martedì 10 ottobre 2017

quello che scrivo qui non è vero, o lo è solo parzialmente



Nessuno dice mai la verità definitiva, malgrado tutti gli sforzi che può investire per raggiungere questo fine. Neppure io, ovviamente.

Nessun partito o movimento politico, né quelli a me vicini né quelli che mi sono lontani, e che rifiuto con tutto me stesso, avrà mai una posizione completamente condivisibile perché basata su osservazioni oggettive e considerazioni conseguenti. Ogni linea politica è di parte, appartiene alla sfera delle scelte, rientra nel paradigma di un mondo ideale e possibile.

La scienza non è vera, mai. È la proiezione nel presente di ciò che abbiamo raggiunto e capito, è diversa dalla verità che sapevamo ieri, e sarà superata tra breve, in una ricerca continua e destinata a scavare senza mai raggiungere il fondo.

La fede forse è vera, per chi la possiede. Ma anche su questa vi sono posizioni non coincidenti tra i fedeli delle varie parti del mondo. Ognuno è legato in modo soggettivo alla propria cultura di nascita o di adozione.

E ogni scrittore pensi che sia onesto e sincero sino in fondo? Non potrebbe neppure se volesse. Molti si avvicinano al nostro cuore, sanno capirne la meccanica, sanno analizzare la realtà meglio di quanto possono raggiungere coloro che usano modelli matematici generati da algoritmi parziali, perché non possono considerare ogni variabile. Un poeta è più ancorato al reale di un saggista, e il motivo è legato alla sua fantasia ed al suo animo, che sanno superare i limiti dell’oggettivo. E tu leggevi narrativa, quasi mai saggistica. Nessuno degli autori che hai letto però ha mai scritto la verità.

Onesto e sincero non lo sono certamente io. Politicamente ho troppi dubbi e mi è difficile credere sino in fondo anche a chi, alla fine, offro il mio voto. Nella verità scientifica ci credo con tutti i limiti del caso, cioè sapendo che è mutevole. Non ho fede, quindi su questo sono spiazzato. Non sono neppure uno scrittore, anche se scrivo. Come non sono un alpinista anche se vado di tanto in tanto sulle Alpi, né sono un artigiano anche se mi dedico al bricolage e faccio da solo alcuni lavori in casa.

Scrivo quello che mi porta il ricordo, il desiderio di sintetizzare o formalizzare, una sensazione o un momento di rabbia o di piacere, per condividere e, allo stesso tempo, rileggermi e capirmi. E scrivo nascondendo quello che ho scordato o rimosso o che non voglio ammettere e confessare. Cerco consolazione e riparazione, tento di restituire giustizia. Se fossi Dio modificherei alcune mie scelte che ti riguardano, ti vorrei molto più felice e graziata da una vita lunga, lunghissima. Se fossi Lui le cose per te sarebbero andate in modo diverso, e mi sarei costretto a dire o fare altro, senza farti pesare i miei malumori. Avrei accettato i problemi economici senza aggiungere alle tue preoccupazioni anche le mie, perché non erano colpa tua, ma frutto di malafede di persone squallide. Ora saresti con me, a decidere cosa cucinare per pranzo, o magari a passeggiare in una città lontana. Se fossi Dio ora tu saresti qui. Ma questo, lo vedo, non è vero.



                                                                                                  Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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