mercoledì 8 ottobre 2025

Una chiamata al telefono

Prima o poi il telefono resterà muto, è nell’ordine delle cose. Già le poste ormai non mi recapitano quasi più corrispondenza privata, e pure io ho smesso di inviarne, ma il telefono no, è la prova dell’esistenza in vita la voce che risponde all’altro capo della linea, magari senza filo. Già, anche il filo ormai sembra non servire più, tutto attraverso segnali nell’aria, anche nel vuoto. Non si tratta di accettare o no la cosa, tanto succederà comunque. Ma fa male. Non è solo il nuovo che un po' mi disorienta, anche se mi piacerebbe fissare all’infinito le situazioni, le case, le strade, le persone, gli amori e le amicizie, no o non solo. È l’assenza che prima o poi arriverà. E quella non avrà rimedio. Si tratterà di trovare nuovi motivi per andare avanti, per tentare di coprire, ma le ferite si accumuleranno, e già non sono poche. Ciao, Viz

                                                                                                    Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

martedì 7 ottobre 2025

Nessuno è normale

So che quella di Basaglia non è una battuta e che da vicino nessuno è normale, ma io conosco persone decisamente strane, o quantomeno molto particolari. Ad esempio so di chi pensa che il massimo dell’eleganza sia non essere visto, cioè mimetizzarsi sempre tra la gente senza dare appigli che lo possano far emergere o ricordare un attimo dopo averlo perso di vista. Un altro non ama camminare per strada sentendo qualcuno che parla dietro di lui, sia si tratti di un gruppo di persone sia di chi discute al telefono. Si ferma immancabilmente e si fa superare, poi riprende a camminare immerso solo nei propri pensieri, non in quelli altrui. Lo stesso poi, raramente, vorrebbe capire cosa dicono gli altri, ma in questo non è molto bravo e quasi mai riesce ad ascoltare i discorsi altrui che gli interesserebbe sentire. Un altro, come lui, quando andava al cinema sceglieva sempre le file in fondo. Ci teneva ad arrivare primo per poter essere ultimo. C’è chi, quando si tratta di andare a pranzo o a cena, ama farlo presto, magari un po' prima del tempo solito, anche a rischio di trovare i locali ancora semivuoti. Qualcuno ama essere ammirato, omaggiato, lodato, e pur sapendo che non tutto è sempre sincero ci casca continuamente. A volte in passato scambiò un piccolo truffatore per amico, e finì come ognuno può immaginare. Vedo chi confonde l’amicizia, non la riconosce, non la difende e non la cura come dovrebbe, e in aggiunta ha il pregio di legarsela sempre al dito anche quando sarebbe il caso di lasciar perdere. Un altro tende ad arrivare sempre prima dell’orario fissato, preferisce aspettare piuttosto che far aspettare, tuttavia non ama i ritardatari seriali. E se ti dicessi che tutte queste persone sono in realtà una sola, che tu conoscevi molto bene, cosa mi diresti ora? Ciao, Viz.

                                                                                                    Silvano C.©

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lunedì 6 ottobre 2025

Lockdown

Quale occasione migliore per poter seguire certi istinti e certe ambizioni di isolamento e solitudine di questa? In fondo l’ho sempre cercata e, anche nei miei momenti di maggior socialità, ho vissuto in parte come un dovere il divertimento a comando legato alla data sul calendario, alle ricorrenze che sembrano generare felicità e serenità. In certi momenti solo gli sfigati stanno da soli, oppure chi ha un motivo serio per farlo, come un ordine di servizio sotto le armi come militare di leva. Molto è legato alla mia psicologia malata che vede dietro ogni finestra illuminata di notte una famiglia felice, un gruppo di persone che stanno bene e non hanno problemi o come una coppia che festeggia qualche situazione bella. Poche le persone che a parole e coi fatti hanno dato importanza nulla a questo modo di vedere alcune feste; le ho incontrate ma sono poche. Se non si può uscire di casa e se le disposizioni del governo vietano alcune riunioni e, di fatto, dicono che è meglio non incontrarsi al chiuso con nessuno, allora sono giustificano e coperto. Non è una mia debolezza o un mio limite, è così per tutti. Qualcuno che per lavoro entra in crisi profonda e comincia con l’odiare e il negare quanto avviene lo posso capire, certo, ma nel mio piccolo mondo se non vedo nessuno non è più per mia scelta. La giornata si può concludere senza che mi senta in colpa o in stato di inferiorità. Il confinamento finirà, lo so, e tu per certi versi sei fortunata a non doverlo vivere, eppure la mia mente bacata mi fa pensare a questo. Ciao, Viz

                                                                                                    Silvano C.©

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sabato 4 ottobre 2025

Sin dove arrivammo prima che ci fermasse il mare

Noi che andavamo all’Ikea per mangiare al suo self service e così sentirci in vacanza tra altri turisti per qualche ora, fingendo di non sentire solo frasi in italiano.

