domenica 14 maggio 2017

La mia prima aquilegia





Era un pomeriggio, forse di maggio, forse di giugno, all’inizio degli anni ottanta.
Ti avevo accompagnata a Mezzolombardo da Riva del Garda dove allora abitavamo. A me faceva piacere venire con te, e mentre tu stavi a quella riunione io mi allontanai un po’ dal centro e salii per un piccolo sentiero isolato, al limite del bosco che arrivava quasi in paese. Con me avevo un libro per riconoscere fiori e piccoli arbusti che ancora conservo.

Quando vidi quel fiore speciale mai visto prima, o visto e non ancora notato nella sua fioritura magnifica, rimasi a lungo ad amirarlo prima di scoprire come si chiamava. Anche il nome per me si rivelò bellissimo.





Oggi, camminando su una montagna attorno a Rovereto, ne ho visti un paio di esemplari, e mi sei tornata in mente. Ho pianto come un fontanella per meno di un minuto, e poi ho sorriso. Eri tu che mi stavi salutando. Non mi hai dimenticato. Grazie.


Così, Viz, se avessimo avuto un po’ più di tempo assieme. Ma non mi lamento, non posso lamentarmi. Non servirebbe a nulla.


                                                                        Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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