronto a ogni bassezza per vendicarmi di un torto che posso pensare di aver subito a causa tua. Tu sai di me quello che sai, che non è tutto, quindi, se vuoi un consiglio, sii sempre educato e corretto quando mi contatti, non sparlarmi dietro le spalle perché queste bassezze prima o poi le scopro e perderesti il mio rispetto, come minimo. Non sai se sono più angelo o più diavolo, non puoi saperlo, e neppure io lo so, dipende da che giorno sto vivendo.

                                                                                                    Silvano C.©

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venerdì 10 ottobre 2025

importanza del lato B

Se non sono morto prima è solo questione di culo. Adesso, coi miei anni, sono certamente più prudente alla guida e so contenermi maggiormente entro i limiti delle mie capacità e del buonsenso quando vado in montagna o al mare, ma non è sempre stato così. Ho voluto per certi aspetti una vita spericolata, ho tentato anche di guidare a fari spenti nella notte oppure di far decollare la Seicento di allora, che apparteneva a mio padre, immaginandomi come Campbell alla guida del Bluebird. Pazzia, non so definirla in modo diverso adesso. Quando di recente ho raccontato a mia zia gli innumerevoli piccoli incidenti avuti in auto in età giovanile, coi danni sempre pagati da mio padre senza farmi pesare mai troppo la cosa, lei è rimasta stupita, mi pensava diverso. Ho rischiato nuotando in mare aperto senza valutare o conoscere le correnti marine oppure scalando in ciabatte e in costume da bagno scogliere ripide e instabili, ho fatto tutto questo e ne sono uscito vivo, senza un graffio. Ma non ho imparato veramente dalle esperienze, anzi, mi sembrava di essere immortale, ero stupidamente fatalista. Solo molti anni dopo ho iniziato ad aver paura mentre guidavo in auto nella nebbia fittissima, eppure ho visto incidenti e morti sulle strade, ma capitava sempre agli altri. Ciao, Viz, mi conoscevi bene ma forse non ti ho sempre raccontato tutto, anche se molto. Poi sapevo essere veloce nel traffico, mi sentivo un pilota e qualcuno mi diceva che ero bravo mentre altri invece un po' avevano paura. Questo è successo.

                                                                                                    Silvano C.©

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giovedì 9 ottobre 2025

Devi sapere

È stato un piacere, credo pure un onore, ma quando è ora è ora. Nessun rimpianto, entro certi limiti, nulla da recriminare su come vanno le cose adesso, ma occorre anche accettarle come vengono senza abbandonare mai un sano realismo e la disponibilità a soffrire ancora un po', anche a stare decisamente male. E tutto questo pensando agli altri, sempre, sorridendo appena se ne presenta l’occasione.

Aznavour cantò una sua canzone tra le più famose quando ero ancora giovane e non capivo quasi nulla della vita, vedevo tutto soltanto col paraocchi personale a mia misura. E già allora la ascoltai ripetutamente, malgrado la mia limitatezza la sentii mia. Adesso che lei sta percorrendo un momento difficile, lei che è e fu nostra amica, senza inutili cattiverie mai, anzi, sempre pronta a correggere quelle altrui, adesso le telefono spesso, e lei appena può risponde, o subito o poco dopo. Oltre non voglio andare. Ciao, Viz, la vita è così.

                                                                                                    Silvano C.©

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