martedì 21 novembre 2017

partenza




Ogni volta è agitazione, destabilizzazione, organizzazione del non ordinario, eppure è del tutto normale partire, spesso fa parte delle cose belle.
Dopo molte partenze con modalità ripetitive e con identica meta subentra un po’ l’assuefazione, ma mai completamente.
Si eseguono come a rassicurarsi gesti uguali. Si allontana la paura dell’ignoto circondandolo di quotidianità, di già fatto e già visto. Ma l’ignoto rimane, sempre, anche se confinato e defilato.
Si parte per entrare in un nuovo ambiente di lavoro, per una visita a persone lontane che ci hanno invitato, si parte per un ricovero ospedaliero o per accompagnare chi deve ricoverarsi o, meglio, si parte per una vacanza che prevede allegria, esperienze gratificanti, coronamento di un piccolo sogno.
E non è mai come quando si rimane fermi dove si vive normalmente con i tempi scanditi dalla routine. Si pensa a cosa si potrebbe scordare, e che poi, ogni tanto, si finisce effettivamente per non portare.
Si pensa a ciò che si lascia, e che si vorrebbe ritrovare. Ma si pensa anche a ciò o a chi ci ha lasciato, ben prima del viaggio, e ci si illude, al ritorno, di ritrovare quella persona. Sì, ci si illude, si pensa che sia possibile.

Come tante altre volte in passato sono partito e al ritorno ti ho ritrovata che mi chiedevi com’era andata; perché stavolta non si dovrebbe ripetere?

Già, perché non si potrebbe ripetere? E perché quando sono lontano non devo comporre il numero di telefono? Domande inutili, che mi sono fatto troppe volte e che non mi hanno mai dato una risposta accettabile.
Quindi tra poco parto, come da più di un mese mi succede, e ripeterò alcuni gesti, stabilirò una nuova consuetudine provvisoria fatta di brevi fermate e di luoghi noti e ritrovati.
Parto e so che anche se restassi vivrei provvisoriamente. Anche se raccolgo poi non potrò portare sempre con me quello che vorrei. Parto e penso che molte delle mie scelte non sono mie ma mi ci devo semplicemente adeguare.
Parto e vorrei che tu venissi con me.

                                                                                              Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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