martedì 10 aprile 2018

Sì, viaggiare

Sì, abbiamo viaggiato. Non troppo, credo, e non abbiamo mai volato, eppure, viaggiato sì, sempre, ogni volta che abbiamo potuto. I primi viaggi mi sembrano ancora da preparare, da organizzare e anche solo da pensare. Le borse, i medicinali, le guide, il denaro… Eppure li abbiamo fatti ormai, fanno parte della nostra piccola storia.

Oggi ho visto rose, ed ho pensato che è da molto non te ne regalo una, quindi ritieniti virtualmente destinataria di un ennesimo omaggio floreale. Una rosa rossa, non completamente sbocciata, col gambo lungo il giusto e non tagliato troppo corto, destinata a durare solo pochi giorni come ogni fiore reciso. La vita dura solo pochi giorni, perché una rosa dovrebbe durare di più?

E non è vero che non ti parlo e non ti penso. Sai che non è vero. Quando mi alzo arrivi tra i primi pensieri. Di giorno a volte mi distraggo, o vedo gente, o semplicemente cammino, o telefono (poco), ma poi penso a te. E parlo con te. Ti vado a cercare qui vicino dove sei.

Ora viaggio spostandomi meno fisicamente da un luogo ad un altro. Quel tempo è in gran parte finito e non mi interessa molto farlo rivivere ancora come se nulla fosse. Non ho più il fisico, e sai come capirmi in queste parole. Viaggiare senza di te mi annoierebbe, mi metterebbe tristezza o sarebbe privo di molti stimoli e allegria. E poi con chi potrei litigare, di tanto in tanto, il giusto, l’indispensabile? Litigare con gli altri è inutile, è perdere tempo. Gli altri si ignorano piuttosto che litigarci, si accettano con i loro difetti, forse. Meglio nascondere con attenzione i pensieri che spuntano di tanto in tanto e fanno capire le distanze. Preferibile fingere di ignorare quello che a te avrei detto senza paure; qualcuno si offenderebbe.

Ora viaggio ancora, non ho mai smesso in realtà, ma viaggio in modo diverso. Viaggio spesso a pochi metri da casa, a chilometri zero. Trovo un punto dove tu sei rimasta e da quello inizio a vagare, mi allargo, scopro chi è legato a quel luogo, mi distraggo dalla mia vita e mi immergo in quella di altri che hanno vissuto prima di noi. La piccola storia personale diventa storia di una comunità, e quella poi un esempio di com’è la storia vera che solitamente non è fatta di grandi personaggi e date e trattati e guerre ma di operai, di zigherane, di padri di famiglia e di giovani che in ogni luogo e tempo hanno cercato la loro strada. Magari di loro resta poco, a volte neppure una piccola lapide, solo il ricordo di una casa che ora non c’è più o di una tragedia collettiva.

E viaggio ancora, spesso con te. A volte mi distraggo dagli altri, mi scordo spesso di telefonare, ma di te non mi scordo.

                                                                                         Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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