lunedì 14 agosto 2017

L’improbabile sempre




Cominciò a scavare quasi per gioco, un pomeriggio d’estate. Perché questo non sia avvenuto in inverno non ti è dato sapere (non te lo dico). Cominciò a scavare e non smise più, sino alla fine del tempo e del temo. Usando un piccolo escavatore di plastica, rosso con le ruote nere, ritornò bambino all’età nel quale suo figlio usava quel gioco; divenne suo figlio. Scavando trovò lei che gli sorrideva, e le sorrise, un po’ piangendo. Rivide campi senza fine di lavanda al sole del sud della Francia. Visse ore ed ore all’ombra della buca, a spiare il mondo che mutava in modo inaspettato. E trovò tante altre cose che hai libertà di immaginare ma non di sapere con certezza. Questo, e non solo, iniziò un pomeriggio d’estate; ma tutto era iniziato anni prima, e non sarebbe finito tanto presto.
(Da un sogno ad occhi aperti d’estate)

Non aver paura dell’impossibile, potrebbe succedere. Ad esempio quello che mi è capitato, prima che avvenisse, in alcuni casi lo avevo giudicato impossibile. La realtà mi ha smentito.
Ho tentato di predispormi all’incertezza prevenendo e organizzandomi, ma è stato esattamente come stipulare una polizza assicurativa non obbligatoria. Col tempo ho capito che non posso assicurarmi contro ogni possibilità di eventi negativi che potrebbero capitarmi. Non dispongo di risorse sufficienti, e nessuno al mondo ha questa possibilità.
Allo stesso modo non ha senso immaginare che nulla di quello che spero, e magari neppure ne sono consapevole, sia destinato a non realizzarsi mai, o mai più.
Non credo in strane relazioni tra corpi celesti e vicende umane, ma non ho prove in tal senso. Non credo in una vita oltre la morte, ed ancora non ho prove in tal senso. Non credo in tante altre cose, e sono veramente tante, ma tendo ad essere indulgente con me stesso quando mi capita di smentirmi e di consolarmi, oggi più di ieri.
L’improbabile non è impossibile, questo ho capito. Ed ho anche capito che la matematica forse è una scienza esatta, ma che noi possiamo riuscire, ogni volta, a sbagliare nelle previsioni a causa di un errato valore attribuito alle variabili, o a qualche considerazione data per scontata ma molto lontana dall’essere provata. Del resto ogni assioma non è dimostrabile, figurarsi una semplice previsione del futuro.

Io quindi attendo l’improbabile, nessuno me lo vieta, e nel frattempo vivo la vita senza escluderti perché tu ne fai parte, oggi forse più di ieri. Ciao, Viz


                                                                        Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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