Lì immaginavamo dove mettere un armadio di cartone, noi che avevamo già la casa piena in modo inverosimile.

Poi guardavamo il sapone che sembrava una stecca di cioccolato, lo compravamo, e prendevamo le piccole matite e i metri di carta, poi tentavamo di scorgere lo sguardo divertito di altri che osservavano alcune soluzioni d'arredamento decisamente strane.

Ricordavamo l’ultima volta che avevo montato un mobiletto seguendo le istruzioni come se si trattasse di una scatola di Lego. Solo un po' più grande.

In Svezia non siamo mai stati ma ne abbiamo visto la sua costa oltre lo stretto, restando in Danimarca. L’Ikea diventava il nostro surrogato.

Ricordo la confezione di biscotti a forma di lettere, che la mattina a colazione usavo per scriverti piccole parole, solo nostre.

E quei nomi per noi assurdi dati ai mobili, agli utensili, agli strofinacci, una specie di giostra delle meraviglie per adulti mai cresciuti.

Ora non andremo più assieme all’Ikea, per almeno un motivo fondamentale, e lasciamo a nostro figlio il tempo per farlo. Ciao, Viz

                                                                                                    Silvano C.©

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venerdì 3 ottobre 2025

E i vecchi amici? E noi?

Stanno tutti male. Tutti, nessuno escluso. In tempi recenti vedo poche persone direttamente, mi muovo meno e socialmente sono un orso. Tutti gli amici coi quali sono in contatto e coi quali col tempo non ho sfilacciato i rapporti hanno problemi, per lo più di salute. L’eccezione sono i morti, gli amici che ho perduto perché ormai partiti definitivamente. Complice la mia età sento al telefono chi è in cura da anni con chemioterapia e sta rifiutando di continuare perché il peso e gli effetti delle medicine sono sempre più insostenibili, con la debolezza, le vertigini, le febbri e la sempre minore voglia di mangiare si sta poco a poco spegnendo. Riconosco le parole, le situazioni, la forza di continuare ma senza insistere, senza accanimento. Tu Viz sai perfettamente il perché, lo so. Il compagno di un’amica che è mancata poco più di un anno fa si cura da anni con problemi enormi, con alti e bassi, recentemente sempre più bassi. Due amiche vicine combattono da tempo con malattie rare e difficoltà anche a fare le scale. Un’amica di Ferrara, oltre alle altre cose, ha pure avuto problemi coi denti, e il dolore in questi casi non scherza. Poi non posso dimenticare chi entra ed esce da ospedali e cliniche per interventi, visite e controlli. La vita chiede sempre il conto di quello che ha concesso, difficilmente se ne esce senza problemi e salvando quella ridicola dignità che sembra un nostro diritto inalienabile. Basta entrare in una corsia di degenza per capire che qualcuno a volte ti deve anche pulire il culo, e tu devi lasciar fare, capisci perfettamente che una cosa del genere solo poco tempo prima neppure l’avevi preventivata. Poi i giorni passano, uno dopo l’altro, e qualcuno è un vero regalo, qualcun altro un peso da accettare e superare. Ciao, Viz. Col tempo che passa capisco cose che prima non capivo, e ancora non so nulla. Aiutare gli altri è una soluzione che qualcuno mette in atto, e gode della mia stima. Oltre non so dire.

                                                                                                    Silvano C.©

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giovedì 2 ottobre 2025

Nessun obbligo in nessun luogo

Il non-luogo, per definizione, non esiste. Per me può stare dove altri non lo vedono mentre invece si fonde chiaramente e si sovrappone a quanto è visibile a tutti, rimanendo trasparente. Allora può diventare la stanza di una casa dove ho vissuto e che non mi appartiene più, con i mobili, le foto alle pareti, i segni della vita di allora. Ma può anche essere un sentiero di montagna che percorremmo assieme e che, adesso, rimane nel mio archivio fotografico. Mio e di nessun altro. Pure tu ti lamentasti che da quando ero passato al digitale le foto non le vedevi più, non le stampavo più, non le raccoglievo in piccoli album. Un non-luogo è quello che, in forme diverse, mi torna in sogno, mi fa illudere di essere dove non sono, mi trasforma in attore di una storia della quale non sempre capisco il senso. Ma potrebbe anche essere lo spazio cercato nella fuga dalla realtà che non basta più, che ha superato ogni possibilità di essere accettata. So che la realtà ha sempre ragione, che è oggettiva, ma non sono obbligato a crederci. Ciao, Viz.

                                                                                                    Silvano C.©

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