mercoledì 16 luglio 2025

Gli esami non finiscono mai, anche quelli clinici

Preferisco la risonanza magnetica alla tomografia assiale computerizzata, che chiamano TAC forse perché richiama il tic-toc del tempo che passa sull’America. La preferisco perché, non soffrendo di claustrofobia, mi sembra di stare in una discoteca mentre le casse diffondono un particolare pezzo dei Queen che impedisce di scambiare parole ma solo sguardi e odori, oltre che sogni mai confessati. Il tempo, poi, se non passa sull’America passa suonando l’armonica, e allora mi viene da piangere. L’enteroscopia mi ricorda lo scarico del lavello intasato quando arrivò l’idraulico e calò nel tubo il suo endoscopio e ne vidi l’interno, con le incrostazioni e i residui che lo avevano bloccato. La medicina dell’idraulico che, alla fine, per fortuna, mandò la sua fattura al condominio mentre di solito per le spese mediche, salvo per le esenzioni che preferirei non avere, sono io che pago.

Una battuta che di recente mi è capitato di fare è che, nel caso dovessi sottopormi a chemioterapia, non avrei problemi per una possibile perdita di capelli. Chi sa capisce subito. Ma per finire non posso non spiegare che preferisco la biopsia all’autopsia. La prima è dolorosa, se effettuata in certe condizioni, mentre l’autopsia non lo è. Solo chi vi assiste, se è alle prime esperienze, può provare sensazioni difficili da descrivere e l’odore poi rimane addosso a lungo. Dentro, noi, siamo come i polli. Non so questo cosa possa significare. Ciao, Viz.

                                                                                                       Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

martedì 15 luglio 2025

Aperta parentesi

In matematica, affrontando un’espressione o altri calcoli, capita d’incontrare diverse parentesi. Nella vita reale le parentesi che si incontrano sono in un numero incredibilmente superiore, si aprono contemporaneamente, non è chiaro in quale ordine debbano essere affrontate e alcune restano aperte per anni. La nostra stessa vita in fondo è una parentesi che non abbiamo aperto noi e che non saremo noi a chiudere, semplicemente ci stiamo dentro. Mentre la matematica racconta, mentendo, di essere una scienza esatta, la vita non ci prova nemmeno e ci lascia con poche indicazioni elementari, alcune linee guida che si potrebbero probabilmente sintetizzare ma che non danno certezze. E in tutto questo succede di essere felici oppure no, di accusare gli altri per le proprie colpe oppure di attribuire a una sorta di giusta punizione i guai che ci capitano per qualcosa di sbagliato che abbiamo fatto. Mentre le motivazioni sono diverse, e magari non ci sono neppure. In questa fase della vita so di essere passato attraverso infinite parentesi aperte e poi chiuse, e le parentesi aperte nelle quali mi ritrovo adesso mi danno da pensare e da preoccupare, ma non posso fare altro che aspettare. Ciao, Viz.

                                                                                                       Silvano C.©

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lunedì 14 luglio 2025

solo il caso, o forse l'amore

Avrebbe potuto succedere durante alcuni sorpassi azzardati che, da incosciente, effettuai mettendo a rischio non solo la mia vita. Avrebbe potuto succedere mentre nuotavo, in preda a vera pazzia, tra due isole delle Tremiti e vedevo sotto di me i raggi solari che si perdevano tra le oscurità del fondale. Avrebbe potuto succede al Conero o ancora alle Tremiti, quando da idiota scalai un paio di pareti friabili con le ciabatte. Magari anche quella volta che, a Porto Garibaldi, mangiai pesce avariato ma gratis in una festa d’estate e poi per fortuna lo vomitai, tornato a casa. Probabilmente me la sono cavata solo per caso, o per fortuna. Adesso mi permetto di criticare chi si lancia con una tuta alare dai monti trentini, chi commette imprudenze sui ghiacciai o in mille altri luoghi, ma non ne ho il diritto. La mia pazzia rimane scolpita, e se la rimuovo è solo per evitare sensi di colpa e darmi un contegno da persona saggia, quale non sono mai stato. Le apparenze non mi giustificano, lo ammetto. Ciao, Viz. Ma tu cosa vedevi in me, cosa ti ha spinto a salvarmi?

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domenica 13 luglio 2025

libertà

                    Mi ricorderò di te.

             Ti ricorderai di me.

 Basterà uno sguardo, una parola, una fotografia o una semplice ombra, e ci ricorderemo di quanto è avvento, di come abbiamo vissuto, degli errori e della bellezza avuta in regalo.

Resterò nel ricordo…

Non so se sarà così, la mia è solo emozione irrazionale, nulla d’importante. Sicuramente chi torna, in qualche modo, se torna, non è grazie alla nostra memoria che sceglie e dimentica, che si fa influenzare da ciò che siamo. Chi torna, se torna, lo fa liberamente, sceglie autonomamente, per noi è imprevedibile e incontrollabile. Magari a me capita semplicemente perché incontro qualcuno che ti assomiglia, e per una frazione di secondo sei qui. Arrivi in un sogno nella notte e magari al mattino neppure ti ricordo. Qualcuno mi parla di te, e mi dice qualcosa che ignoravo. Non è il mio ricordo che ti fa restare o tornare, quello è solo nostalgia. Serve altro, che io non posso controllare, che puoi gestire solo tu. Se questo è possibile, e non so se lo sia, tu sei libera di farlo o non farlo, decidi tu come e quando, forse mai, forse non solo per me. Io so semplicemente che ho doveri e che non so se potrò onorarli. Spero egoisticamente di sì. Ciao,Viz.

