venerdì 15 settembre 2017

Tu vedi ombre

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Questo potrebbero dirmi o pensare.
Io però sono tornato pochi giorni fa nei luoghi dove ci conoscemmo per visitare quella nostra amica comune. È stato un momento rilassante, abbiamo passeggiato fuori e lei ha parlato tanto. Mi ha fatto piacere sentirla raccontare di fatti che in parte non sapevo e di conoscenze comuni.
Però, dopo, ho sentito il desiderio di rivedere la vecchia casa dove allora abitavo in affitto e quando mi sono messo in strada, con l'auto, non la trovavo. Hanno cambiato la viabilità, e la strada che prima era stretta e tra due muri a secco ora è diventata larga, a due corsie, e in quel punto dov’è il viale di accesso ora c’è una curva. Già anni fa assieme avevamo visto che era cambiato tutto, ma intanto avevo rimosso, ed ero tornato indietro troppo nel mio ricordo, e quasi mi sono perduto.
Allora però ho deciso di ritrovare la palazzina con l’appartamento dove stavi tu in affitto, e dove abitavi quando ci siamo conosciuti. Anche stavolta non mi ci trovavo. Troppi anni passati. Quel bar dove andavamo a telefonare con i gettoni non c’è più, ora è un negozio che vende non so cosa. E senza il riferimento del bar non capivo dove mi trovavo, e così ho proseguito, sempre in auto, e mi sono ritrovato lontano dai luoghi che cercavo, e mi son messo a piangere. Ma porca miseria, possibile che non ricordi? Possibile che noi siamo spariti? Che tu sia sparita? No, questo no. Non lo accetto.
Io però ho la testa dura, e se cerco alla fine qualche cosa trovo. Mi perdo ma poi trovo. Magari non esattamente quello che cercavo, ma trovo. E così sono ritornato sul percorso di quindici minuti prima, ho proseguito, ho riconosciuto il nostro ponticello e la curva. Ho fatto inversione e sono entrato nel vialetto. C’era un ragazzo, in fondo, ed il cancello era aperto. Ho accostato e sono sceso. Ho spiegato che tanti anni fa abitavo lì ed ho chiesto se potevo entrare. Ho avuto il permesso e ho rivisto la nostra casa ormai semiabbandonata. Ho avuto nostalgia, e desiderio di fare qualche foto. Ho chiesto il permesso, ma non l’ho avuto. Giusto. È una proprietà privata, e ci sono pure grossi problemi tra gli eredi. Sono rientrato verso la casa. Ho guardato velocemente dove abbiamo vissuto i nostri primi anni assieme, il cortile, le finestre, il portone della legnaia, l’ingresso della casa, il piccolo prato, il posto delle fragole dove ormai non ci sono più le fragole che piantai. Ho avvertito che le nostre ombre restano in quel luogo, e loro lo vedono com’era. Noi siamo un po’ tra quelle mura.
Però, a quel punto, non mi bastava più. Dopo aver salutato mi sono rimesso in auto e stavolta, a colpo sicuro, ho ritrovato prima la località, poi la via ed infine anche la tua palazzina. Non tua ovviamente, ma dove hai abitato un anno, prima di venire nella nostra prima casa. E lì, di nuovo, la tua ombra, rimasta a quell’unico anno, fissato per sempre. E a me è ritornato alla mente quel bellissimo centro tavolo in vetro di Murano che feci rompere perché vi bruciai stupidamente un pezzetto di carta. La tua ombra teneva in mano quell’oggetto e sorrideva. Eccolo, è ancora intatto, cosa pensavi?
Niente, non pensavo più a niente. Ero soddisfatto. Ti avevo ritrovata. E non avevo nessun desiderio di far foto a quella palazzina ed al tuo balcone. Ora so che posso ritrovarli, se lo desidero. E non mi serve entrare nell'appartamento, dove sei tu io lo so.  Ciao, Viz.

Non servono foto per ricordare. Questo post quindi non ha foto.

                                                                        Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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