Ti manderei Affanculo che, per dirla con una battuta non mia, sembra sia una nota località turistica non lontana da Quelpaese. Mi vendicherei volentieri per quello che hai fatto o non fatto quando sarebbe stato il momento, a volte ci ho pensato. In certe giornate solitarie ripenso ai nostri dialoghi di decenni fa, e ora mi verrebbe la risposta giusta, che allora non seppi dare. Saprei metterti a posto, ora, senza pensare troppo alle paure di eventuali conseguenze. Mi piacerebbe vederti piegare sotto gli stessi miei problemi che non capisti quando ti chiesi più o meno esplicitamente aiuto. E da allora, infatti, nulla fu più come prima. Da quel momento iniziai a cercarti di meno. I giudizi mutano col tempo, le amicizie si sciolgono col caldo estivo e anche nel gelo invernale, basta non tenerle curate e non innaffiarle troppo. Di recente ho sentito che un’amicizia vantaggiosa vale poco, penso sia vero. Non avrei pietà adesso, neppure di me stesso, per le risposte o le frasi infelici che avrei potuto risparmiarmi se solo fossi stato più attento, per quello di sbagliato che feci anche contro i miei stessi interessi ma principalmente contro chi non lo meritava. Accuso gli altri delle stesse mie colpe, non speculari ma simili. A volte immagino di essere senza pietà, e io per primo tuttavia ho bisogno di pietà, e di perdono. Ciao, Viz. Hai capito che non mi riferivo a te, immagino, ma non sai esattamente a quanti ho pensato, perché sono stati tanti. Alcuni perduti irrimediabilmente.
Silvano C.©
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