                                                                                                       Silvano C.©

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sabato 12 luglio 2025

La teoria del miraggio

Col passare degli anni ho mantenuto inalterati alcuni interessi, altri invece sono cambiati. Per certi ho perso ogni spinta, li ho rimossi quasi naturalmente. Qualcuno in passato si è pure offeso ma personalmente non ho perso nulla, probabilmente si è trattato di qualcosa di sbagliato sin da principio. Magari non è esattamente così, ma il mutamento esiste in ogni campo. A volte si tratta di evoluzione verso nuovi livelli, ma se succede che tutto finisca non è una tragedia. L’assetato tra la sabbia di un deserto vede una pozza d’acqua dove non c’è. I suoi occhi cercano e vedono solo quella, magari la sognano o la inventano. In tal modo, se l’acqua esiste ed è raggiungibile, la trova e si disseta, altrimenti niente. Tutto qui, banalmente semplice. Ti devo tante cose, Viz.

                                                                                                       Silvano C.©

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giovedì 10 luglio 2025

doni

Non credere sia quello che credi, quasi mai lo è. E anche se non sbagli troppo stai sicuro che vedrai qualche maschera, scambierai ombre per alberi, una frase non la capirai se non dopo aver vissuto, prima no. Solo l’irruenza inconsapevole dell’esordiente fa immaginare la sicurezza che, anno dopo anno, verrà perduta. Ne ho visto troppi così, pure io lo sono stato. Mi deridevano e pensavo di reagire nel modo giusto, avevo certezze irrevocabili e non trattabili che sono sparite nella nebbia che, solitamente, scende in certe giornate. A volte, durante alcune nevicate, ho avvertito il silenzio che dicono ovattato, forse perché i fiocchi ricordano l’ovatta che dovrebbe assorbire i rumori. Sia come sia le cose mutano. Ho indossato io stesso maschere che pensavo fossero quelle giuste per il momento e per il ruolo. Sono stato quello che dicevano di me. E intanto mentivo, raccontavo illusioni e non realtà. Ma ci credevo. Qualcuno ha iniziato a vedermi diverso, a leggermi come non mi piaceva. Mi ha fatto male, forse mi è servito ma intanto mi sono allontanato. Alcuni li ho perduti così. È inutile tentare di ritrovarli, non sono più quello che erano, e neppure io lo sono più. Una volta mi feci una maschera di cera, una cosa un po' macabra. Era il periodo nel quale, con la cera ammorbidita e colorata, costruivo candele e piccoli oggetti. Era la zia di mio padre che mi procurava grandi quantità di cera, che raccoglieva dove sapevo. Quella maschera e tutti quegli oggetti e le piccole candele li ho perduti da tanti anni. Ma la maschera virtuale non l’ho mai perduta, ha col tempo assunto forme diverse, alcune di queste ancora esistono, resistono. Tutto questo si potrebbe definire un dono, complesso e in parte falso, menzoniero. Di tanto in tanto qualcuno mi smaschera, io lascio passare il tempo e tento di far finta di nulla, pur accusando il colpo. Forse il mio solo vero dono è l’abilità artigianale che, in certe occasioni, ho saputo usare. Gli altri doni, quelli più importanti, li ho ricevuti da chi mi ha amato, perdonato, accettato e sopportato, e anche cercato. A tutti devo gratitudine, quella sì. Ciao, Viz.

                                                                                                       Silvano C.©

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mercoledì 9 luglio 2025

vita

Per apprezzare la tranquillità occorre aver avuto problemi, poi superati. È il contrasto che genera esperienza e conoscenza. Quando tutto nell’intero universo si sarà ridotto a particelle uguali, senza interazione tra loro, fredde e senza luce, la vita avrà fine. La natura è mutamento, continua evoluzione. Se questi cambiamenti finiscono tutto diventa inutile. Nulla deve andare da un luogo a un altro. Ogni interesse decade. Due che stanno litigando esistono. Chi ama e viene amato esiste. La guerra è tra vivi. Costruire è indice di attività vitale, sia si tratti di un palazzo sia si tratti di una tana. Soffrire è vivere, e anche stare bene lo è. Il bicchiere non sarà più mezzo vuoto o mezzo pieno alla fine di tutto, semplicemente non ci sarà più alcun bicchiere. Sino a quel momento molto potrà succedere, anche se tutti noi ci fermeremo prima e non lo vedremo. E poi non è neppure detto che tutto finisca, è solo una delle tante ipotesi. L’ignoranza esiste, viva l’ignoranza. Ciao, Viz.

                                                                                                       Silvano C.©

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