mercoledì 19 novembre 2025

Inutile far resistenza

Passo in rassegna enormi archivi cartacei e raccolte di oggetti e scatole con ricordi sistemati confusamente, non in ordine di tempo né di analogia. Scelgo ciò che posso permettermi di smaltire, cioè buttare. La decisione ogni volta è difficile. Inizio con determinazione e pieno di forze ma queste iniziano subito a ridursi, come se fossi impegnato in una pesante prestazione sportiva. Non agonistica perché non faccio a gara con nessuno, ma sportiva certamente, e alcuni muscoli specializzati nel prendere e scartare non sono allenati, infatti dopo poco manifestano il bisogno di far sosta. Devo farmi violenza, lo so che è inutile mantenere ricordi dolorosi che hanno riguardato te o me, ed è ugualmente inutile conservare quello che interessava solo a noi due e a nessun altro. Posso vivere senza? Se mi rispondo sì devo buttare, sono in grado di combattere con la polvere che non approva e così lasciar andare ogni prova del passato personale che non interessa a nessuno. Pochi momenti ma con regolarità, senza esagerare. Così come è bene camminare ogni giorno più o meno a lungo, senza mai esagerare, così devo far spazio ogni giorno un po' di più, senza esagerare e senza far torti a nessuno. Tu non sei più legata ai tuoi impegni e appuntamenti di lavoro, alle visite mediche e alle riviste che un tempo ti interessavano. Io non sono più tenuto a conservare materiali di lavoro anche se a suo tempo mi costarono tempo e fatica, e che oltretutto giudico ancora molto ben fatti. Il tempo li ha resi obsoleti e nessun altro potrebbe usarli come li ho usati io perché il metodo di lavoro è per certi versi libero e si adatta ai nuovi paradigmi. Le tavolette di cera sono superate da secoli, e anche le mie fotocopie sono destinate a seguire la stessa sorte. Ciao, Viz. Devo accettare che tutto passa.

                                                                                                  Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

martedì 18 novembre 2025

Chissà se è vero

Åsa Larsson nelle sue osservazioni e ringraziamenti finali del poliziesco Il sangue versato scrive che, nelle sue storie, lei è dio. È lei insomma che decide il destino dei personaggi, che possono pure agire di loro volontà ma è lei che li ha inventati. Chissà se è vero e se questo è uno dei motivi che spinge gli scrittori a scrivere, uno tra i tanti almeno. Non ignoro che per alcuni si tratta di un lavoro a tempo pieno e che alla base vi possono essere motivazioni economiche, sociali, politiche o anche solo la volontà di comunicare. Chiunque scrive, anche un giornalista, intende comunicare, in questo caso notizie. Pure io, non essendo giornalista né scrittore, uso questo blog per esprimere i miei pensieri, comunicare le mie piccole emozioni. In qualche racconto di anni fa mi sono anche divertito a decidere come e perché alcuni dei miei personaggi inventati agissero in un certo modo. Chissà se è vero allora che tra le parole si nasconda il desiderio di una piccola onnipotenza, di un limitato assolutismo e, in definitiva, l’illusione di essere liberi di fare e far fare quello che si vuole. Ciao, Viz.

                                                                                                  Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

lunedì 17 novembre 2025

Come un geco

In una foto che scattai a Riva del Garda nella cucina dell’appartamento che avemmo in affitto ci sei tu, mio padre, mia madre, mio fratello e Roberta. Era stata una bella giornata, a quanto ricordo, rimasta nella memoria anche fotografica e quindi patrimonio pure di nostro figlio perché le fotografie le conservo e sono documenti della storia della nostra famiglia. In un mondo ideale, pensavo, io avrei potuto arrivare prima della nascita di mia madre o di mio padre, magari prima della nascita dei miei nonni. Avrei potuto esserci prima della tua nascita e, a modo mio, intervenire con piccole modifiche nella successione degli eventi, poche ma tali da eliminare dolori inutili, morti inutili. Avrei cancellato chi non meritava e questo a mio giudizio insindacabile, avrei avuto un ruolo che nessun umano ha mai avuto, fantascientifico e impossibile, quasi da giudice supremo, da giustiziere che non necessita della spada. Nulla di tutto questo è mai avvenuto, e se questo fosse stato possibile magari non ci saremmo mai incontrati perché non sarei neppure nato. Ciao, Viz. Oggi mi sento un po' geco, mi arrampico sugli specchi.

