mercoledì 18 aprile 2018

donne



Parto da te, che sei qui, resti qui, inamovibile, fissata nel tempo limitato che ti è stato concesso, che ci è stato dato e che ho avuto in regalo. Se ne avessi la possibilità userei porfido oppure ossidiana per scolpire ricordi, ma sarebbe sempre un dilatare il quasi nulla che ci spetta, quindi accetto che tu ed io siamo mortali, che tu abbia già concluso questa parentesi ed io la finisca come tutti, tra non molto. Del resto nessuno vi si può sottrarre, dal più nobile e potente al più miserabile degli esseri umani.

La vedo e mi stupisco perché sembra un’opera d’arte, un viso scolpito nel legno scuro e prezioso, un profilo da divinità egizia. La vedo ma non mi soffermo troppo sulla sua figura, coperta quasi per intero, a parte il volto, da un tessuto nero. È una giovane madre che spinge avanti a sé la carrozzina col figlio.

Brontola e spiega innervosita di pratiche e di malattie, di permessi e di uffici. Loro due la seguono, e verosimilmente sono il marito, malfermo sulle gambe, ed il figlio, che aiuta il padre a camminare. Poco dopo li vedo ancora, in strada. Ma lei è andata avanti, e loro sono rimasti indietro.

Tutte sono venute o le abbiamo incontrate o le ho viste io da solo. E tutte hanno avuto pietà, di me e di te. Hanno avuto timore nel pronunciare la verità ed hanno cercato in mille modi diversi di farcela capire senza essere brutali. Quel ruolo l’hanno lasciato agli uomini. Loro lo hanno interpretato perché dovevano, forse, o forse anch’essi avrebbero potuto cercare altre parole.

La vita e la morte vestono abiti di donne, nella nostra lingua, non in tutte. Credo sia casuale, anche se la vita è indissolubilmente legata alle donne, meno la morte.

E penso a tante che ho conosciuto o incontrato per poco, perdute nel tempo e lontanissime nello spazio. Come vivranno, ora, se ancora vivono, e come avranno vissuto i loro anni?

E finisco con te, che ti accorgevi se guardavo le altre, che sapevi e controllavi, che ora sai finalmente ogni cosa oppure sei finita nel nulla, che mi dici?
Nulla, appunto, sono morta.
Lo so cosa dice la realtà, ma se mi parli ancora tu ci sei ancora.

                                                                                         Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana