domenica 30 dicembre 2018

L’anno che verrà sarà un anno nuovo

Ho salvato in extremis il tuo telefono, e questo mi rende soddisfatto, nel senso che concludo questo 2018 (che già aveva portato diverse novità) nel segno di una continuità alla quale non rinuncio.

La Signora, che alcuni in modo meno poetico chiamano morte, può certamente molte cose, ma non tutto. Alla fine vince quasi sempre lei, ma intanto non può imporre da subito la sua volontà; pure lei deve aspettare il suo momento. 
Pensavo di trascorrere nella nostra casa (o vicini, per quanto possibile date le condizioni) la notte di passaggio al 2019. Dovrò apportare modifiche al programma che mi ero prefigurato, ma la sostanza non cambierà. Il luogo è ininfluente, e tu mi segui in ogni caso. 

Chi mi sta attorno non conta, in questa situazione, sono affrancato da antiche smanie e la solitudine è sempre più gradita, preferibile immensamente ad alternative che ti escludano. 
L’anno che verrà sarà un anno nuovo. Non so quanto sarà positivo e quanto invece sarà problematico, ma sarà un altro anno da aggiungere alla sequenza che mi tocca. In parte dovrà seguire un tracciato già scritto, ma, per fortuna, non lo conosco ancora, quindi mi concedo il lusso di pensare che potrebbe pure essere bello, in alcuni momenti, anche se non sempre.
Sarà il terzo senza la tua presenza tangibile, ma è solo il tangibile che manca, la tua presenza resta. Buon anno, Viz.

                                                                                    Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

martedì 25 dicembre 2018

Buon Natale

Buon Natale
Oggi è Natale
Mille attese e desideri convergono qui.
E senso di presenza, e anche di assenza.
E poi il ricordo di messe ed incenso, lontano nel tempo.
E muschio, piccole statuine di terracotta e cartapesta, una capanna semplice, e finti ruscelli, e una stella cometa e infanzia, vissuta e fatta rivivere per altri.
Io non ho un bel ricordo del Natale, il Natale è sempre stato troppo per me.
Tutti a dire cosa si deve fare in questo giorno, ed io a rincorrere una tradizione mia ma perduta, sparita. In parte rifiutata ma anche presente nella nostalgia. E sono ingiusto. Qualche cosa di bello c’è stato.
Per molto tempo in questo giorno fummo vicini, poi, per altri anni dovemmo separarci, e non furono anni belli, ma li accettammo. Potevamo sempre telefonarci.
Ed ora avanti ed indietro, a confondere il 1988 col 1956, il 1999 col 2016, e poi il 2017, ora il 2018, e ancora indietro al 2014… No. Non ho molti bei ricordi legati al Natale, e se li avevo credo di averli rimossi. 

Tu però resti, ed io mi invento motivi per ritrovarti, pure quello di due piccoli animaletti che, anche il giorno di Natale, cercano qualche cosa da mangiare in questi giorni freddi che, poco a poco, iniziano di nuovo ad allungarsi.

                                              Buon Natale Viz.

                                                                                    Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

venerdì 21 dicembre 2018

un tempo ed uno spazio diversi




Un tempo ed uno spazio diversi, virtuali forse, reali anche, preferibili perché desiderati, necessari come la pioggia, privi del dolore e che tuttavia non scordano la memoria, perché quel tempo e quello spazio sono memoria.

Una foto non mi basta, ma è una prova. Il ricordo non mi basta, ma è mio.

Sino a quando qualcuno ci pensa, o parla di noi, o legge di noi, noi non ce ne andiamo. Ed allora scusami, Viz. Io ti penso, e non solo io. Quindi sei viva. E certamente lo sei in un tempo ed in uno spazio diversi.

Però ho smesso di parlarti qui giorno per giorno, ogni giorno, è una mia colpa. Altri così non sanno di te, in quel giorno. È un mio errore.
Forse tu vorresti che evitassi questo dolore, forse, non lo so, non sono certo di nulla.
Sicuramente quando, tanti anni fa, ricordo il momento, nella mia camera oscura artigianale ricavata in bagno stampai su carta sensibile quelle foto di mio nonno ricavandole dalle immagine negative formato 135 che avevo scattato pochi anni prima tu mi dicesti che mi stavo facendo male.

Già. Tu che non entravi se non per dovere in un camposanto, e certamente non per consuetudine. Eppure mio nonno, che molto amai, mi lasciò in pace, in qualche modo. Lui aveva vissuto il suo tempo, aveva pagato anche troppo ma era arrivato alla sua fine quasi naturale. La sua enorme perdita rientrò nell’ordine delle cose. Poi persi nonna, mamma e papà, e fu ancora naturale. Doloroso ma naturale.
Nel tuo caso no. Ancora adesso questo non lo accetto come naturale, anche se lo è, o mi dicono che lo sia.
Tu resti, quindi. Ed io devo ritornare qui, un po’ più spesso.

Grazie, ancora grazie, e ciao Viz.

                                                                                    Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie

lunedì 17 dicembre 2018

Grazie




Grazie. Sono certo di avertelo detto pochissimo.
Era sottinteso.
Tu mi hai detto grazie credo più di me, ma era inutile, quasi offensivo in certe situazioni.

Alcune volte che ti ho ringraziata però le ricordo bene, sono scolpite come epigrafi, ne hanno per me l’identico valore.

Grazie per il coraggio
Grazie per non essere mancata quando serviva
Grazie per le litigate
Grazie per le attese, le speranze, i risultati, i sogni
Grazie per le lotte assieme
Grazie per il ricordo ed il dolore di adesso
Grazie perché se ora manchi significa che ci sei stata
Grazie per le tante cose che nessuno saprà mai
Grazie per …

Grazie, e ciao Viz.


                                                                                    Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana