venerdì 23 giugno 2017

grazie




Grazie prima di tutto del tuo dolore, della tua malattia e del modo col quale li hai affrontati. Grazie delle paure che hai vissuto ed in parte mi hai nascosto, delle speranze che abbiamo condiviso, del chiedermi aiuto quando ti serviva, di come mi hai fatto vivere circa un anno e mezzo della mia vita.
Grazie di come te ne sei andata, mentre io speravo che sarebbe stato possibile rimandare, rimandare, rimandare ed ancora rimandare. Ma non sarebbe stato giusto, per nessuno.

Grazie di aver creduto in me sino alla fine, di avermi chiesto, di avermi accettato anche quando sbagliavo (Ed io ho sbagliato tante volte. Sia negli ultimi giorni, sia negli ultimi mesi sia tanti anni fa…).

Grazie delle litigate folli, delle parole fuori posto e poi rientrate dove dovevano stare. Grazie dei brutti momenti affrontati assieme. Grazie di come mi hai sopportato tanto a lungo sino a farmi credere di essere migliore di quello che sono, e più forte, molto più forte.

La mia testa è impegnata nel tuo pensiero fisso dal quale mi distraggo spesso, è vero, ma che poi ritorna, salvifico, rassicurante.
Recentemente ho fatto tali errori con il trapano che ha forato nel posto sbagliato, con l’acquisto di un box doccia scadente, con valutazioni discutibili riguardo alla precedenza da dare in una serie di lavori da farmi dubitare di essere ancora in grado di eseguirli, certi lavori. Forse è solo il caldo, forse la sfortuna, forse non so cosa, ma mi manca la possibilità di telefonarti dei miei dubbi per chiederti un consiglio. Poi, lentamente, mi calmo, e di nuovo avverto che tu sei qui, non sei mai uscita di casa, non mi hai mai scordato.

La mia è una malattia incurabile, che se va bene potrò solo tenere sotto controllo, non di più. Un vicino col quale ho scambiato due parole stamane mi ha detto che un amico ha perso la moglie ormai sei anni fa, che è un po’ più giovane di me, ma che ancora non ha superato quel lutto. Quindi so cosa mi aspetta. E ti ringrazio anche di questo.

Non intendo scordarti. Appena mi renderò conto che non ti dimenticherò anche se farò altre cose, che posso ridere con un amico, vecchio o nuovo che sia, senza farti alcun torto, che potrei anche avere progetti strani e mai pensati prima senza escluderti dalla mia vita, allora forse sarò finalmente arrivato dove mi piacerebbe arrivare. Vivere senza di te ma con te. Ancora però non ci sono, lo ammetto.

Grazie poi delle mille cose belle che abbiamo condiviso, non solo del dolore. 
E qui l’elenco sarebbe lungo, troppo lungo anche solo per accennarlo. Grazie della libertà che mi hai lasciato e che so che ti è costata. Avrei potuto essere migliore? È possibile, ma certamente non senza di te.

Ciao, Viz. Dovevo solo dirti questo.


                                                                        Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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