lunedì 4 dicembre 2017

Con orgoglio e sempre con passione

Avvenne esattamente un anno fa, il 4 dicembre 2016, la giornata del referendum quando votammo assieme e perdemmo, orgogliosamente e con passione, credendoci pur se consapevoli delle cose che non andavano anche nel Sì.
E ne eravamo consapevoli molto più di quanti confluirono nel magma eterogeneo e poi solidificato che votarono No, raggruppando tutte le opposizioni e la sinistra-sinistra contraria al governo per vocazione, perché ha dalla sua ragioni storiche, logiche, di vicinanza a chi ha bisogno, di solidarietà e condivisione. Sono anche i miei valori da sempre, furono quelli di mio nonno e di mio padre, io li ho ereditati e cerco di mantenerne la doverosa memoria storica ed ideale, di senso di necessità e di responsabilità.
Quindi io credo nei valori della sinistra-sinistra ma non sono disponibile, e mai lo sarò, a farmi strumento di una divisione. Ne prenderò atto, se verrà il momento giusto, ma sempre con lo spirito che ci spinse, quando andammo qualche sera ai Nazionali e Provinciali dell’Unità a invitare chi mi trovavamo accanto a non dividerci come stavano pensando Bertinotti e Cossutta. Ma poi ognuno opera le sue scelte, segue la sua coscienza, e noi due, Viz, scegliemmo la nostra parte, la parte giusta, sempre, che pensava non solo al nostro interesse personale ma a quello che ritenevamo fosse dei nostri figli, delle donne, dei giovani, degli anziani e di tutta la parte sana della nostra società.

Chi crede diversamente non mi potrà convincere. Chi ha simpatie razziste, reazionarie, destrorse, leghiste o fasciste è l’antitesi del mio modello. Chi crede al movimento dei cittadini, che pure esprime una giusta protesta, non mi avrà nelle sue file, non certo ora e sicuramente non a breve. Tu ed io votammo con orgoglio e consapevoli che avremmo quasi certamente perduto, che il No avrebbe avuto la meglio anche per una impostazione di fondo errata da parte di chi sosteneva il Sì. Eppure, malgrado tutto, il Sì era la cosa giusta, o senza dubbio la meno sbagliata, visto quello che ne è seguito e che sta producendo i suoi frutti anche ora.

Tu votasti per l’ultima volta, ne avevamo parlato a lungo per mesi prima, ne eravamo convinti, avevamo valutato con freddezza le ragioni del Sì e del No, ma avevamo scelto con amore e liberamente, senza farci condizionare dalle tante voci contrarie. Tu votasti per l’ultima volta, con fatica, e ti sono grato in modo indicibile per quel tuo gesto.
Non passarono neppure due settimane da quella domenica di dicembre quando poi ti aiutai per l’ultima volta a metterti a letto dove poco a poco ti addormentasti per sempre, nel volgere di poche ore. Fu una tua scelta consapevole, dettata da una volontà forte e pragmatica che ti ha sempre contraddistinta, volontà capace di accettare anche l’inaccettabile malgrado il terrore dell’ignoto, della partenza per un viaggio diverso da tutti gli altri, per una vacanza definitiva per la quale non avevi preparato come sempre i bagagli tenendo vicini i tuoi appunti per non scordare nulla.
Non eri preparata e non ti aspettavi di dover partire tanto presto. Ma poi hai fatto la scelta giusta. Inutile restare a pensarci troppo, ad allungare il dolore, la sofferenza, il peso su chi ti ama. Hai voluto sorridere sino alla fine, nascondendo le smorfie del dolore e la tristezza per quello che non avresti più vissuto. Hai voluto non essere mai un problema. Mi manchi da morire da quando sei morta. Sei più viva che mai però, oggi più di ieri o di un anno fa. Grazie, anche per il tuo saper stare sempre dalla parte giusta, con orgoglio, sempre con passione, e con troppo amore.

                                                                                              Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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