                                                                                                  Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

domenica 16 novembre 2025

Le molte variabili senza equazione

Si aspetta una telefonata con un invito a uscire, a cena, a fare due passi, a vedersi.

Non si programma nulla a lungo termine perché si deve affrontare un intervento chirurgico.

Si spera che il grosso raffreddore passi presto e che poi non venga quella fastidiosa tosse.

Potrebbe arrivare l’amore della vita e magari non si riconoscerebbe subito, o forse sì.

C’è tempo per presentare la relazione o per mettere su carta il progetto, si può attendere ancora un po' senza arrivare tardi.

Capita anche di aver già cenato e di aver piacere ad uscire e cenare di nuovo. Confermo che capita.

Il bello e il brutto sono talmente aggrovigliati tra loro che si rischia di sorridere ad un funerale e di piangere a un matrimonio.

E poi, in alcuni giorni, si aspetta, si aspetta, semplicemente.

Ciao, Viz.

                                                                                                  Silvano C.©

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sabato 15 novembre 2025

morire

Sino a quando non so

Magari domani

Magari anche dopodomani

Prima o poi finirà, come è destino per tutti

Ma non per tutti in identico modo

Qualcuno lo sa per tempo, non so se sia fortuna

Per altri è improvviso, alcuni dicono sia meglio

Chi parte e chi resta, in attesa di partire a sua volta

In attesa di rispettare impegni e fare le cose giuste

Per ricordare e andare avanti

Anche se, e lo penso da tempo, in alcuni casi sarebbe giusto andarsene assieme

La giustizia, tuttavia, non è di questo mondo, e del futuro non so nulla

                                                                                                  Silvano C.©

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venerdì 14 novembre 2025

Valvestino

Oggi ricordo una breve gita da Riva del Garda verso Valvestino. Avvenne tra settembre e ottobre del 1978, quasi cinquant’anni fa. La giornata era di sole, il prato dove ci stendemmo per poco a prendere il sole era in leggera discesa e gli insetti non mancavano. Avevo guidato io la 127 che in quel tempo mi permetteva di muovermi come mi è sempre piaciuto. Fu la sola e unica volta che andai in quel posto che, tuttavia, mi rimase impresso anche per il seno nudo di Tiziana, orgogliosamente desideroso di sfidare il vento che forse arrivava dal lago di Garda. Eravamo io, Roberta e Tiziana. Poi, sempre Roberta e io, andammo un paio di volte a casa di Tiziana, ad Arco, a due passi dal ponte sul Sarca. Fu una stagione brevissima. Di lì a poco Tiziana avrebbe iniziato a frequentare un amico comune, e poi credo che i due si sposarono. Ora i ricordi si presentano in modo confuso alla porta e desiderano uscire per testimoniare quello che conservano. Poi forse lasceranno spazio ad altri, un giorno dopo l’altro. Ciao Viz, noi ci saremmo incontrati solo alcuni mesi più tardi.

                                                                                                  Silvano C.©

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giovedì 13 novembre 2025

Un saluto

Sono speciale, lo so. Non è per falsa modestia che lo penso, piuttosto è che tutti lo siamo, a modo nostro e per qualcuno in particolare. In compenso nella mia iperselettività sono decisamente stronzo perché esagero e alla mia età, oltre al fatto che è difficile cambiare, non mi è possibile farlo retroattivamente. Ma non lo sono neppure troppo e ho ricevuto trattamenti ben peggiori di quelli che ho riservato ad altri. Ora sono in attesa, aspetto di avere notizie di lei ma non la chiamerò direttamente. Lei mi ha salutato in modo definitivo, aggiungere parole sensate mi sembra impossibile, e in quei minuti le ho detto solo poche cose. Le più importanti? Che le voglio bene e che ti saluti quando ti vede. Ciao, Viz.

                                                                                                  Silvano C.©

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