Il libro è voluminoso, con un numero enorme di pagine. La prefazione
ha i fogli con numerazione romana. Il testo è diviso in tanti capitoli, forse troppi
o non abbastanza, dipende dai punti di vista. Poi ci sono i ringraziamenti, l’indice
e, in fondo a tutto, forse impaginata non correttamente, una bibliografia
essenziale con oltre diecimila volumi, e pure questi non sufficienti. La prefazione è formata da XVIII fogli completamente bianchi. I tanti capitoli del testo hanno pure loro fogli bianchi, identici a quelli della prefazione salvo per il particolare di per essere
numerati col sistema arabo. L’indice è preciso, ma non riporta i titoli dei
capitoli. I ringraziamenti sono righe da completare, ognuno sa chi deve
ringraziare e l’autore non se ne attribuisce la scelta. La bibliografia invece
è densa, sovraccarica, massiccia e tuttavia incompleta, consapevole
colpevolmente di non poter riportare tutto. L’autore, che si firma con uno pseudonimo,
ha lasciato in bianco ogni sua considerazione, non cita alcun ricordo, non fa
menzione di persone o di esperienze. Solo il titolo sulla copertina in brossura
del volume è netto e chiaro, sintetico come non potrebbe essere altrimenti: L’amore.
Amori eterni e provvisori, carnali e spirituali, estivi e per
mille stagioni, finiti o mai iniziati, attesi per una vita intera e arrivati un
secondo prima della fine, a tradimento e pieni di tradimenti, mai cercati
eppure arrivati, aspettati inutilmente, ricordati con riconoscenza o con
dolore, tra amanti e tra genitori e figli, tra persone che non immaginavano che
sarebbe mai avvenuto, con le persone sbagliate che hanno solo fatto soffrire,
mille amori e mille ancora, poi mille e ancora mille, tutti gli amori del
mondo, anche di quello che verrà.
Silvano C.©
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